La sconfitta contro Reilly Opelka a Indian Wells è poco rilevante, poiché giunta contro un avversario dalle caratteristiche, ad oggi, peggiori in assoluto per Lorenzo. La vittoria contro un buon tennista contro Marcos Giron ne certifica invece la crescita, mentale, tattica, fisica e tecnica. Tutti aspetti correlati tra loro.
Cerchiamo di analizzare nei dettagli come Musetti sia arrivato al salto di qualità (ne serviranno tanti altri nei prossimi anni, è bene specificarlo subito).
FISICO: dal punto di vista atletico Lorenzo è in continua crescita ed evoluzione, come normale per un giocatore di 20 anni appena compiuti. ‘Muso’ oggi è più forte e più resistente, è proprio visivamente più largo e più potente. In campo è sempre stato piuttosto rapido, ma anche sotto questo aspetto appare migliorato. Gli step fisici non sono di certo finiti qui, ma la strada è quella giusta.
TATTICA: una classica frase che ho spesso ascoltato da Lorenzo, negli anni, contro se stesso, era: ‘è da quando sei under 10 che ti dicono di non fare le smorzate e tu fai le smorzate’. La palla corta, arma letale di Musetti, oggi è forse ancora un po’ abusata ma è anche molto più inserita in un corretto svolgimento tattico del punto. Anche perché la smorzata è un colpo molto più tattico che tecnico; se viene giocata al momento giusto si può anche far rimbalzare a metà del rettangolo del servizio. È un’arma essenziale negli schemi di Lorenzo, che il toscano migliora giorno dopo giorno nella gestione.
La posizione in campo è, da sempre, uno degli aspetti più discussi del tennis di Lorenzo Musetti. Lo scorso anno si erano visti importanti miglioramenti sul primo colpo dopo la risposta: ‘Muso’ rispondeva da molto lontano ma, già con il colpo successivo, tentava di riprendere campo. Oggi sta provando a rispondere, quantomeno sulla seconda di servizio dell’avversario, alternando una posizione più ravvicinata a quella, più classica, distante dalla riga di fondo. Anche sotto questo aspetto si può fare ancora tanto, ma è impossibile non notare le migliorie rispetto al passato.
La sensazione è che gli allenamenti sulla risposta (e sul servizio, come vedremo a beve) stiano dando grandissimi frutti.
TECNICA e TESTA: Ia questione tattica ovviamente non può prescindere da quella tecnica. Nel secondo semestre del 2021 il dritto di Musetti era diventato una sorta di rimessa in campo. Non, però, per una pura questione tecnica, bensì per un blocco mentale. Il dritto è il colpo maggiormente costruito di Lorenzo (mentre il rovescio fa parte del DNA), ed è normale che in situazioni di stress, sotto pressione, veda la mano (più che il braccio) rallentare e non andare avanti velocemente come dovrebbe. Come direbbe il buon Mosciatti: ‘manda sta mano Musooo!’. È questione di testa, non tecnica. Chi ha visto Musetti negli anni sa che di dritto, quando sta bene, tira comodini, cassapanche e anche qualche credenza.
Il fondamentale su cui invece coach Simone Tartarini (senza motivo troppo spesso criticato) ha lavorato davvero bene insieme a Umberto Rianna e tutto il team è il servizio. Lorenzo trova sempre più punti diretti o comunque servizi utili a prendere in campo lo scambio. La grande capacità di Musetti è, oggi, quella di saper variare tanto gli angoli e i tagli, aggiungendo una sempre maggiore potenza mista a lucidità di scelta.
Ed è proprio questo il punto focale con cui chiudere il ragionamento. Chi ha così tanta varietà tecnica, chi, di fatto, sa fare tutto, può far fatica a prendere la decisione tattica giusta in un determinato momento. Un problema molto bello, ma che ovviamente ha ritardato e ritarda un po’ la continuità di Lorenzo. Un giocatore, per fare un esempio, come Jaume Munar, ha un tennis basato su pochi schemi, solidi, precisi e puntuali. Sa sempre cosa fare in una determinata situazione. Musetti no. Musetti, in una situazione standard ha 4/5 potenziali alternative. Chiariamo, è migliorato molto sotto questo aspetto, ma è qui che, dopo aver consolidato la parte tecnica e quella fisica, dovrà arrivare un nuovo salto di qualità. Capire la scelta giusta da fare in una determinata situazione.
Nell’attesa, però, godiamoci un Musetti in grande spolvero e, come sempre, spettacolare. Anche oltre la definizione stessa di spettacolarità. ‘Muso’, quando è in giornata, veleggia in un’altra dimensione. E quel rovescio lungolinea, ogni volta, fa battere forte il cuore.
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