di Sergio Pastena
Tutto considerato a Winston-Salem c’erano le premesse affinchè il titolo andasse a un grande battitore: Andy Roddick e John Isner in campo, cemento americano, avversari non proprio da incubo. A prendersi il trofeo, però, non è stato A-Rod ma bensì Long John, bravissimo a rimediare più volte a situazioni difficili nel corso del torneo.
Dopo aver superato con l’identico punteggio di 7-6 6-2 sia Sela che Nieminen, il lungagnone di Greensboro ha avuto una partenza shockante contro Baghdatis ma, dopo l’1-6 iniziale, ha avuto il merito di non disunirsi finendo per vincere al terzo. La semifinale contro Roddick, come previsto, è stata tirata anche se è finita in due set. A quel punto, visto che in finale per l’americano c’era il sorprendente Benneteau, uno che su quattro finali in carriera ne aveva perse… quattro, l’esito finale pareva scontato.
Alla fine tutto è andato secondo pronostico, ma Isner ha dovuto rimontare ancora una volta da un set di svantaggio per avere la meglio sul transalpino, molto combattivo ma, come al solito, con una vocazione da choker che Mathieu al confronto è Terminator: tre rimonte contro Andreev, Stakhovsky e Haase e poi, sul più bello, una rimonta subita per un film già visto. Ad ogni modo merita un applauso.
Per il resto: Melzer decisamente negativo, fuori contro Andreev; un Dolgopolov discreto ma nulla di più; Dimitrov pecca ancora di esperienza; Monaco fa quello che può è anche di più; Davydenko proprio non riesce a tornare. Attendesi Us Open per vedere come stanno i big. Stop.
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