di Sergio Pastena
“Partita eccezionale per continuità e qualità di tennis. Sta bene e si muove come un missile. Il rispetto per un avversario come Berdych lo ha tenuto concentrato ai massimi livelli ed è stato bravissimo a mischiare le altezze con palle molto cariche e molto basse ma sempre tenendo alto il ritmo, altrimenti Berdych ti schiaccia comunque. Bella partita senza un grandissimo dispendio energetico, cosa molto buona per il prosieguo… ho finito con il pugno al cielo sul divano”.
Parole di Leonardo Caperchi, argomento la straordinaria vittoria di Fognini contro Berdych. E se c’è qualcuno che conosce bene Fabio quello è proprio lui.
Eppure… a sentire parlare di una partita che ha tra i protagonisti Fabio Fognini e nella quale un giocatore ha perso a causa di nervosismo ed impazienza, probabilmente il 90% dei lettori penserebbe che ad essere andato fuori giri sia stato proprio il ligure.
E invece no, signori. Fabio oggi a Monte Carlo ha fatto il suo capolavoro e Berdych, l’uomo dall’altra parte, ha combinato un mezzo disastro. Un match memorabile, specie nel secondo set, quando il ceco ha cominciato a non capirci letteralmente più niente: da un lato lui sbagliata l’impossibile, dall’altro Fabio tirava fuori il suo miglior tennis, e quando lui tira fuori il suo miglior tennis anche i Top Ten tremano.
Accelerazioni lungolinea, colpi in avanzamento, dritti a bersaglio e, quando servivano, palle profonde e variate per costringere il ceco a forzare e a rischiare l’errore. Tutto è durato 79 minuti, con un primo set che ha visto l’italiano nettamente più efficace al servizio, al punto da mettere (incredibile ma vero) un ace più del ceco. Due break, otto opportunità, mentre Berdych gli ha strappato il servizio una sola volta.
Sarebbe stata anche l’unica, se è vero che nel secondo set il buon Tomas ha avuto le sue opportunità ma, dopo essersi portato sul 2-1, non è riuscito più a fare un game. Il primo break del set di Fabio, peraltro, ha fatto anche saltare i nervi alla testa di serie numero 4, che ha cominciato a protestare con l’arbitro per le eccessive perdite di tempo di Fabio. Una protesta che fino all’anno scorso sarebbe stata ragionevole ma che ora, con l’arbitro con tanto di cronometro alla mano che aveva già dato un warning a Fognini, è risultata soltanto indice di un grande nervosismo.
E quel nervosismo ha tradito definitivamente Berdych, che ha cominciato a seppellire palle in rete mentre il ligure, sulle ali dell’entusiasmo, scaricava vincenti a manette e disinnescava agevolmente il servizio avversario rispondendo molto dietro ma poi avanzando ad ogni colpo.
Non ci è voluto molto e, considerando che Berdych era la quarta testa di serie, anche il prossimo avversario non sarà invincibile, chiunque sia tra Cilic e Gasquet. Ma non andiamo troppo avanti: comunque vada, sarà un successo.
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