di Sergio Pastena
Era nell’aria, è avvenuto: la seconda giornata degli Us Open ha messo in scena il tracollo definitivo di Caroline Wozniacki, che bene o male aveva mantenuto una posizione di classifica decente nonostante un anno di crisi nera. La tennista danese ha perso all’esordio a Flushing Meadows dalla rumena Begu, con un punteggio che non lascia spazio a repliche: 6-2 6-2. Punteggio severo, anche troppo nonostante la crisi della bella Caroline, che infatti è stata condizionata pesantemente da un infortunio al ginocchio. L’impressione, però, è che non sarebbe andata comunque troppo lontano: è esattamente da un anno che non vince un torneo e, a dispetto della fiducia sbandierata costantemente, la probabile uscita dalle Top Ten rappresenta la logica conclusione di un processo di caduta libera comune a tante regine senza corona (lei, la Safina, la Jankovic).
Venendo alle altre sorprese del giorno, purtroppo c’è da segnalare l’uscita di scena di Francesca Schiavone contro Sloane Stephens al termine di una giornata in chiaroscuro per il tennis italiano: anche Camila Giorgi è uscita subito, così come Nastassja Burnett che ha racimolato solo tre games contro la Dushevina. Le note positive arrivano dalla Errani e da Fognini, che pure hanno avuto le loro belle difficoltà: Sarita è stata costretta al terzo set dalla Muguruza, Fabio ha addirittura dovuto rimontare due set di svantaggio contro Roger Vasselin. Non c’è stata storia, come previsto, per Lorenzi, che ha fatto due games con Djokovic. Tutto facile per una Roberta Vinci in gran forma contro Urszula Radwanska.
Altri eliminati sparsi: “El Pico” Monaco, dopo una partenza sprint, si arrende in cinque set a Garcia-Lopez mentre, nel tabellone femminile, si registrano le uscite di scena della Paszek (contro la Govortsova), della Zakopalova, uscita sconfitta nel derby ceco contro la Hlavackova, e di Niculescu e Peng, eliminate rispettivamente da Morita e Vesnina. Pochi patemi d’animo per Serena Williams e Kerber, che lasciano due games a Vandeweghe e Keothavong, così come per Tsonga che va avanti in scioltezza con Karol Beck. Si salvano, ma soffrono, Dolgopolov, Raonic e Baghdatis, costretti al quinto da Levine, Giraldo e Brands.
Completiamo la panoramica concentrandoci su due personaggi molto interessanti, forse i reali protagonisti di una giornata di primo turno che, in quanto tale, non ha regalato troppe emozioni. Il primo è Jimmy Wang, cinese di Taipei, tornato sulla cresta dell’onda dopo anni pesantemente condizionati da infortuni. Al gemello tennistico di Yen-Hsun Lu mancava ancora qualcosa, il timbro che certificasse il suo ritorno nel tennis che conta. E’ arrivato: Wang ha compiuto l’impresa di eliminare Ivo Karlovic in un match che si è messo in discesa dopo due set combattuti, vinti uno per parte. Ora proverà l’impresa contro un Simon non eccelso al primo turno, intanto si gusta un successo che lo proietta a un passo dai primi 150 del ranking.
Il secondo nome è quello di Dennis Novikov, giovanissimo americano anche lui alla ricerca di un timbro: il suo, però, non doveva sancire un ritorno nel tennis “dei grandi”, ma un ingresso. Il diciottenne americano, tra i prospetti a stelle e strisce più precoci, ha “fatto vedere come si fa” a tante altre wild card passate a New York senza lasciare traccia. Lui l’ingresso in tabellone se l’è guadagnato, vincendo i campionati americani under 18, e l’ha sfruttato alla grande battendo in quattro set Jerzy Janowicz, un tipino da prendere con le molle. Ora il calendario gli propone Benneteau, un avversario ostico ma non propriamente Agassi: in palio c’è un possibile terzo turno contro Novak Djokovic.
Let’s go, Dennis!
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