Lunedi 26 Gennaio, ore 17.30 – seduta di palestra con il nostro Preparatore atletico Gianfranco Palini: abbiamo un minuto e mezzo di riposo tra una serie e l’altra sulla panca piana e Luca mi fa: “Tommy, sono ancora 2 fuori da Quito: sto impazzendo, non si cancella nessuno; entro stasera devo decidere se andare o meno perché scadono le iscrizioni della settimana di Rio…cosa mi consigli?” Tra le valutazioni dei pro e i contro nel rischiare questa trasferta, è già tempo di una nuova serie alla panca.
Lunedì 26 Gennaio, ore 19.00 – io e Giorgio Portaluri , siamo nel soggiorno a guardare la TV, mentre Luca esce dalla sua camera e dice: “Fabs, ci sono buone notizie: sono entrato a Quito”. La felicità gli si legge chiaramente in faccia per essere entrato per la prima volta di diritto nel main draw di un torneo ATP. Certo, è 149 ATP, non si entra tutte le settimane con un ranking del genere, ma Quito è un torneo particolare e il cut è leggermente più basso.
Lucone non ci pensa due volte e comincia ad organizzarsi con i voli per la trasferta. Due giorni di allenamento sulla terra e la “gita sudamericana” ha inizio. Tra tutti gli scenari possibili della sua trasferta, non avrei mai immaginato di vederlo nella finale di un ATP, quanto meno nel giro di due settimane. Vero che il suo stato di forma andava alla grande: ci abbiamo dato dentro molto intensamente con la preparazione invernale e lui ne aveva già raccolto i frutti qualificandosi a Chennai e superando un turno di quali a Melbourne. Il suo atteggiamento era determinato a scalare posizioni, a dimostrare di valere ancora di più della sua classifica, a scoprire realmente tutto il suo potenziale. Le mattine alle 7, a correre insieme per le vie di Foligno con il freddo che ci entrava nelle ossa, la spinta a migliorare le trazioni alla sbarra, le ore di tennis nel pallone di Villa Candida, gli allenamenti allo stadio per andare sempre più forte.
Tanto, tanto sudore ripagato con gli interessi. E ora che sei lì, Lucone, continua a spingere sull’acceleratore e ad ammirare il capolavoro che hai fatto.
Respect
Thomas
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