di Alessandro Nizegorodcew
Nick Kyrgios, Alexander Zverev, Borna Coric e non solo. Sono tanti i giovani (e giovanissimi) che da Wimbledon in avanti stanno mietendo vittime nel circuito maggiore, reclamando con forza un ruolo da protagonisti a livello Atp. A soprendere non è solamente la tecnica o la tattica, bensì la personalità. Ma non era impossibile, ormai, sfondare il muro dei Top-100 prima dei 20 anni?
Nick Kyrgios, «aussie» classe 1995, ha dato il via alla serie di exploit con la vittoria su Nadal a Londra. L’australiano ha palesato una personalità disarmante. Il fisico è dirompente, il servizio devastante e il diritto una macchina da guerra. Gli spostamenti non sono affatto malvagi per un tennista della sua stazza, mentre a livello tecnico il rovescio è troppo ballerino. Può tirare vincenti incrociati clamorosi, ma anche sbagliare con regolarità per 2-3 giochi consecutivi. Si discute molto se Kyrgios possa diventare un campione assoluto e, soprattutto, su quanto il suo gioco sia spettacolare ed esteticamente bello. Per alcuni versi ricorda Mark Philippoussis, anche se il gioco di volo del campione di Melbourne è lontano anni luce da quello, ancora piuttosto grezzo, di Kyrgios.
Alexander Zverev ha dimostrato di essere già pronto per il grande tennis. O, almeno, questo è ciò che emerge dai tornei di Braunschweig e, soprattutto, Amburgo. Bisognerà analizzarlo nuovamente lontano da casa per capirne le potenzialità, in particolar modo mentali. Zverev è un classe 1997 e nessuno si attende calma e tranquillità durante i match, ma i bene informati parlano di un ragazzo piscologicamente molto più russo (i genitori sono nati in Unione Sovietica) che tedesco (luogo di nascita). Il che vuol dire che la testa è un po’ folle e, già in alcuni match, ha dimostrato di poter perdere la testa a causa del nervosismo. Tecnicamente è invece impressionante. Rovescio bimane naturale con cui manovra tranquillamente incrociata e lungo linea. Impressionante la capacità di rispondere, su terra, ai kick da sinistra degli avversari, riuscendo ad agganciare la palla lontanissimo dal campo imprimendo potenza e angolo eccezionali. Si potrebbe quasi scomodare Nalbandian per gli angoli che può trovare con il rovescio, ma è ancora presto per un vero paragone con il campione argentino. Il diritto è palesemente il colpo più costruito, ma con il quale, se in fiducia, può sommergere l’avversario di vincenti. Il servizio è ottimo e funziona anche nei momenti importanti. Futuro roseo se accetta e capisce di essere ancora lontano dall’essere arrivato.
Borna Coric ha vinto contro il francese Roger-Vasselin il primo match a livello Atp in quel di Umago. Un incontro molto ben giocato dal diciassettenne croato, anche se la prova sconcertante (soprattutto al servizio) del transalpino non può essere taciuta. Coric, così come Zverev, possiede un rovescio bimane naturale di rara bellezza ed efficacia. Il servizio è servito nel momento del bisogno e ha subito supportato il giovanissimo di Zagabria. La prima è abbastanza potente ma soprattutto piazzata in maniera fantastica. Il diritto è esteticamente bruttino ma con il passare degli anni (e degli allenamenti) diventerà un colpo altrettanto letale. Djokovic e Murray alla sua età avevano un diritto altrettanto lacunoso, ma stagione dopo stagione hanno aggiunto qualcosa in più a questo fondamentale diventando i campioni che ben conosciamo. I grandi tennisti sono quelli che, seppur arrivati in alto, hanno la capacità di migliorare gli aspetti peggiori del proprio tennis ponendosi sempre obiettivi ambiziosi a livello tecnico e, di conseguenza, di risultati.
A livello italiano i nomi dei giovanissimi sono sempre i soliti. Gianluigi Quinzi ha cambiato coach da poche settimane e vanno concessi almeno 6 mesi a Gorriz per poter lavorare sulle lacune tecniche del marchigiano. Rincorrere Coric, Kyrgios e Zverev non ha alcun senso. Quinzi deve correre per la sua strada e non avrà problemi ad arrivare in alto. Quanto in alto è impossibile da dire. Per adesso è fondamentale implementare la parte tecnica, soprattutto riguardante un servizio insufficiente. Il match contro Dzumhur a San Benedetto del Tronto ha comunque dato discrete indicazioni. La crescita è costante anche se urge il salto di qualità tennistico. Matteo Donati, dopo un piccolo infortunio occorso qualche tempo fa, ha fatto un po’ fatica a rimettersi a correre. Ma il tennis del piemontese vale già un posto tra i Top-200. Lavorare, lavorare e lavorare, questo il diktat per Donati. Siamo certi che un coach preparatissimo come Massimo Puci stiano allenando Matteo nel migliore dei modi. Stefano Napolitano (nella foto a destra) ha ben giocato a Recanati e, sul veloce, potrà toglieri belle soddisfazioni da qui a fine anno. Stefano ha probabilmente un tennis meno spettacolare, ma fa della concretezza la propria arte. E’ il classico giocatore che magari non diventerà un campione, ma che ci possiamo aspettare top-100 tra non molto e, soprattutto, per molto. Filippo Baldi, classe 1996, è un po’ indietro rispetto ai suddetti colleghi. Lo si attende comunque con fiducia.
I nomi dei giovani e giovanissimi in rampa di lancia non si ferma a Kyrgios, Zverev, Coric e Quinzi. Desta grande interesse Elias Ymer, svedese di colore classe 1996, che non possiede un tennis particolamente spettacolare, ma che viene da molti considerato una sicura promessa. Da non dimenticare anche Yohishito Nishioka, Kyle Edmund, Thanasi Kokkinakis, Christian Garin e Laslo Djere, solo alcuni dei nomi da tenere d’occhio nei prossimi mesi.
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