di Federico Scarà
Era il 15 aprile scorso, Master 1000 di Montecarlo: uno spento Troicki, allora numero 45 atp, perdeva agevolmente al primo turno (61 62 da Nieminen). Sia durante la vigilia del torneo, che in seguito alla sconfitta, il serbo aveva sottolineato come non fosse in ottime condizioni.
Il peggio però non era ancora arrivato, infatti Troicki di li a poco venne chiamato per un controllo anti-doping, che costò al serbo una squalifica di 18 mesi, (poi ridotta a 12) poiché si rifiutò di eseguire le analisi del sangue, chiedendo di poter rimandare il test di 24 ore perché sta male e ha paura degli aghi: la dottoressa responsabile dei controlli gli ha incredibilmente concesso questa deroga, che non rientra nelle sue mansioni e non ha evitato la squalifica al serbo, sceso così fino alla posizione numero 847 del ranking.
Il rientro non è stato per nulla semplice per l’ex numero 12 al mondo, infatti dopo il buon primo torneo disputato nell’ Atp 250 di Gstaad (dove ha battuto Thiem e Golubev prima di arrendersi dopo una battaglia di oltre due ore a Fernando Verdasco) si è dovuto tuffare nel sempre ostico mondo dei Challenger per poter risalire la classifica.
Molti di questi Challenger li ha giocati in Italia (Cortina d’Ampezzo, Como e Genova) e, sebbene ne abbia vinti due dei cinque disputati in totale, raccogliendo anche una semifinale e due quarti di finale, il ventottenne di Belgrado non ha brillato come ci si poteva aspettare. Sono arrivate infatti sconfitte con avversari come Krajinovic, Veic e Delic rispettivamente numero 134, 313 e 178 Atp, ma non solo poiché in non poche occasioni è stato costretto a lottare più del dovuto, in particolare con giocatori italiani, come testimoniano le sofferte vittorie su Giacalone, Virgili e Trevisan.
Le due vittorie sono arrivate nei Challenger di Como e Banja Luka. Nel primo è partito dalle qualificazioni ed ha inanellato una serie di otto vittorie consecutive, una sola delle quali però con un top 200 (Facundo Arguello), nel secondo ha dovuto lottare solamente nell’atto conclusivo con Albert Ramos (allora numero 75 Atp) fornendo delle prestazioni convincenti seguite dal bel torneo giocato a Shenzen (ATP 250) dove, dopo aver brillantemente superato le qualificazioni, ha sconfitto due ottimi giocatori come Klizan e soprattutto Ferrer prima di essere sconfitto da Santiago Giraldo nei quarti di finale.
Al momento l’attuale numero 152 del mondo è impegnato nell’ Atp 500 di Pechino nel quale è entrato grazie ad una wild card ed ha sconfitto al primo turno Mikhail Youzhny; ora aspetta uno tra Feliciano Lopez e Tomas Berdych.
Senza dubbio sarà un match che saprà darci ulteriori informazioni sullo stato di forma del serbo che, dopo aver sofferto nei primi tornei sembra essere in netta crescita.
Il suo obiettivo dichiarato in questo momento è quello di rientrare nei primi 100 entro fine anno, ma ovviamente ci si aspetta di vederlo ancora più in alto.
Riuscirà Viktor a tornare ai livelli che gli competono?