Kamil Majchrzak batte Lorenzo Musetti e guadagna a Pune il pass per la prima semifinale ATP della sua carriera. Il polacco ritoccherà il suo best ranking, sarà almeno numero 80 ATP, un traguardo degno di nota per un giocatore che a 26 anni sta finalmente trovando la sua strada. La storia di Kamil non è quella di un predestinato, nonostante l’ottima carriera junior possa trarre in inganno. L’oro Olimpico giovanile conquistato nel 2014 a Nanchino, in un tabellone che tra i tanti vedeva al via Rublev, Khachanov e Harris, lo ha seguito come un’ombra per più di qualche anno. Il limbo dei Challenger ed una serie di infortuni hanno poi caratterizzato diverse stagioni, il peggiore stop quello per la rottura dell’osso pelvico.
Solido già in gioventù, il tennis di Majchrzak si è evoluto puntando forte su questa dote, mettendo gradualmente da parte il ventaglio di variazioni che per qualche anno ha avuto a disposizione. La transizione al professionismo è stata buona e la classifica tutto sommato mai tragica, sempre in linea con quanto espresso in campo. Il classe 1996 in fin dei conti è stato a lungo un giocatore monocorde. Ottimo servizio, da fondo solido su entrambi i lati e poi giusto qualche esaltazione con il rovescio. Di questo conviene in parte anche il diretto interessato, che dopo un terzo turno agli US Open ed una breve apparizione in top 100 nel 2019, ha deciso di voler dare una svolta alla sua carriera.
Rotta la lunga collaborazione con Tomasz Iwanski, Kamil ed il suo agente cercavano un profilo differente, un tecnico che vantasse esperienze importanti da giocatore e da coach. A dicembre 2020 Majchrzak si è dunque accasato alla “Good to Great Tennis Academy” di Danderyd (Svezia). Nella struttura fondata a 13 km da Stoccolma da Magnus Norman, Nicklas Kulti e Mikael Tillström, è nato il matrimonio con una quarta figura: Joakim Nystrom. L’ex numero 7 del mondo dopo il ritiro ha accolto sotto la sua ala Thomas Enqvist, Jürgen Melzer, Andreas Haider Maurer e Dominik Thiem, di quest’ultimo è stato solo assistant coach. L’ex capitano della nazionale svedese di Coppa Davis e Fed Cup, si avvale inoltre della collaborazione dell’italiano Gianluca Marchiori, reduce dalle esperienze con Dayana Yastremska, Daniel Brands e Varvara Lepchenko.
Majchrzak è ripartito da nuove basi. Senza snaturarsi ha rifondato il suo gioco e ha ritrovato uno status mentale ottimale. Un tennis diventato per certi versi troppo solido, si sta vivacizzando con un numero crescente di accelerazioni e discese a rete, propiziate in particolar modo dal rovescio. Come dimostra il match contro Musetti, queste doti si possono esaltare fino ad un certo punto, poi emergono dei limiti valicabili solo con tempo e lavoro. Nella parte centrale dell’incontro il ritmo del tennista di Piotrków Trybunalski è stato spezzato dal back del rivale azzurro, che gradualmente ha rallentato gli scambi e si è creato varie opportunità di entrare con i piedi in campo. Majchrzak nell’arco del confronto ottiene però una maggiore resa dal servizio e soprattutto nei momenti opportuni converte le occasioni a suo favore. Le prospettive non sono quelle del campione, ma Majchrzak cresce con i suoi tempi e non ha paura di provare a sognare.
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