di Sergio Pastena
Quando si parla di Slam alla ribalta vanno sempre i protagonisti, quelli che in un modo o nell’altro lottano per la vittoria o, comunque, per un buon risultato. E gli esordienti? Andiamo a vedere l’altra faccia della medaglia, fatta di atleti che per la prima volta calcano i campi di un major. In questo Roland Garros sono cinque.
Daniel Munoz-De La Nava (SPA): debuttare in uno Slam a 30 anni suonati. Non è certo una cosa frequente nel tennis, eppure è accaduta a questo spagnolo stabilitosi piuttosto tardi nel tennis che conta. Per modo di dire, tra l’altro, perché Munoz non è mai stato nei Top 100 ed ha raggiunto la scorsa settimana il best ranking al numero 130: fino al 2008 non aveva nemmeno la classifica per giocare le qualificazioni negli Slam, per ben due volte è arrivato al terzo turno delle qualificazioni (Wimbledon 2009 e Us Open 2010) ma solo stavolta ha potuto esultare mettendo in fila Julio Silva, Jamie Baker e Laurynas Grigelis.
Adrian Ungur (ROM): andiamo in ordine decrescente di età e troviamo questo rumeno, fresco Top 100, che prova ad entrare negli Slam dal 2007 ma, fino ad ora, aveva un bilancio a dir poco magro. Dodici tentativi nelle qualificazioni, nove eliminazioni al primo turno e tre al secondo. Insomma, per il buon Ungur sembrava proprio che non ci fosse verso, invece i progressi nel circuito maggiore hanno fatto sì che riuscisse ad avere la classifica per accedere di diritto al Roland Garros. Il prossimo obiettivo per lui sarà sfatare la maledizione che fino ad ora lo ha bloccato puntualmente nei major.
Joao Sousa (PRG): ventitrè anni, terzo incomodo dopo Machado e Gil in un movimento in crescita come quello del Portogallo, Sousa ha cominciato ha cominciato a tentare le qualificazioni negli Slam nel 2011 e già agli Australian Open di quest’anno ha sfiorato il colpaccio, uscendo sconfitto dalla sfida con il russo Kudryavtsev al termine di tre set tiratissimi. Stavolta, invece, il portoghese ha centrato il bersaglio senza lasciare un set per strada: vittoria sudata all’esordio contro Lajovic, dominio contro il ceco Ivo Minar e successo anche sul belga Goffin, che partiva favorito contro di lui.
David Goffin (BEL): ma come, non aveva perso contro Sousa? Vero, ma esistono i lucky loser e questo promettente belga, essendo poco fuori dai 100, era tra i primi della lista dei ripescati, con buone possibilità di riuscire ad entrare anche semplicemente arrivando al terzo turno delle qualificazioni. Il terzo turno che già due volte lo aveva stoppato nel 2001 (sconfitte contro Sijsling e Joao Souza, brasiliano quasi omonimo del portoghese) perché all’epoca la sua classifica era peggiore. Stavolta le vittorie su Burquier e sul nostro Simone Vagnozzi sono bastate per accedere al main draw.
Filip Krajinovic (SRB): fa davvero piacere trovare in tabellone il giovanissimo serbo, che ad appena vent’anni ha già un curriculum di infortuni alle spalle di tutto rispetto. I due tentativi precedenti nelle qualificazioni, datati 2010 (Wimbledon e Us Open) non erano andati a buon fine, il Roland Garros invece ha sancito la sua rinascita sportiva. Non è stata una passeggiata: sia contro il ceco Lojda che contro il veterano americano Bobby Reynolds sono arrivate vittorie sofferte in tre set. Paradossalmente il match più semplice è stato quello decisivo: 6-2 6-3 a Brands.
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