(Paolo Lorenzi – Foto Ray Giubilo)
di Marco Mazzoni
Il venerdì mattina pre-Wimbledon si entra per davvero nel clima torneo. Su Twitter furoreggiano le foto dei fortunati che sono già a Church Road: chi lavora sul centrale per gli ultimi ritocchi, chi passeggia tra i vialetti del club sistemando fiori, e chi semplicemente respira a pieni polmoni oltre un secolo di magia, palpabile in questo luogo “sacro” a chi ama il tennis. Arrivano anche centinaia di scatoloni di palle, su cui saranno puntati gli occhi di tutto il mondo per la quindicina del torneo.
A far salire a mille l’adrenalina ci pensa il sorteggio, alle 11 in punto. Inutile nascondersi, chi dice che non guarda il sorteggio è un delizioso bugiardo, giocatori inclusi. La curiosità per scoprire gli accoppiamenti diventa morbosa, invadente. L’attenzione è sui nostri azzurri, sui big e anche sui giocatori più amati in genere, quelli interessanti e potenzialmente pericolosi. Via via che draw avanza ed escono i nomi grazie alla diretta Live di Radio Wimbledon, scattano i primi sussulti, tra speranze deluse, rabbia e meraviglia. Ci si mette spontaneamente ad ipotizzare scenari, possibili sorprese e match stupendi, nella prima come nella seconda settimana. Siamo a Wimbledon, lo spettacolo è quasi sempre una garanzia.
Djokovic non pesca così bene: subito il tennis brillante di Golubev (grandissimo anche ai microfoni di Eurosport!) e poi forse Stepanek, che al Queen’s pochi giorni fa ha fatto vedere i sorci verdi al Wimbledon Champion 2013 Andy Murray. E dalla sua parte pure Tsonga, Gulbis, non un bel draw per Nole. Pure Nadal non potrà scherzare troppo: primo match vs. Klizan, quindi Rosol (!!!) o Paire, forse le “bombe” di Karlovic al terzo. Mica facile. Il tabellone si compone rapido, e mille storie e sfide allettanti sono in vista. Non è questa la sede per un’analisi futuristica di quel che potrebbe essere l’edizione 2014 dei Championships, lo vivremo con passione giorno dopo giorno.
Mentre scrivevo e ascoltavo in sottofondo Radio Wimbledon, è arrivato l’annuncio di un primo turno che non può passare inosservato: Mr. Roger Federer ha pescato per il suo esordio Mr. Paolo Lorenzi. Stop.
In quell’istante un vortice di pensieri ha iniziato a complicare la mia mattinata, diventando sempre più invadente. Sarà per l’infinita stima che nutro per il senese, per la sua storia molto particolare, per il suo modo di stare in campo che lo rende unico, nei giorni belli e brutti, tra vittorie e sconfitte. Sarà perché al Foro Italico lo intervistai al volo pochi minuti dopo aver battuto l’ostico Montanes nel 2010, e la sua gioia sincera mi è rimasta dentro e non mi ha più abbandonato. Ogni volta che riesco a parlarci è un piacere, ed una scoperta. Mi lega a Paolo la nostra terra toscana, qualche passione extra tennistica, la sua simpatia travolgente. Ma soprattutto ammiro la sua immensa passione per il tennis, il suo modo di stare in campo sempre esemplare. Anche contro l’avversario più ostico dal punto di vista tecnico o agonistico lui c’è, ci prova, e mette in campo una sapienza tennistica che va oltre le sue qualità tecniche, e che lo porta spesso ad andare oltre i suoi limiti, ad un passo dall’impresa. E non parlo solo di quel match capolavoro contro Nadal al Foro Italico, ma anche della grande partita in Davis a Torino, e tante altre. La sua cavalcata quest’anno sul rosso di San Paolo è stata esaltante, per restare in tempi recenti. Stima infinita.
Quando ho sentito il suo nome abbinato a Roger, ho iniziato a provare sensazioni forti e contrastanti. Da un lato speravo ardentemente che il sorteggio fosse con lui più benevolo. Tutti sanno della sua “magnifica ossessione”, passare finalmente un turno in un torneo dello Slam. Su erba il suo tennis molto personale, che può votarsi all’attacco e diventare imprevedibile ed insidioso, poteva finalmente regalargli questa soddisfazione (che merita ampiamente), a patto di avere una partita giocabile. A Wimbledon che ti può capitare peggio di Federer? Fresco vincitore ad Halle poi, quindi in discreta forma e magari prontissimo a sparare le ultime cartucce di una carriera inarrivabile… No, è andata proprio male. Oppure no?
E se invece Paolo fosse orgoglioso di un’opportunità del genere? Sfidare il Re del tennis nel suo tempio, dove ha scritto pagine ineguagliabili di questo sport… sognando magari l’impossibile. Un’impresa che non solo infrangerebbe una barriera personale ma che lo consegnerebbe alla storia del nostro tennis.
Non so cosa darei per essere nella testa di Lorenzi in questo momento, capire quel che sente, quel che sogna da un match del genere. Probabilmente è emozionato, sta vivendo un mix di rabbia ed adrenalina difficilmente spiegabile. Visto il sorteggio, sta sognando di calcare il Centrale, il campo da tennis più nobile e famoso del mondo. Paolo negli Slam ha giocato contro un super-big per due volte, in Australia e New York sempre contro Djokovic. Ma Wimbledon è un’altra cosa, e contro Federer forse lo è ancor di più. Chissà cosa si immagina in questo momento. Magari già pregusta ogni attimo delle fasi precedenti al match. L’incontro con Roger nel lungo percorso che lo porterà a fianco del 7 volte campione dagli spogliatoi al campo, guardando con rispetto le foto giganti dei miti che hanno alzato la coppa più importante del tennis: Laver, Borg, McEnroe, Sampras, Federer, Nadal… E quindi scrutare la lapide posta sopra alla porta da cui si accede al campo, che riporta un estratto della poesia “If” di Kipling (dedicata dal poeta al figlio), che ammonisce i due atleti recitando “Che tu possa incontrare il trionfo e la rovina e fronteggiare quei due impostori nello stesso modo”, presagio di vittoria e di sconfitta, del senso dello sport e della vita. Fino ad entrare per davvero sul Centre Court, restando quasi abbagliato dalla luce che esce ed illumina quel prato verdissimo, quasi immacolato. Cosa proverà Paolo con quel primo passo su quell’erba soffice, dove si sono scritte le pagine più belle della storia del tennis, avanzando a fianco di Federer. Sarà per lui un momento di elettricità pura, forse così tanta da mandarlo il tilt per un attimo, fino a raggiungere la sua sedia, magari per sedersi qualche istante e fermare nella memoria tutto questo. Gli spalti pieni, i fotografi, gli applausi, il tutto dalla vista più privilegiata che si possa avere a Wimbledon.
Oggi non possiamo sapere se il loro match si disputerà davvero sul Centrale, con Roger all’esordio è molto probabile; ma se anche fosse scelto il campo n.1 le sensazioni sarebbero ugualmente fortissime, travolgenti. Quel che è certo è che Lorenzi ci proverà, ne sono sicuro al 100%. Forse riguarderà il match dell’anno scorso, quando Stakhovsky con un superbo e spregiudicato gioco d’attacco fece un clamoroso sgambetto allo svizzero. Lorenzi proverà ad attaccare, a rispondere, a tagliare ogni palla per renderla insidiosa, a volare a rete, dando il meglio di se stesso. Sarà una partita difficilissima, sportivamente quasi impossibile. Ma sognare non costa nulla, anche perché Federer non è più il sublime tiranno dei giorni migliori e sotto pressione qualcosa concede.
Auguro a Paolo con tutto il cuore di vivere una giornata fantastica, che possa davvero “incontrare il trionfo e la rovina e fronteggiare quei due impostori nello stesso modo”, regalandosi un pomeriggio magico, che nessuno potrà portargli via.
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