di Sergio Pastena
Passano tutti quelli con la classifica migliore, ma questo non vuol dire che gli ottavi di Miami non abbiano riservato sorprese: ad esempio è uscito Roddick contro Monaco, risultato imprevisto alla vigilia. E anche i tre favoriti qualcosina han rischiato all’inizio…
Big in versione diesel
Djokovic-Gasquet, Nadal-Nishikori, Murray-Simon. Pronostici della vigilia: tre vittorie in due set, e così è stato. I tre favoriti del torneo di Miami, tuttavia, hanno avuto in comune una partenza lenta. Novak, ad esempio, ha letteralmente regalato un break di vantaggio a Gasquet con una serie di errori gratuiti di rovescio e, dopo averlo recuperato, ha rischiato più volte di subirne un altro prima di chiudere il set per 7-5: da quel momento la partita è andata in discesa. Rafa Nadal ha avuto ancora più problemi contro il giapponese Nishikori, estremamente aggressivo per quasi tutto il match: dietro di un break, lo ha recuperato per chiudere 6-4 il primo set e portarsi poi 5-3 nel secondo. A quel punto l’incontro ha avuto un sussulto con il break del giapponese ma, come nella più collaudata liturgia nadaliana, immediato è arrivato il controbreak che ha consegnato la partita al maiorchino. Andy Murray, invece, contro Simon ha avuto pochi problemi, ma a guardare i primi due games la partita non sembrava destinata ad andare così: per tenere il primo turno di servizio lo scozzese ci ha messo 22 punti, tre palle break annullate e più di un quarto d’ora, mentre il francese ha tenuto il suo a zero. Poi il buon Andy ha cominciato a carburare e a Gilles è toccato fare le valigie.
Tra i tre, ad ogni modo, quello che ha brillato meno è stato certamente Nadal. Djokovic è entrato in campo in versione “bello addormentato” regalando di tutto all’avversario e Murray ha avuto una partenza lenta, ma a parte le difficoltà iniziali i due hanno poi giocato match in pieno controllo. Il maiorchino, invece, contro Nishikori non è apparso al meglio ed ha avuto più di un problema: la differenza, al solito, l’han fatta i punti importanti, con Nadal che ha convertito il 40% delle palle break a fronte del 25% dell’avversario. Contro Tsonga, però, servirà decisamente qualcosa di più.
Juan Martin ancora rimandato
La sfida tra Del Potro e Ferrer era di particolare interesse per un motivo molto semplice: lo spagnolo è l’unico dei tre della “terra di mezzo”, ovvero il trio che divide i Fab Four da quelli da Fish in giù, ad avere un bilancio positivo con l’argentino. Del Potro, in questi mesi, ha già battuto Berdych e Tsonga, mentre ancora doveva sfidare Ferrer: le due volte che aveva superato lo spagnolo era nel suo periodo di grazia, ma l’anno scorso ci aveva perso in Davis. Ha vinto Ferrer, pure abbastanza nettamente: lo spagnolo è stato freddissimo sulle palle break (lo score finale recita 3 su 7, ma prima dell’ultimo game era 2 su 2 e il match a quel punto era già compromesso) oltre a concretizzare meglio dell’avversario le prime di servizio (77% vs 62%). Una partita non può certo valere come regola generale, ma l’impressione è che al Del Potro visto in questo primo scorcio di 2012 manchi ancora un bel po’ di cammino per riproporsi nel ruolo di “quinto Beatle” del tennis internazionale.
America a due marce
Ci si aspettava un derby nei quarti, invece resta solo Mardy. Fish ha battuto in tre set Almagro in un match, come prevedibile, molto lottato: lo statunitense si è assicurato la permanenza nella Top Ten dopo questo torneo e la conferma delle semifinali del 2011 appare decisamente possibile. Obiettivo non da poco, per un tennista che ancora due settimane fa sembrava fuori fase ed ora, pur cominciando a carburare, non sembra ancora essere al meglio.
Il quarto di finale doveva essere con Roddick, per la gioia del pubblico americano, invece sarà con Juan Monaco che ha steso A-Rod con un sorprendente 7-5 6-0: solo tre volte l’americano aveva preso un bagel sul duro, la prima volta contro Haas (ma era molto giovane) e le altre due volte da tale Roger Federer, proprio quello che aveva battuto nel turno precedente. Contro lo svizzero Roddick aveva compiuto un’impresa: oltre a giocare bene tutti i punti importanti e ad ottenere l’unico break con un game di risposta nel quale sembrava che Federer fosse lui, aveva mantenuto medie di conversione alla battuta degne dei tempi migliori, quando negli ultimi due anni quei dati si sono abbassati tutti di 4-5 punti percentuali. Troppo poco, specie quando hai dall’altra parte uno specialista degli scambi lunghi come l’argentino.
Nella partita con Monaco, infatti, vuoi per la stanchezza vuoi per una giornata storta, le percentuali sono tornate agli standard 2011-2012 e l’argentino ne ha approfittato con cinismo. Anche quando, sul 7-5 4-0, si è trovato sotto 0-30 alla battuta, Juan non ha ceduto di un millimetro e, complice un po’ di fortuna (un colpo sbilenco atterrato sulla riga) ha chiuso 6-0: comprensibile, contro Roddick a Miami è meglio non rilassarsi. Un peccato per A-Rod: un’eventuale semifinale gli avrebbe fruttato 270 punti in più, catapultandolo a ridosso della Top 20. Considerando che sulla terra non difende punti e a Wimbledon solo un terzo turno, l’impresa di tornare nei 16 per gli Us Open sarebbe stata possibile.
Premiata ditta JT & JT
Negli altri due match del preserale hanno brillato particolarmente Tsonga e Tipsarevic.
Il francese non ha dato scampo a Florian Mayer, impressionando particolarmente alla battuta: il povero tedesco ha fatto solo 1 punto su 22 sulla prima di Jo-Wilfried, lui che due giorni prima aveva addomesticato quella di Isner che, anche quando non batte al meglio, resta sensibilmente oltre la media in quel fondamentale. Un divario netto, nettissimo, oltre che un segnale lanciato a Nadal in vista dei quarti.
Janko Tipsarevic, dal canto suo, ha dimostrato ancora una volta la sua evoluzione: il tennista colto e con una genialità alla Savicevic ha limato sia i difetti mentali che le parti accademiche del suo gioco e in campo si vede. Lui i punti chiave non li ha sbagliati, mentre Dimitrov ha giocato malissimo il tie del primo set e non ha salvato nessuna delle due palle break che hanno di fatto chiuso l’incontro nel secondo.
Il programma dei quarti
Djokovic (1) – Ferrer (5)
Monaco (21) – Fish (8)
Tipsarevic (9) – Murray (4)
Tsonga (6) – Nadal (2)
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