(Gianluca Naso e Nicola Corrente – Foto Nizegorodcew)
di Alessandro Nizegorodcew
Gianluca Naso è intervenuto ai microfoni di Spazio Tennis durante il consueto appuntamento mattutino (ogni lunedì, mercoledì e venerdì alle 11.50) su Radio Manà Manà Sport. Abbiamo chiesto a “Giallo”, che ieri ha superato le pre-qualificazioni e prenderà quindi parte domani alle qualificazioni, le sue impressioni sugli Internazionali d’Italia 2012.
Partiamo dallo scorso anno. Avevi vinto un bel match al primo turno di quali con Kamke per poi farti male contro Paolo Lorenzi…
“Nel 2011 contro Kamke avevo giocato un’ottima partita. Ricordo che fu davvero una bellissima giornata, con tanto pubblico lì pronto sempre a sostenermi. Purtroppo al turno decisivo contro Paolo ho subito un brutto infortunio al tendine d’achille: mi saltò una calcificazione e non fui in grado di continuare.”
Quest’anno, come nel 2011, hai superato le pre-qualificazioni, riuscendo ad evitare anche una tua bestia nera..
“Lo scorso anno aveva vinto solamente 6-4 al terzo contro Adelchi Virgili, che non è solo la mia bestia nera ma quella un po’ di tutti, perché ha grande talento e non sai mai cosa aspettarti da lui. Avremmo potuto affrontarci al turno decisivo anche quest’anno, ma lui, per mia fortuna, ha perso con Marco Viola all’esordio. Devo ammettere che dopo il primo set del mio primo match con Nicola Barraco, vinto agevolmente, avevo un occhio sul mio campo e un altro su quello di Virgili. Volevo controllare come stavano andando le cose.”
Ha staccato il pass per le qualificazioni anche un altro giovane ragazzo siciliano. Parliamo di Marco Cecchinato, classe 1992 allenato da Francesco Aldi. Cosa puoi dirci di lui?
“Marco sta facendo le cose giuste, con ordine. E’ allenato da Francesco Aldi che, oltre ad essere un mio grande amico, è uno che è stato numero 110 Atp e conosce benissimo questo sport. Cecchinato ha voglia di lavorare, è sempre carico in allenamento, e possiede due ottimi fondamentali quali servizio e diritto.”
Raccontaci come sta andando il tuo 2012…
“I primi mesi dell’anno sono sempre i più difficile ed è complicato portare a casa un buon numeri di punti, perché i tornei sono pochi e tutti molto competitivi. La stagione vera, quella intensa, inizia adesso. Qualche punticino comunque l’ho preso, come settimana scorsa a Tunisi. Personalmente mi sento bene e credo di aver arricchito ancora il mio bagaglio tecnico e mentale. Poi qui al Foro Italico come si fa non sentirsi bene…”
Sono anni che hai la possibilità di giocare a Roma, a volte in main draw ed altre in qualificazione. Il fatto di conoscere l’ambiente ti aiuta?
“Si, certamente ho giocato spesso, ma ogni anno le emozioni sono nuove e diverse. Il Foro Italico è una continua emozione pazzesca. Ricordo la mia prima apparizione contro Ramirez Hidalgo in quali: non riuscivo a respirare dalla tensione. O il match incredibile contro Canas. Un po’ mi sono abituato è vero, ma rimane un’emozione unica.”
Chi vedi bene tra gli italiani quest’anno?
“Questo è l’anno di Fognini. Ho parlato con Fabio e lo vedo bene, soprattutto a livello mentale. Dipenderà ovviamente dal sorteggio, ma questo per me è l’anno di Fognini.”
Una domanda su Madrid. Cosa ne pensi delle parole di Rafael Nadal, che ha minacciato di boicottare il torneo spagnolo nel 2012 se dovessero confermare la terra blu come superficie?
“Sono pienamente d’accordo con lui. La terra è rossa ed è lì che bisogna giocare. Credo che le sue parole faranno riflettere gli organizzatori del torneo di Madrid. La sconfitta con Verdasco non ha influenzato il suo giudizio, poiché è da settimane che Rafa sta esprimendo il suo dissenso verso la terra blu. E comunque è bruttissima da vedere, non c’entra niente… E’ come giocare a Wimbledon sull’erba gialla!”
In conclusione ti chiedo di Andy Murray. E’ arrivato a Roma addirittura mercoledì scorso. Ti sei allenato con lui, come lo hai visto?
“Si, mi sono allenato con Murray e mi sono divertito davvero molto. E’ un talento incredibile: sembra non faccia un passo ma è sempre sulla palla. Io sono abituato a Fognini, che a volte sembra fermo ma in realtà è sempre sulla palla. Ecco, con Murray questa sensazione si acuisce. Di talenti così ne nascono e crescono pochi…”
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