(Nicolas Almagro)
di Sergio Pastena
Una finale Robin Soderling – Nicolas Almagro a Bastad è decisamente prevedibile. Meno prevedibile magari è la vittoria in tre set dello spagnolo ma, a ben guardare, lo stato di forma dello svedese era tutt’altro che smagliante (ha lasciato almeno un set per strada in tutti gli incontri giocati fino alla finale) e quindi il risultato ci può stare. Meno prevedibile era la finale tra Albert Montanes e Gael Monfils a Stoccarda (vinta dal primo per ritiro del francese): comunque erano teste di serie, sia chiaro, ma i primi due del tabellone erano Davydenko e Melzer. Il russo ha perso subito con la sorpresa Gimeno Traver, che per poco non arrivava in finale, mentre l’austriaco ha ceduto proprio contro il vincitore finale, che non sarà bello da vedere ma in quanto a regolarità non ha niente da imparare da nessuno. Insomma, dopo i fuochi d’artificio sull’erba si torna sulla terra e torna anche la regolarità: sorprese ce ne sono, ma fino in fondo arrivano comunque giocatori forti. I regolaristi come Robredo e Ferrer, pur non incantando, raggiungono un’onesta semifinale e in generale è dominio spagnolo, visto che con Ferrero gli iberici hanno collezionato sei degli otto semifinalisti e i due vincitori nei tornei della settimana.
Vista tanta noia, quindi, questa settimana diamo più spazio alle prestazioni degli italiani. A Stoccarda non ce n’erano, a Bastad erano tre: Starace, Seppi e Fognini. Tutti e tre hanno passato il primo turno, Fognini con qualche fatica di troppo contro l’imbolsito Prpic. Al secondo turno derby tra Potito e Andreas, tiratissimo, vinto dal tennista di Caldaro dopo che l’irpino aveva clamorosamente mancato uno smash sul match-point, mentre Fognini cedeva il passo a Ferrer. Andreas Seppi ha poi impegnato duramente Soderling, cedendo al tie-break del terzo, ma ha raggiunto la finale di doppio con Vagnozzi, dove ha perso dignitosamente dai finalisti di Wimbledon Lindstedt e Tecau. Fin qui i fatti.
Apparentemente, quindi, siamo di fronte ad una settimana tutto sommato positiva per i colori azzurri, almeno considerati gli standard del tennis maschile. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, infatti, Seppi ha raggiunto i quarti di finale di un torneo Atp dopo quasi un anno, guadagnando qualche punto in classifica e riconquistando la prima posizione in Italia, e le eliminazioni dei nostri atleti sono avvenute per mano di tennisti forti. A volerlo guardare mezzo vuoto, Seppi ha perso con Soderling in maniera “seppica”, servendo due volte per il match e facendosi breakkare puntualmente da un avversario in giornata nera (incalcolabili gli errori gratuiti dello svedese nei primi due set), guadagna pochi punti in classifica e ha sempre oltre 200 punti di cambiali da scontare in agosto, che potrebbero portarlo fuori dalla Top 100. Ad ogni modo, tra pro e contro, non sarebbe giusto parlare unicamente in termini negativi della trasferta svedese di Seppi: il tennista caldarese ha però davvero poco tempo per cambiare marcia, se non vuole ritrovarsi ad affrontare la fine dell’anno partendo dalle qualificazioni.
Discorso a parte per Fognini, che dopo aver stentato a battere Prpic contro Ferrer ha compiuto un salto all’indietro gigantesco, innervosendosi pesantemente nel secondo set quando serviva per allungare la partita e perdendo quattro games di fila e il match. Scleri, proteste, racchette a terra, atteggiamento indolente nel corso di tutta la partita. Quello visto a Bastad è l’esatto contrario del Fognini visto negli ultimi slam: in questo modo non si va lontano.
Piccola nota extra-Atp: Bastad, grazie alle wild card e ai qualificati, ha rappresentato anche un’occasione per vedere all’opera i possibili candidati ad affiancare Soderling in Davis. Tennisti modesti (Eleskovic), attempati (Vinciguerra) o entrambe le cose (Prpic). In aggiunta giovani bravi ma inesperti come Berta e Lindell e lo “spauracchio” del ritorno di Thomas Johansson (e perché non di Borg?). Il minimo che ci si possa aspettare dai nostri rappresentanti è di giocarsi la vittoria col doppio…
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