Sono 20 anni e potrei dire “20 anni e non sentirli” ma mentirei. Sono 20 anni che vengo a seguire l’Atp di Bucharest, con qualche pausa forse in un paio di stagioni, ma li ho visti tutti dal vivo. Mi potrei lanciare nei ricordi, raccontando quando nella prima occasione vedetti giocare Pat Rafter sulla terra a settembre (ancora mi domando perché ci andò a giocare….), perdere contro Arnaud Boetsch e il doppio Rafter-Phillipousis giocare contro Pioline-Boetsch. Vi potrei raccontare di tutti i giocatori italiani che ho incontrato, dei loro risultati e delle loro partite o delle serate insieme, ricordo quasi tutto (comunque invecchio…) ma vi annoierei. Voglio però ricordare una sola cosa che sinceramente mi rattrista un po’ perché so che a meno di miracoli non succederà più: è il primo anno dopo tanto tempo senza Volandri e Fanucci che sono stati rispettivamente, come giocatore e come allenatore, gli italiani con i migliori risultati in questo torneo anche perché tra i più costanti frequentatori. Mi mancherà seguire le partite vicino a Fenuch che soffriva sempre come un pazzo ma che con la sua ironia toscana riusciva sempre a farmi sorridere. Basta amarcord, un po’ era dovuto, ma anche l’attualità di oggi non è male.
Il mio torneo per la verità era iniziato ieri, ma causa clima invernale (ieri 5 gradi a Bucarest…) e mia età non più giovanissima, sono arrivato alle 11 e tornato a casa alle 17, con la febbre a 38 senza riuscire a vedere né Fabbiano né Giustino che hanno iniziato poco dopo. Ho sofferto ma non ce l’ho fatta, ci ho provato. Le aspirine fanno miracoli ormai e sono riuscito a presentarmi in condizione accettabile a seguire il torneo nella sua prima vera giornata.
Il primo incontro che ho seguito è stato quello di Thomas Fabbiano contro il giovane rumeno Dima. Il rumeno è un classico giocatore di scuola rumena, non troppo forte fisicamente, ma dotato di un bel rovescio ad una mano, un tocco discreto, un dritto più insicuro e falloso, ma discretamente solido e talentuoso. Tommy è stato bravo a far valere la sua maggiore esperienza e capacità di gestire i momenti importanti vincendo per 6-4 6-1. C’è stato match per tutto il primo set e l’inizio del secondo con games lottati fino all’inverosimile, per poi approfittare del vantaggio psicologico accumulato per chiudere in tranquillità. Di Tommy mi è piaciuto l’atteggiamento molto sereno, la capacità di fare gioco malgrado non abbia una grande potenza. Serve bene malgrado l’altezza spesso al centro e gli piace spingere con il dritto ma anche fare smorzate o venire a rete. Non lo conoscevo benissimo ma è un giocatore brillante, istintivo e divertente e chiaramente in questo periodo in grande fiducia. Nel primo turno di quali aveva vinto eliminando Hernych annullandogli 4 match point consecutivi da 2-6 al tiebreak del terzo, un miracolato in qualche modo ma anche uno che i miracoli fa di tutto per farli avvenire. Al termine del match mi ha raccontato di quello che gli sta accedendo adesso che ha cominciato a vincere con più continuità: “Sinceramente non ho cambiato nulla del mio gioco. Faccio le stesse cose di prima, cerco di imporre il mio gioco senza preoccuparmi di guardare troppo come gioca l’altro. In inverno ho lavorato molto sul dritto e sulla preparazione fisica ma credo che la chiave dei risultati attuali sia la fiducia acquisita dopo aver vinto tre futures di fila. Da allora ho acquisito fiducia e come mi hai detto anche tu serenità in campo. Sono più sereno e gioco più tranquillo ma magari domani sono 5 pari al terzo e spacco un fusto (ridendo), chi lo può sapere…..Giocherò con Tipsarevic, comunque è una bella soddisfazione”. Come dice Chiambretti, “comunque vada sarà un successo”!!!
Lo sarà anche per Lorenzo Giustino che nel campo a fianco regolava con qualche lamento per i dolori al ginocchio e per il rumore intorno al campo, il russo Donskoy che è sembrato più debole. Giustino la qualificazione l’aveva probabilmente meritata già al primo turno di quali eliminando il tedesco Kamke, numero 117 ATP e prima testa di serie. E’ stata quindi la rivincita di due italiani che di solito lottano nei tornei minori e che si trovano qualificati in un ATP. La rivincita di due giocatori per l’occasione barbuti come vuole in Italia la moda ma anche come i “Barbudos” che partirono con il Grama e conquistarono Cuba. Gli auguro uguale successo.
La mia curiosità mi ha spinto a spostarmi sul campo centrale per guardare Borna Coric contro Sergy Stakhovsky. Avevo incontrato Coric il giorno prima passeggiando per il torneo e devo dire che mi è sembrato un ragazzino tranquillo, ma appunto un ragazzino. Faccia da bambino e fisico apparentemente molto normale e neanche altissimo, forse un metro e 80. Vederlo in campo è un po’ diverso perché si vede che i quadricipiti delle gambe sono di uno sportivo autentico e di livello. Proprio le gambe e la sua capacità di muoversi in campo sono la cosa che impressiona di più, si muove già adesso benissimo ed è sempre posizionato perfettamente con gli appoggi. La tecnica è già di buon livello, pulito nei gesti, serve bene malgrado non sia un colosso, fondamentali ottimi senza giocare con particolare top, ha anche una buona mano. In campo è intelligente, fa le scelte giuste ed ha una personalità che ricorda un po’ Nadal, perché si rifiuta di perdere anche le partite che in modo normale dovrebbe perdere. Con Stakhovsky ha sofferto perché non ha ancora quella potenza che gli permette di fare la differenza in campo già adesso e certamente l’avrà in poco tempo. Ne avrà probabilmente abbastanza per vincere molto sulla terra, visto che il gioco di gambe non so se sia sufficiente per dominare sul veloce. Mi ha impressionato, sinceramente, penso che diventerà un campione perché ha tante doti e ne ha l’atteggiamento, non so se diventerà un campionissimo come Federer o Nadal ma è sicuramente il profilo giovane più interessante attualmente insieme a Kyrgios. La partita non ve l’ho raccontata perché è la sintesi di tutto quello che vi ho detto, forse oggi doveva perdere ma non ha voluto malgrado abbia faticato a vincere i match con giocatori insidiosi come quello di oggi. Stakhovsky se non è riuscito a vincerci oggi, molto probabilmente non ci riuscirà più. Borna, il futuro è tuo.
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