(Aslan Karacev – Foto Gian-Luca Gatto)
di Salvatore Greco
Il tennis russo, l’abbiamo detto a più riprese, non sta certo vivendo il suo momento migliore. Il ritiro di Davydenko, annunciato da poco, ha calato di fatto il sipario sulla generazione più vincente della sua storia, quella appunto dei Davydenko e dei Safin. E mentre i giovani Baluda, Rublëv e Kačanov fanno ancora a sportellate nei Futures per emergere davvero, l’oscuro bosco dei giocatori russi nel circuito ATP si illumina di tanto in tanto con i fuochi accesi dal migliore di loro, ovviamente Michail Južnyj, o con alcune “scintille” improvvise. Una di queste è certamente la prestazione del classe ’93 Aslan Karacev (Karatsev nella versione “occidentalizzata”) che proprio ieri ha eliminato Simone Bolelli al secondo turno del torneo Challenger di Ortisei giocando una partita praticamente impeccabile di fronte agli errori numerosi del tennista di Budrio. “Di certo quella contro Bolelli è stata la migliore partita della mia carriera” ci ha raccontato in esclusiva Karacev, che effettivamente ieri ha ottenuto la sua prima vittoria contro un tennista nei primi cento del ranking ATP. Risultato eclatante, anche se nel filone di alcuni buoni risultati tra cui la vittoria contro il bosniaco Dzumhur (all’epoca 105, oggi 104 del mondo) durante il challenger di Tashkent, in Uzbekistan, un mesetto fa.
“Sono un grande fan di Federer, anche se sono cresciuto nel mito di Andre Agassi” dice poi Karacev, anche se il suo gioco non somiglia a quello dei suoi giocatori preferiti: il russo infatti gioca un tennis consistente da fondo, ma senza particolari guizzi. Il sito ufficiale dell’ATP lo definisce un ambidestro, ma sulla cosa lui si schernisce un po’: “il mio colpo migliore penso sia il diritto e lo colpisco solo con il braccio destro, il rovescio è bimane ma lo sento meno naturale”. Quello che è certo è che i suoi colpi, sentiti o meno, l’hanno portato in questo 2014 a raggiungere il suo best ranking, numero 221, cosa di cui comunque parla con parco realismo: “la stagione è andata piuttosto bene” dice “ho mantenuto il mio ranking e l’ho migliorato un po’, anche se ho perso tante partite, ne ho vinte alcune importanti”. Una delle sue ultime progressioni di livello in un torneo è stata durante il 250 di Mosca dove ha superato le qualificazioni anche se poi ha perso al primo turno dal talentuoso lituano Ricardas Berankis. Abbiamo approfittato del riferimento a Mosca per chiedergli cosa pensasse dello stato attuale del tennis russo e Karacev non ha nascosto il momento di difficoltà: “Certo, c’è meno gente ormai che si appassiona davvero al tennis in Russia, probabilmente perché la vecchia generazione non ha lasciato veri eredi… Non so bene dei giovani chi potrà fare bene, ma spero che arrivino presto”. Karacev stesso non è certo un veterano, è un ragazzo si 21 anni che ama giocare a pallone nel tempo libero, ma realisticamente ammette che lo scopo a cui ambisce in carriera è, al massimo, quello di entrare in top100. La carriera da juniores probabilmente prometteva qualcosa in più, “ho raggiunto la posizione numero 43 del ranking junior, ho dei bei ricordi, mi piaceva molto giocare sull’erba, oggi posso giocarci poco ovviamente e tra terra e cemento sinceramente non ho preferenze. Gioco più o meno allo stesso modo su entrambe le superfici”. Facile immaginare che il positivo ricordo sull’erba risalga alla semifinale ottenuta dal russo da junior sui prati di Roehampton nel 2011, di certo da senior non può vantare altrettanto anche se quest’anno ha raggiunto le qualificazioni a Wimbledon dove però non ha fatto molta strada e ha perso subito dall’argentino Velotti.
Siamo sinceri, sarà improbabile vedere Karacev protagonista dei palcoscenici più prestigiosi del nostro sport, anche se con un po’ di caparbietà e con la disponibilità economica per programmare bene dure stagioni sul circuito Challenger, il tennis che riesce a produrre potrebbe effettivamente lanciarlo in top 100. Staremo a vedere se la vittoria su Bolelli sarà una punta difficile da ripetere o un passo importante verso la sua personale consacrazione, certo non sembra né a Karacev stesso né ad altri che le sorti del tennis russo passino per le sue mani. Da questo punto di vista il tennista nato a Mosca può giocare sereno il continuo del torneo ad Ortisei e godersi gli splendidi panorami dell’Alto Adige dormendo sonni tranquilli.
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