Sono quattro le settimane di tennis giocato alle spalle nel 2017, con la chiusura del prestigioso palcoscenico di Melbourne la stagione può legittimamente dirsi entrata nel vivo, e con essa la novità di quest’anno costituita dalla Race to Milan, la race degli under-21 in corsa per il Master NextGen che proprio Milano ospiterà a fine stagione. Tempo fa su queste pagine avevamo fatto un prospetto sui nomi che sarebbe stato più o meno legittimo aspettarsi, pronti alla contesa per uno degli otto (o sette, se davvero ci sarà una wild card) posti per il “masterino”, da oggi con questa rubrica cercheremo di seguire l’andamento settimana dopo settimana della classifica della road to Milan con la speranza di arrivare più consapevoli al nuovo appuntamento e per godercelo al meglio. Parlare di giovani leve quando è ancora freschissima l’emozione per il 18esimo slam di Roger Federer potrebbe sembrare stonato, ma quali che siano i crepuscoli dorati di una generazione stellare, seguire l’avanzamento (pur lento, agli occhi di qualcuno) di quella successiva è una cosa a cui non si può rinunciare.
- Daniil Medvedev (160 pt.). Era l’uomo del momento prima che si aprissero le porte di Melbourne, con la finale ottenuta nell’ATP 250 di Chennai e persa dal ben più forte ed esperto Bautista Agut. Dagli sfarzi indiani in realtà Medvedev ha giocato solo un match, il primo turno degli Australian Open perso contro il rivale diretto Ernesto Escobedo, e dalle due settimane slam ha portato in dote solo i 10 punti “di consolazione” per l’eliminazione immediata. Un totale di 160 che per ora basta e avanza per tenere la testa della race, ma sulla media distanza servirà qualcosa in più. A stretto giro lo aspetta la patria, dopo le polemiche che lo circondarono l’ultima volta, convocato come terzo uomo per la durissima sfida di coppa Davis in cui la Russia se la vedrà contro la Serbia al gran completo.
- Hyeon Chung (157 pt.). La stagione della conferma è partita bene per il giovane coreano che, se manterrà intatte le sue condizioni fisiche, sembra pronto a togliersi qualche soddisfazione nel corso del 2017, a partire da un pass per il Master NextGen. I punti racimolati finora partono da Chennai dove ha superato agevolmente le qualificazioni, superando anche una vecchia volpe come Jurgen Melzer, e poi è uscito al secondo turno (al primo aveva eliminato Coric) perdendo da Dudi Sela 6-2 6-2, un risultato insolitamente severo anche perché realizzato nelle condizioni ideali per un ortodosso del cemento outdoor come lui. A Melbourne si è fermato di nuovo al secondo turno, dopo una vittoria tranquilla contro l’argentino Olivo, di fronte a un ispirato Grigor Dimitrov, futuro semifinalista del torneo. E mentre la seconda settimana slam si chiudeva attorno ai suoi protagonisti eletti, Chung è andato alle Hawaij, a giocare il challenger di Maui e a conquistarlo in completa scioltezza, senza perdere un set, contro avversari moderatamente ostici e condizioni ambientali molto inasprite dal forte vento che soffiava sui campi. La prossima settimana lo vedrà “in pausa” dal circuito ATP e impegnato con la sua Corea nel match valevole per il primo turno del Gruppo I di Coppa Davis contro l’Uzbekistan di Istomin.
- Andrej Rublev (130 pt.). Alzi la mano chi si sarebbe immaginato di vederlo così in alto. Di certo non il sottoscritto che infatti le mani le tiene ben basse. Il giovane russo non si vedeva sui campi dallo scorso novembre, dopo la sconfitta in finale al challenger di Mouilleron Le Captif subita da Julien Benneteau, e ha iniziato la stagione direttamente dal tabellone cadetto di Melbourne.
Superati tre turni non semplici, ma comunque alla sua portata, contro Purcell, Sugita e Polansky, Rublev si è preso anche lo sfizio di vincere il match di primo turno contro un veterano come Yen-Sun Lu, quattro set di lotta ed esperienza che gli hanno regalato la sfida impossibile contro Andy Murray. A una settimana dai brividi sotto il sole australiano, si è presentato regolarmente ai nastri di partenza del challenger indoor di Rennes dove è arrivato fino alla fine mettendo in fila una serie di risultati e prestazioni convincenti, perdendo la finale solo al tie-break del terzo set contro Ignatik. Nonostante un paio di racchette gettate a terra, il Rublev a intermittenza del passato per ora sembra un ricordo. Vedremo come andrà, a partire già da questa settimana al challenger di Quimper dove per altro difenderà il titolo.
- Alexander Zverev (90 pt.) Entra, de facto, in classifica oggi il gioiellino tedesco visto che il suo avvicinamento all’Open d’Australia era passato esclusivamente dalla Hopman Cup che, come noto, non mette in palio punti ATP. Il suo bottino d’ingresso è di 90 punti, ottenuti con il terzo turno all’Australian Open, per altro unico a raggiungerlo di tutto il gruppo NextGen, dove ha avuto il merito di andare in vantaggio di 2 set a 1 contro Nadal salvo poi farsi rimontare. Per quanto i crismi del predestinato sembrino tutti dalla sua, il giovane Zverev non ha ancora le carte per provare a giocarla sul piano della lotta contro un tennista come Nadal senza che questo trasformi il match nel suo Vietnam, ma per ora ci sta tutto. Prossimo impegno per lui la Davis a Francoforte dove, da n.1 di Germania, guiderà i suoi nella sfida non semplice contro il Belgio per un posto nei quarti di finale.
- Ernesto Escobedo (82 pt.). A pochi giorni dall’insediamento di Trump alla Casa Bianca, i messicani d’America hanno ben poco da sorridere, ma questo in particolare può riuscirci ugualmente. Entrato in tabellone a Brisbane da qualificato Escobedo ha perso subito, ma non senza lottare, dal britannico Edmund mettendo comunque un buon numero di partite ATP in cascina. Agevolmente superate pure le qualificazioni a Melbourne, ha anche ottenuto una vittoria importante al primo turno contro Medvedev salvo poi arrendersi al turno successivo di fronte al soldatino Ferrer. La scorsa settimana si è presentato al Challenger di Maui dove, forse complici gli otto match giocati in quindici giorni e il brusco cambio di fuso orario, ha opposto minime resistenze al nipponico Soeda cedendo 6-1 6-1. Gli 82 punti di Escobedo vengono da qui, da un inizio di stagione pazientemente giocato con l’asticella retta un po’ più in alto e alla quale ha risposto bene. Ora un po’ di riposo per lui prima di vederlo, presumibilmente, tentare l’accesso dalle qualificazioni all’ATP 250 di Quito.
- Noah Rubin (78 pt.). Le lusinghiere parole di Roger Federer su di lui valgono idealmente più dei punti conquistati. Il fresco campione di Melbourne aveva incrociato Rubin al secondo turno e superato in tre set, ma in seguito davanti ai microfoni si era definito “impressionato” dal giovane avversario. E Noah Rubin sembra finalmente aver voglia di impressionare davvero. I punti che gli varrebbero, se la race finisse oggi, un posto a Milano arrivano in buona parte da quel secondo turno slam conquistato dopo aver superato le qualificazioni e una battaglia di cinque set contro il connazionale e quasi coetaneo Bjorn Fratangelo. Grinta e agonismo che aveva provato a mettere in campo anche al challenger di Happy Valley a inizio mese, perdendo però al secondo turno, e di nuovo a Maui dopo la fine della sua avventura australiana, lì stavolta fermato al primo turno dal cinese Zhang. Al di là degli incidenti di percorso di un calendario capriccioso, è sicuramente un buon momento per Rubin che, a proposito di capricci, da oggi torna in Australia per il challenger di Burnie e vedremo quali saranno gli sviluppi.
- Alex De Minaur (77 pt.) Un solo punto in meno di Rubin, tanti in più di ben più quotati colleghi, il gioiellino d’Australia coccolato da capitan Hewitt ha sfruttato alla grande le wild card che la sua federazione gli ha procurato prima a Brisbane dove ha superato le qualificazioni (eliminando anche Frances Tiafoe) e ha perso al primo turno da Mischa Zverev, poi a Sidney dove ha affrontato e sconfitto Benoit Paire prima di ritirarsi alla fine del primo set perso contro Kuznecov. Wild card per lui anche a Melbourne dove ha guerreggiato contro Gerald Melzer meritandosi, dopo cinque set estenuanti, un secondo turno perso nettamente (7-6 6-0 6-1) da Sam Querrey. È improbabile che riesca a mantenere questa posizione nella race a lungo, ma la dimostrazione di poterci stare a questi livelli a 17 anni vale già tantissimo.
- Frances Tiafoe (76 pt.). Croce e delizia della scuderia USTA, Tiafoe inizia la stagione, in cui forse si capirà qual è il vero calibro dei suoi colpi su un campo da tennis, lasciando i soliti dubbi. Esordisce male, malino, mancando la qualificazione al tabellone principale di Brisbane in favore di De Minaur (vedi sopra), ma poi a Melbourne si batte come un leone, elimina dal tabellone cadetto il nostro Cecchinato, il belga Reuter e il connazionale Smyczek e si conquista un posto tra i 128 dello slam. Gioca poi un match grande e un po’ folle contro Kukushkin, lo supera al quarto set e avanza al secondo turno dove perde in maniera inesorabile da Zverev. Lo ritroveremo a Dallas questa settimana, vedremo con quali e quante speranze di scalare questa classifica e dare un senso alla sua stagione e alla sua carriera.
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