di Sergio Pastena
Finisce il primo dei due mini-slam americani e a vincerlo è Novak Djokovic in finale su Nadal. Stavolta non è stata un’edizione ricca di sorprese come quella del 2010: i campioni non hanno ceduto prima del tempo salvo rare eccezioni e per i comprimari sono rimaste soltanto briciole. Ma andiamo a vedere cosa è successo sui campi di Indian Wells in queste due settimane, guardando promossi, bocciati e rimandati.
I PROMOSSI
Novak Djokovic: assolutamente perfetto fino alle semifinali, dal secondo turno ai quarti lascia per strada dodici games (di cui sei a Gasquet). Come a dire che ci son voluti quattro tennisti per fare il numero di giochi sufficienti per vincere un match. Torna umano contro Federer e Nadal, ma comunque li abbatte impietosamente. Questo torneo per il serbo sapeva tanto di prova del nove e l’ha passata a pieni voti: pare aver fatto il salto di qualità che a Murray non è riuscito e a questo punto anche definirlo “terzo incomodo” sarebbe riduttivo. Imbattibile
Rafael Nadal: molti potrebbero non essere d’accordo perché, diciamolo, ha avuto un tabellone da Challenger fino ai quarti e con Devvarman e Karlovic ha giocato due partite a dir poco mediocri. Ecco, il punto è quello: è bastato un Nadal a mezzo servizio per superare Del Potro, fare finale, mettere paura a un Djokovic in forma strepitosa e guadagnare punti in classifica (una delle poche occasioni per farlo). Questo dice tutto. Testardo
Juan Martin Del Potro: ancora una conferma per il bombardiere di Tandil, che fa fuori il campione uscente Ljubicic e due tennisti dalla mano pregiata come Dolgopolov e Kohlschreiber prima di cedere a Nadal mettendogli paura nel primo set. Un avvertimento chiaro ai big, della serie “Ci sono anche io”. Concreto
Richard Gasquet: il francese non si vedeva a certi livelli da tempo immemore. Spazza via Melzer senza soffrire, supera Roddick dando prova di carattere (!!!) e riesce comunque a contenere la furia di Djokovic nei quarti. La speranza è che non sia un fuoco di paglia, se un giocatore come lui si ritrova è una bella notizia per il tennis. Ritrovato
Ivo Karlovic: e chi se l’aspettava di ritrovarsi nei quarti lo spilungone croato! 32 anni suonati, un infortunio alle spalle e l’opinione generale che fosse ormai finito, invece mette in riga Ferrer, Simon e Montanes prima di sfiorare l’impresa contro Nadal. Sorprendente
Ryan Harrison: il match con Raonic probabilmente si aggiudica la palma di incontro più bello di questa edizione di Indian Wells. Lui mostra tutto il suo talento e si candida come potenziale erede di Roddick. A livello estetico, però, il suo gioco è di tutt’altra pasta rispetto al servizio-diritto di A-Rod. Spettacolare
I RIMANDATI
Roger Federer: no, non è assolutamente da bocciare. Non riesce a battere Djokovic ma mostra incoraggianti passi in avanti. Sembra avere maturato la consapevolezza di non poter più vincere a mani basse anche se non becca Nadal: magari non tornerà più numero uno, ma da lui ci si può aspettare il canto del cigno. Anzi, più di uno. Combattivo
Stanislas Wawrinka: pare strano “rimandare” uno che non è tra i Top Ten e centra un quarto di finale in un Masters Series. Il fatto è che Wawrinka sembra l’unico rimasto in circolazione ad avere il complesso di Federer: contro The King perde sempre allo stesso modo, quasi senza lottare, senza neanche riuscire a costringerlo a un long set. Complessato
Sam Querrey: un ottavo di finale, in fondo, non è da buttare, specie se superi un Top Ten per arrivarci. L’americano, però, dagli Us Open non riesce a centrare tre vittorie in croce: pare aver raggiunto i suoi limiti, per migliorare ci vorrà un salto di qualità che al momento appare lontano. Limitato
Nicolas Almagro: aveva pescato un’autostrada per i quarti di finale, che gli avrebbero permesso di superare Monfils e avvicinare quei Top Ten che fino ad ora ha sempre sfiorato. Ok, non era la sua superficie, ma lui è riuscito nell’impresa di perdere con Montanes, uno che è notoriamente un giocatore da duro. Sciupone
I BOCCIATI
Andy Murray: il soldato Andy continua ad accusare i postumi di Melbourne e perde una buona occasione per riprendersi il quarto posto. Avremmo potuto promuovere il comunque positivo Young, ma in realtà pare più ragionevole bocciare lui, autore di una prestazione imbarazzante. Desaparecido
Andy Roddick: avviso ai naviganti, quello che una volta era il capitano della nave rischia presto di essere degradato a mozzo. I mille punti di Miami sono una cambiale allucinante, specie in questo momento in cui ad A-Rod non basta più neanche aggrapparsi al servizio. Naufrago
Tomas Berdych: a questo benedetto ragazzo manca sempre la lira per fare il milione. Wawrinka in questo momento non è l’avversario migliore, certo, ma se ti trovi in vantaggio di un set e ambisci a qualcosa di meglio dell’exploit occasionale devi portarla a casa. Inconcludente
Gli italiani: non è che si chiedesse la luna, ma se uno su quattro avesse almeno passato un turno sarebbe stata cosa gradita. Cipolla non ha colpe, passi per Fognini con Davydenko, ma Seppi e Starace hanno subito sconfitte decisamente evitabili. Annientati
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