di Giulio Gasparin
Michael Berrer ha messo fine alle speranze di vedere un italiano in campo ai quarti di finale del torneo ATP Challenger di Brescia, dopo che ha eliminato ieri sera la wild card classe 1996 Filippo Baldi. Il milanese è uscito a testa alta, nonostante il 6-4 6-3 subito, poiché ha mostrato ottimi segnali contro un giocatore dalla grande esperienza tecnica e tattica come Berrer, classe 1980. Il tedesco ha dovuto lottare su ogni palla, vincendo grazie ad un solo break per parziale. Per il giovane azzurro però sono arrivati i complimenti sinceri dell’ex numero 42 del mondo, che anche durante la partita non ha perso occasione per applaudire alcune soluzioni sensazionali del proprio avversario.
A fine partita, Berrer si è lasciato intervistare dal nostro inviato Giulio Gasparin.
Ottima vittoria oggi, in un certo senso facile, o meglio, è stata una bella lotta ma il risultato ti dava abbastanza margine. Come ti sei sentito oggi in campo?
Va sempre meglio, prima di venire qui ho avuto un periodo un po’ difficile, dopo che la mia seconda figlia è nata questa estate, il 25 di agosto (congratulazioni!). È stato un grande cambiamento, adesso abbiamo due figli quindi è più difficile lasciare casa e la mia famiglia da sola, quindi non sono neanche riuscito ad allenarmi molto, per cui i risultati non sono venuti e la sicurezza nel mio gioco è calata. Quindi spostarsi da casa non è ideale, però sto cercando di farlo per ottenere i punti che mi servono per essere testa di serie alle qualificazioni degli Australian Open, anche perché cercherò di giocare un altro anno anche se sarà dura.
Cosa ti è sembrato del gioco del tuo avversario? Lui è molto giovane, ha 16 anni meno di te…
Sì, sono sicuro che diventerà un ottimo giocatore perché ha la fortuna di avere un allenatore eccezionale, ed è questo che fa la differenza. Lo conosco molto bene e so che ha lavorato con ottimi giocatori, come Starace, quindi la sua esperienza ed il suo ottimo modo di pensare si riflettono già nel gioco del ragazzo: in campo ti fa sentire la sua presenza, si incoraggia molto, ti mostra il pugnetto, è molto coriaceo, si muove molto bene, poi ovviamente ci sono cose da migliorare. Però è anche vero che su una superficie così è difficile giudicare. Questo non è tennis, la superficie è troppo veloce, non riesci a mostrare tutte le tue capacità. Per me è particolare perché da un lato mi piace, ma dall’altro faccio fatica a fare le mie variazioni; quindi sono felice per come è andata oggi, c’è molto spazio per migliorarsi, ma finché vinci 6-4 6-3 va sempre bene.
Ovviamente tu hai fatto molta esperienza nel circuito ed hai giocato su tantissime superfici diverse e tutti quanti hanno detto che questa è molto molto veloce; è veramente così fuori dalla norma?
Nell’ATP non c’è nulla di simile, non più almeno, è tutto molto più lento nel circuito, per cui è inusuale giocare su campi del genere. Però, come ho detto, su questa superficie non riesci a mostrare tutte le tue capacità, tutto ciò che fai è bombardare col servizio, per esempio nel primo match ho servito 20 ace e questo non mi succede mai. Quindi personalmente non mi piace, perché non riesco a mostrare il meglio del mio gioco, con cambiamenti di ritmo, anche se finché funziona sono felice. Penso, però, dovrebbero considerare l’idea di rallentarla, anche perché il pubblico vuole vedere più scambi.
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