(Gianluigi Quinzi – Foto Nizegorodcew)
dal Garden (Roma), Alessandro Nizegorodcew
Gianluigi sta crescendo e migliorando. Analizzare i risultati e la classifica del marchigiano, in questo momento, pare privo di senso. Chi pensava di poterlo vedere nei primi 100 a 18-19 anni non ha ancora capito come funziona questo sport. Nel tennis non ci sono formule magiche, non si può vendere l’anima al diavolo. Si deve crescere step by step, sbattere la testa di fronte a problemi tecnici, tattici e mentali.
Quinzi ha perso al primo turno del challenger romano del Garden contro Taro Daniel, ventunenne giapponese (ma tennisticamente spagnolo, vive a Valencia) numero 186 Atp. 7-5 3-6 6-4 che ha condannato Gianluigi alla sconfitta, in un match equilibratissimo e, a tratti, ben giocato da entrambi. Per prima cosa, anche se non va di moda in Italia, bisognerebbe analizzare i meriti di Daniel, tennista che in stagione su terra battuta ha già superato Delbonis, Bellucci, Arguello e lottato per un set alla pari con Almagro, quindi non esattamente l’ultimo arrivato.
Successivamente proviamo a capire cosa sta funzionando e cosa no nel tennis di Gianluigi Quinzi.
Servizio: E’ il lato meno positivo dell’attuale tennis del marchigiano. Non tira fortissimo, fa fatica a giocare la prima piatta ma soprattutto a trovare lo slice a uscire mancino. Non fa fatica a trovare il giusto taglio, bensì un angolo adeguato per buttare fuori dal campo l’avversario. La seconda non è pessima, ma è poco sicura e attaccabile. Da un ragazzo di un metro e novanta con quel fisico, bisognerebbe aspettarsi delle vere e proprie sassate e almeno un punto diretto a game con la battuta a disposizione.
Diritto: E’ il colpo che Quinzi ha maggiormente migliorato. Quando spinge la palla fa davvero male, mentre in difesa, soprattutto quando carica il top spin alto e carico incrociato, riesce spesso e volentieri a ribaltare lo scambio. Una soluzione fondamentale per il tennis di alto livello.
Rovescio: Dal punto di vista prettamente tecnico è un colpo sublime, spesso però un po’ trattenuto da un giocatore che non appare in grande fiducia. Evidentemente è un fondamentale perfetto stilisticamente, col quale può giocare vincenti lungolinea, incrociati e anche dal centro ad uscire (alcuni contro Daniel di pregevole fattura). Ha però bisogno di una variazione. Difficile, con quella impugnatura, un rovescio con taglio spin esagerato, più interessante e adatto sarebbe costruire un buon backspin.
Atteggiamento Tattico: Quinzi deve spingere, spingere sempre. Era un po’ quello che si intuiva seguendo il terzo set accanto a Eduardo Infantino e Corrado Barazzutti. Deve mettere pressione all’avversario sin dalla risposta, lo sa fare, lo deve fare. In questo sport ci vuole coraggio. E Gianluigi deve ritovare la fiducia mentale per tirarlo fuori.
Atteggiamento Mentale: Nessuna scenata particolare, nessun lamento eccessivo. Quinzi però appare poco tranquillo e sereno, sotto pressione, tanta troppa pressione. In questo senso fa bene al marchigiano giocare il doppio insieme a quel folle genio tennistico di Adelchi Virgili. I due giocano bene insieme, sono amici e scherzano molto durante i match, senza peraltro perdere la concentrazione (ieri bella vittoria al primo turno contro una affiatata coppia olandese). Quinzi gioca in maniera “carica” ma più rilassata, lascia andare di più i colpi. Che poi voglia vincere sempre è un dato di fatto… ma il doppio con “Ade” può essere un modo per ritrovare serenità in campo, questa sconosciuta.
Nel complesso la crescita tennistica di Gianluigi Quinzi è evidente e contro Daniel (oltre che meriti del giapponese) la sconfitta è giunta perché sul 4-4 15-30 (servizio Daniel) è uscito mentalmente dal campo. Ma tecnicamente le cose stanno migliorando palesemente, soprattutto sul diritto. Va però immediatamente costruito un servizio che faccia male. I problemi alla schiena e il suo noto ingobbimento non aiutano, ma una soluzione va ricercata e anche velocemente.
Addetti ai lavori e appassionati devono stare sereni e tranquilli, non esaltarsi alle vittorie (come accaduto lo scorso anno dopo Wimbledon Junior) e soprattutto non lasciarsi fuorviare dalle sconfitte. Il 2014 sarà una stagione complicato per Quinzi, e chi conosce il tennis sa che non può essere altrimenti. Perderà tante partite e ne vincerà anche alcune importanti. Un posto nei 250-200 deve essere il suo obiettivo annuale in termini di classifica, non aspettiamoci la luna da un ragazzo del 1996.
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