di Luca Brancher
Laurent Lokoli o la bontà del sistema tennis transalpino. Raccontare la sua storia, riesumare dalle sfaccettature di una carriera ancora in nuce i risvolti più amari verso cui un professionista può incappare è un mero esercizio di stile se comparati al grande risultato conseguito in questa settimana. Laurent è una promessa, Laurent ha tutto per sfondare, Laurent fatica, Laurent sembra perso, Laurent ci siamo! E stiamo parlando di un ragazzo di 19 anni e mezzo.
Male che vada, con la vittoria su Filip Krajinovic, Lokoli un primato lo ha già conquistato: sarà il primo tennista corso a giocare una partita nel main draw parigino. Bravo, e bravo lo è davvero. Sotto certi aspetti non è sbagliato paragonarlo a Jo Tsonga, per quanto sia sempre improprio attribuire, come modello di un tennista, una persona a cui rimandi fisionomicamente. Eppure in questo caso c’è del vero, perché Laurent ricorda Tsonga sia nel fisico, sia nel gioco potente, basato su una grande combinazione servizio-dritto. Inoltre sa trascinare la folla: dopo il match point, con cui ha chiuso la contesa che lo vedeva sfavorito contro il serbo, Lokoli si è lasciato cadere a terra, urlante, prima di rialzarsi e levarsi la maglietta rivolgendosi festante verso il pubblico. Sugli spalti c’era il padre, Dominique, che al figlio rende circa quindi centimetri in altezza, ma che ha saputo trasmettergli lo spirito competitivo, dal momento che, tra gli anni ’70 e ’80, è stato un discreto difensore nella prima divisione francese, arrivando ad indossare la maglietta del PSG. E se il Campo numero 7 del Roland Garros non è minimamente paragonabile al Parco Dei Principi per il numero di spettatori che può contenere, oggi pomeriggio la distanza sembrava completamente colmata.
Eppure fino a 12 mesi fa, Laurent, lo stesso tennista capace di aggiudicarsi, nel 2010, l’Orange Bowl under 16, oltre al titolo nazionale di categoria, francamente non appariva propenso ad assecondare le aspettative. “Lo scorso anno, di questi tempi, ero classificato attorno alla 1000esima posizione mondiale, ci sono stati degli errori, ma sono cose di cui evidentemente non ho alcuna voglia di parlare proprio ora. E poi rispetto a Lucas Pouille (suo coetaneo e maggior rivale nei tornei giovanili francesi), che è già un top-200 ed è in tabellone qui a Parigi, ho un tennis più difficile, che ha bisogno di tempo per diventare efficace. Questo tempo è passato e, grazie alla pazienza e alla capacità della federazione, ora sono seguito da persone di cui mi posso completamente fidare”. L’anno passato, infatti, fu deciso che Lokoli venisse seguito da Thierry Tulasne, ex tecnico di Gilles Simon, che “mi ha donato una disciplina nel lavoro che mi mancava completamente, oggi sono contento di stare sul campo ad allenarmi: questo mi ha permesso di crescere sia da un punto di vista fisico che da un punto di vista mentale.” “Sul talento e sulle qualità di Laurent siamo sempre stati tutti pronti a scommettere” – aggiunge Tulasne – “ha un servizio che può raggiungere i 225 km/h, un dritto eccezionale, ma gli mancava il giusto approccio mentale nello scambio per affrontare in maniera corretta tutti i punti, seguiva troppo spesso il suo istinto e diventava molto incostante all’interno della stessa partita”.
C’è stato un momento in cui probabilmente Laurent ha capito di non essere tanto distante dal grande tennis cha agognava di raggiungere, mentre i risultati sul campo, però, sostenevano esattamente il contrario. Dopo aver subito un’imprevista sconfitta contro Quentin Robert, giocatore delle isole Reunion, Lokoli si concesse un breve periodo di allenamento e, per quattro giorni, a fine luglio, fece da sparring partner a Novak Djokovic, che, al termine, lo ringraziò con un tweet
Thank you Laurent Lokoli for great 4 days of practice.Very nice and talented guy,wish him the best!thx for gifts 🙂 pic.twitter.com/f4RPjra04U
— Novak Djokovic (@DjokerNole) 31 Luglio 2013
Che sia un caso, o meno, la settimana successiva Laurent raggiunse la sua prima finale future assoluta, e, dopo altri 7 giorni, conquistò il primo titolo, ad Innsbruck, non cedendo nemmeno un set. La strada intrapresa era quella giusta, come sarebbe stato confermato, un mese più tardi, dal conseguimento della semifinale nel challenger marocchino di Kenitra, suo miglior risultato assoluto. Così, quando il comitato del Roland Garros ha elargito le wild card per le qualificazioni, non ha potuto fare a meno di ricordarsi della vecchia promessa, che ancora deve però compiere i 20 anni.
Al primo turno Laurent ha regolato in maniera autoritaria il tennista italo-lituano Laurynas Grigelis, un doppio 7-5 con break ottenuto all’11esimo gioco in entrambe le occasioni, prima di compiere un vero e proprio miracolo contro il top-100 russo Evgeny Donskoy. Perso il primo set per 6 giochi a 3, nel secondo parziale i due tennisti mantenevano senza grossi affanni il proprio turno di battuta, fino al 6-5 per il russo, quando Lokoli doveva fronteggiare ben 3 palle match (non consecutive): una volta salvatosi, la contesa sarebbe divenuta una sinfonia dell’atleta di Bastia (7-1 il tie break, 6-2 il set conclusivo). Nell’incontro finale, contro il serbo Filip Krajinovic, il transalpino è dovuto nuovamente uscire da una situazione intricata, con 4 set point annullati sul 4-5 della prima frazione, chiusa poi per 7 giochi a 5, viatico necessario per il raggiungimento di uno dei 128 posti disponibili nel main draw.
Al termine della partita, Laurent, tesserato per un circolo della Costa Verde, nella sua Corsica, non ha scordato di dire che lo sforzo era dedicato alla sua terra: ora, con questi risultati, si è però guadagnato l’attenzione di tutta la Francia. Nessuno gli chiederà ora più di quello che ha già fatto, ma lui sa di poterlo fare.
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