di Alessandro Nizegorodcew
Ha retto all’urto di 32 ace Filip Krajinovic, ha recuperato un break di svantaggio nel terzo set e alla fine è riuscito a piegare Luca Vanni 76 67 75. Non è certo dei più semplici l’esordio al challenger di Brescia per la promessa serba seguita ormai da qualche mese da Diego Nargiso.
Quando ha brekkato il serbo ed è volato 4-2 nel terzo set, Vanni ha perso un pizzico di concentrazione e si è fatto riprendere da un Krajinovic un po’ nervoso, forse stanco dopo una stagione molto faticosa. Ma questa partita si è decisa su due punti, simbolo di quel che manca a Vanni per effettuare il definitivo salto di qualità. Vale la pena raccontarli. Tie-break del primo set, 6-5 Krajinovic, servizio Vanni. L’azzurro tira una gran prima e la risposta del serbo è alta, lenta e corta. In un’altra situazione avrebbe scaraventato il drittone a occhi chiusi, invece ci ha pensato per una frazione di secondo e ha tirato nell’unico punto in cui Krajinovic poteva tirare il passante. E infatti lo ha infilato. Dopo aver vinto il secondo set (anche se si era complicato la vita con un doppio fallo nel tie-break), Vanni ha sciupato il vantaggio e ha incassato un sanguinoso break sul 5-5 (con un pizzico di sfortuna: Krajinovic ha colpito un nastro vincente sulla parità). Sul 6-5, ecco la grande occasione per tornare in partita. Sul 30-40 ha giocato un gran scambio, si è costruito il drittone vincente…e lo ha clamorosamente sbagliato. Meno di un minuto dopo, la partita era finita.
“Sono match difficili” ha commentato Nargiso dopo il match, “il play-it è abbastanza veloce, il servizio conta molto. Vanni ha servito benissimo, ha fatto 32 ace, e a un certo punto sembrava che al terzo potesse anche vincerla. Poi Filip è riuscito a ribaltarla. Quando è andato sotto 4-2” prosegue, “io ho cercato di tenerlo calmo. Quando giochi contro uno che serve così bene e che non ha niente da perdere quando gioca con te, perché Filip è uno degli uomini da battere qui, è facile che un’occasione ti arrivi. Filip è stato bravo a cogliere il momento in cui Vanni è sceso un pochino”.
Nargiso ha iniziato a lavorare con il talento serbo, salito ora al numero 99 del ranking mondiale, grazie alla decisiva intermediazione di Novak Djokovic, che Filip sconfisse a Belgrado nel 2010: da quella semifinale raggiunta a sorpresa, l’asticella delle aspettative è salita tanto, troppo. Bollettieri ha aperto le porte della sua accademia al talentino di Sombor, uno dei più sanguinosi teatri della guerra dei Balcani. Ma la sua non è ancora una storia di passione e resurrezione. L’ha tradito una spalla, che l’ha tenuto fuori a lungo e ha addirittura fatto temere per la sua carriera. Ora la risalita è iniziata, e Nargiso ha ben chiari i prossimi passi.
“Filip è un giocatore di grande talento, ma ha ancora molto da fare dal punto di vista atletico. Penso anche che abbia lasciato stare in alcuni momenti il movimento di gambe nel colpo. Gioca all’americana, molto aperto, con uno stance molto frontale. Io cercherò di fargli ruotare un po’ più le spalle per coprire la palla e farlo venire più dentro al campo. Ha un grande potenziale, deve attaccare di più”.
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