di Fabio Valente
Se per parlare di Joao Sousa dovessimo basarci sulla sua importanza a livello nazionale di certo non potremmo che elencare record su record nel palmarès del nativo di Guimaraes. Purtroppo sembra però che tutti i grandi appellativi guadagnati dal Conquistador, storico soprannome di Joao, debbano la loro origine non tanto alla grande e impareggiabile competitività del giocatore stesso, quanto alla scarsa tradizione tennistica del paese natale di Sousa, il Portogallo. Non deve infatti stupire se Joao Sousa, di cui molti conoscono appena il nome per sentito dire, sia il primo giocatore della sua nazione ad aver vinto un torneo ATP, il primo ad aver mai conquistato una posizione tra i primi 50 al mondo, il primo a giocare un’intera annata di soli tornei ATP, il primo a vantare una testa di serie ad un grande Slam (US Open 2014), il primo per guadagni in carriera e vittorie negli Slam.
Tuttavia, essere primi in patria spesso non può bastare per attirare le attenzioni del grande pubblico, soprattutto se la patria in questione è un paese ai margini del Continente, mera appendice di una Spagna che nel tennis come in tanti altri sport è florida fucina di giovani e costanti talenti. Eppure, Joao Sousa ha saputo, con impegno e dedizione, ritagliarsi il proprio spazio all’interno dell’élite del tennis mondiale, rendendosi con il passare del tempo protagonista di vittorie interessanti e spesso contro-pronostico, unite al contempo a sconfitte imbarazzanti e inaspettate. Entrambi i lati di questa medaglia hanno contribuito a fare di lui un tennista eclettico ma temibile, che da più di due anni a questa parte (da luglio 2013) non abbandona la propria comoda posizione all’interno della top100 mondiale.
Allenato al momento da Frederico Marques, vecchia gloria del tennis portoghese, Joao Sousa è da un paio di anni agli apici del suo probabile sviluppo tennistico: ormai ventiseienne si inserisce infatti nel lungo elenco di più che buoni giocatori ancora alla ricerca di una definitiva consacrazione che possa regalare loro maggiore stima e notorietà. Sousa, seppur emblema del tennis portoghese da anni a questa parte, non è mai stato capace di migliorare il suo bottino di 5 titoli Challenger e un ATP250 (Kuala Lumpur ’13) negli ultimi due anni e mezzo, sfiorando svariate volte la gioia del titolo in finale contro David Goffin, Pablo Cuevas, Dominic Thiem, Thomaz Bellucci e più recentemente, pochi giorni or sono contro Milos Raonic.
Spesso incapace di portare il proprio tennis ad un livello superiore nei momenti chiave di un torneo o di un singolo match, Joao Sousa è senza dubbio un lottatore d’eccezione conosciuto per un carattere piuttosto estroverso ed istrionico in campo, spesso portato ad accese discussioni con chiunque si trovi nelle vicinanze, dall’arbitro all’avversario, senza dimenticare giudici di linea e il proprio stesso coach. Giocatore costruito sulle armi di servizio e dritto, il portoghese è divenuto con il tempo un tennista piuttosto completo, capace spesso di far volgere lo scambio da difensivo a offensivo con una rapida giocata d’istinto.
Attualmente numero 47 al mondo, Joao Sousa è reduce da un’annata piuttosto positiva, nella quale non gli sono mancate le occasioni, anche piuttosto ghiotte, di aggiudicarsi titoli con cui rimpinguare la propria scarna bacheca dei trofei. Semifinalista a Montpellier, finalista sfortunato a Ginevra, Umago e San Pietroburgo, Joao Sousa ha di certo di che recriminare se il suo bottino di 29 vittorie e 27 sconfitte nel 2015 non porta con sé nessun titolo vinto. Persino gli impegni al fianco dei connazionali lusitani in Davis Cup hanno sapore agrodolce per il Conquistador di Guimaraes: schierato contro la Finlandia, Sousa ha guidato senza sbavature la propria nazione alla vittoria, ma chiamato in causa nel decisivo spareggio contro la Bielorussia Joao ha deluso ogni aspettativa.
Schierato quale primo singolarista, Sousa ha perso un match dall’andamento improbabile contro Egor Gerasimov, classe ’92 e fuori dalla top300 mondiale, per 6-0 6-1 2-6 2-6 4-6, regalando alla compagine sovietica un’insperata leadership. L’eroe di giornata è stato così Gastao Elias, che ha permesso, con due ottime prestazioni tra singolare e doppio, proprio a Sousa di conquistare il punto decisivo per il Portogallo contro Uladzimir Ignatik, per 6-1 6-1 6-4.
Impegnato al momento nel torneo di Kuala Lumpur, Joao Sousa affronterà il bulgaro Grigor Dimitrov al secondo turno dell’evento asiatico. Proprio in Malesia, ormai due anni or sono, Joao conquistò il suo primo e finora unico titolo a livello ATP in carriera. Reduce da 5 vittorie nelle ultime 6 partite giocate, il giovane portoghese ha ancora chances per raddrizzare un 2015 vissuto in maniera piuttosto altalenante. Sarà proprio la città di Kuala Lumpur a cambiare la rotta del prode Conquistador?
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