di Enrico Carrossino
E’finita! Andy Murray ce l’ha fatta, ha battuto in 3 long set Novak Djokovic per 64 75 64, in una partita non bellissima ma sicuramente tiratissima, dove a far la differenza è stata la continuità e la prima di servizio dei rispettivi giocatori. Una gara non lunghissima viste le aspettative (3h di gioco per i soggetti in campo sono poco più di un normale allenamento), ma estremamente lottata in ogni suo parziale, con un Djokovic mai domo nonostante una certa inferiorità rispetto all’avversario sull’interpretazione della superficie.
Nel primo set la rottura decisiva s’è avuta sul 3 pari, con un pessimo game di servizio del serbo perso a 0, che permetterà poi a Murray, rintuzzando il ritorno immediato dell’avversario, di tenere a 0 a sua volta il servizio che lo porta avanti 64, in una partita dove il serbo ha provato a prendere l’iniziativa ma esagerando con gli errori.
Nel secondo Djokovic si riprende molto bene, tiene agevolmente i servizi e macina un gioco brillante e baldanzoso, tagliando notevolmente i gratuiti. Murray è passivo, arranca e non può più fare affidamento sui gratuiti del n 1 del mondo, precipitando sotto 4-1. Tutto sembra indirizzato verso il set pari, invece da lì in poi è il britannico a prendere in mano l’iniziativa e a reagire, tenendo agevolmente il servizio e recuperando lo svantaggio. Risalendo il finalista in carica, scende il campione di Belgrado, che con la prima che non fa più male finisce per subire un altro break rimandando l’avversario a servire per il set. Il braccio del britannico non trema e vola quindi due set a zero.
Djokovic nella migliore delle ipotesi sarà quindi costretto al quinto. La prospettiva non deve averlo eccitarto, nel momento in cui pronti via ed è subito break, col campione in carica di Flushing Meadows che balza 2-0 e 0-30 mentre serve Djokovic. Il quale tuttavia con l’acqua alla gola dimostra il perchè sia numero uno del mondo e recupera, tenendo cosi la battuta. Sul 30 pari del quarto gioco Murray sbaglia una volèe non impossibile, e Djokovic sul 30-40 non esita a convertire la palla break pareggiando il conto. Djokovic ritrova fiducia e dopo un servizio ben tenuto passa in vantaggio 4-2. Vi rimane per poco però, perchè lo scozzese recupera e pareggia nuovamente i conti. Sul 4 pari Djokovic prova ancora ad accorciare gli scambi con buone smorzate, ma Murray recupera tutto e grazie a un game pazzesco al cambio campo sarà il primo britannico dopo 77 anni a servire per i Championships. Un servizio vincente e un facile recupero di smorzata portano facilmente l’idolo locale sul 40-0 con 3 match point. Sembra finita quando Murray mette una gran prima, ma Djokovic non molla e rimane in corsa, tirando poi l’ormai classica risposta vincente sul 40-15. Un errore ulteriore dello scozzese causerà la parità e il successivo vantaggio Djokovic, annullato con la prima vincente. Altra palla break Djokovic e dritto vincente sotto la rete di Murray, ed è parità. La sensazione è che quando ormai sembrava fatta il britannico si sia ritrovato il classico braccino, e che si andrà ancora avanti, ma ha un altro match point. Sul quale stavolta la prima entra, ma il serbo risponde. Lo scambio prosegue finchè il rovescio lungolinea del serbo non s’insacca in rete facendo esplodere il centrale, che 77 anni dopo acclama un vincitore autoctono!
E’ il secondo slam in carriera per il giocatore di Dunblane dopo la vittoria allo US Open di settembre, su 7 finali disputate, cancellando cosi la leggenda che impediva al campione in carica del Queens di vincere Wimbledon. Per Djokovic invece è la quinta finale major persa sulle 11 disputate, la prima sull’erba dopo la vittoria 2011, lasciandogli qualche dubbio in più quando tornerà a giocherà sul verde. Non è in dubbio invece il suo trono mondiale, dove Murray gli recupera solo poche centinaia di punti sugli oltre 3000 di vantaggio. Una buona consolazione tutto sommato, visto che stavolta a vedere sollevare la coppa all’avversario è lui.
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