Impressioni «Down Under»

Gale Monfils
di Alessandro Nizegorodcew

Gli Australian Open 2015 si sono allineati al secondo turno. In ordine sparso cercherò di analizzare i match e i personaggi che più mi hanno colpito.

Il diritto di Simone Bolelli. Il sorteggio non è stato amico, perché Roger Federer è probabilmente uno dei pochi contro cui l’attuale Bolelli farà fatica a giocarsela. Il diritto del «Bole», però, è tornato definitivamente quello di un tempo, la palla fa un rumore diverso, gli avversari sono costretti a remare con le suole che sfiorano i teloni. Anche la risposta è in netto miglioramento. Ottimi segnali e best ranking per nulla irraggiungibile. L’obiettivo, ad oggi, deve essere però più ambizioso. Top-20?

Elias, è solo questione di tempo. Lo svedese Elias Ymer è uno dei giovani più interessanti del panorama internazionale. Dopo aver brillantamente superato le «quali» a Melbourn, Ymer ha sbattuto il muso contro l’esperienza del giapponese Go Soeda, che si è però imposto solamente in 5 set. Il tennis di Ymer non è particolarmente appariscente, quanto piuttosto l’emblema del power tennis fatto di potenza e aggressività da fondo campo. Ma la Svezia potrebbe aver trovato, finalmente, un degno erede delle dinastie che furono. Nell’aprile 2014 veleggiava intorno al numero 800 Atp, facendo fatic anche nei futures, oggi lo accogliamo nei Top-200. A quando i top-100? Probabilmente molto presto…

Il solito LaMonf, ma Pouille cresce bene. Durante tutto l’arco del match contro Pouille, nonostante la disperata situazione di punteggio, non ho mai pensato sinceramente che potesse perdere. Il suo corollario da showman, a tratti anche fastidioso, è ormai quasi banale. A tratti Monfils è impressionante e non si può non ammirare, in altri momenti è da prendere letteralmente a schiaffi. Ma il match del transalpino ci ha regalato l’ennesima ottima prova del suo connazionale Lucas Pouille, che cresce esponenzialmente settimana dopo settimana e piace per il suo tennis brillante e offensivo. Futuro a buon livello assicurato per l’ennesimo prodotto del tennis francese.

L’anno di Vasek? Quando si sbagliano i pronostici è giusto esporsi. Avevo pronosticato Vasek Pospisil nei top-30 a fine 2014. Un infortunio ne ha rallentato largamente l’ascesa lo scorso anno, ma non si può dire che, a parte la finale di Washington, abbia dimostrato di essere pronto a tali traguardi. L’obiettivo potrà essere raggiunto nel 2015? L’impressione è che se dovesse reggere fisicamente una stagione intera i top-30 potrebbero non essere una chimera. Stesso discorso, dopo un anno di ambientamento nei top-100, può essere fatto per Jiri Vesely, uscito al primo turno contro Viktor Troicki, il vero incubo delle testa di serie e mina vagante del main draw.

Occhio a Varvara. Una delle giocatrici più in forma del momento, come dimostrato a Brisbane, è Varvara Lepchenko. La statutinense, uzbeka di nascita, ha regolato la Diatchenko agevolmente e si appresta ad affrontare Ajla Tomljanovic, in un match che la vede favorita. Il suo tennis è fastidioso per qualsiasi avversaria, dal servizio con classico taglio mancino alle bordate di diritto, che sanno essere potenti ma anche arcuate e complesse da affrontare. Possibile sorpresa del torneo?

Yaroslava, la dea dell’exploit. La Shvedova è la tennista dagli alti e bassi più… alti e bassi che io ricordi. L’ho vista prendere a pallate regolarmente (magari poi senza vincere) varie top ten, così come racimolare 5-6 giochi con avversarie che dovrebbero solamente allacciarle le scarpe. Yaroslava è così: prendere o lasciare. Dopo il gran match contro la Safarova potrebbe tranquillamente uscire con la brava Monica Puig. Però che spettacolo vederla colpire!

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