di Sergio Pastena
La settimana scorsa non gliel’avevamo chiamata, piú che altro per scaramanzia: vedendo la classifica di Fabio Fognini, era evidente come solo una crisi totale e una combinazione complicatissima di risultati degli avversari potessero privarlo di quella posizione “numero 17” che ormai sembrava diventata una maledizione.
Una maledizione fastidiosa, perché dopo che hai visto due tennisti fermarsi al numero 18, uno al 19 e, dopo tanti anni, un altro arrivare a quella diciottesima posizione dannatissima per poi tornare a scendere, tendi quasi a pensare che sia destino.
Una maledizione che ti si incolla addosso e ti dá prurito tanto che, durante il match a Umago con Monfils di oggi, ho cominciato davvero a grattarmi come un dannato quando dal 5-0 per Fognini nel terzo si é passati al 6-5 per il francese con tanto di triplo match point annullato.
Poi il balsamo Fabio ha fatto il suo effetto.
Un Fabio nuovo, e questo l’abbiamo detto mille volte, un Fabio capace di guadagnarsi la tredicesima anche se siamo ormai in agosto, infilando una striscia di successi consecutivi che é difficile veder mettere assieme anche a tennisti molto affermati.
E una volta svanita la maledizione, crollata la barriera, tutto é stato piú facile, tanto che questa vittoria vale a Fognini l’ingresso nei Top 15. Il tutto, si badi bene, sempre con meno punti degli avversari da difendere da qui alla fine dell’anno e prospettive di miglioramento.
A poco vale parlare del match, di come Fabio si sia momentaneamente perso dopo il 6-0 iniziale, lasciando il secondo set a Monfils, per poi tornare, sparire e tornare ancora. Lo faceva spesso, ma ancora piú spesso non riusciva a ritrovarsi in tempo. In questo magico mese gli é riuscito sempre.
Intanto, mentre aspettiamo l’esito del terzo set di Seppi-Robredo per sapere se avremo una finale tutta italiana, non possiamo fare altro che continuare nel lungo applauso che dura ormai da tre settimane.
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