di Sergio Pastena
Due settimane di Wimbledon sono stati sufficienti a confermare alcune impressioni che si erano avute durante la stagione sulla terra. La prima è che Nadal è tornato, anche se non ai livelli del 2008: per il maiorchino secondo successo nello slam londinese, anche se la prima settimana non sembrava deporre a suo favore. Dopo un esordio “morbido” contro Nishikori, lo spagnolo ha sudato per avere ragione dell’olandese Haase (che si è trovato per due volte in vantaggio di un set) ed ancora di più per riuscire a battere “Picasso” Petzschner al terzo. Poi un quarto turno “non giudicabile” contro Mathieu e infine la sfida contro Soderling nei quarti: sotto di un set il maiorchino ha ingranato la marcia giusto aggiudicandosi il secondo per 6-3 e il terzo al tie-break. Il match è finito lì e, per certi versi, anche il torneo, visto che Nadal contro Murray e Berdych non ha lasciato per strada neanche un set. Un’autentica sinfonia in crescendo.
Il secondo dato di fatto è la crisi di Federer, che per la seconda volta si ferma ai quarti di finale, vittima stavolta di Berdych. Anche lo svizzero aveva sofferto, e non poco, all’inizio del torneo, trovandosi varie volte ad un passo dalla sconfitta contro Falla e lottando per quattro set contro Bozoljac: bravi, per carità, ma certo non campioni. Poi, proprio quando le vittorie agevoli contro Clement e Melzer lasciavano presagire un film già visto (Roger che entra in forma la seconda settimana e straccia tutti) è arrivata la scoppola contro il ceco. L’impressione è che Federer, se non vuole trasformare la sua strada verso il 2012 in un triste declino (che per lui vorrebbe dire comunque rimanere agevolmente nei Top Ten), debba cambiare qualcosa.
Terzo dato saliente, la maturazione di Berdych: il ceco ha mostrato finalmente carattere, rimontando al terzo turno un Istomin in grande forma, superando il tignoso Brands dopo essere stato sotto di un set e, soprattutto, domando Federer e Djokovic lasciando un solo set per strada. La sconfitta in finale contro Nadal, specie sull’erba “anomala” di Wimbledon, non va vista come un ritorno al passato: vero è che il ceco si è fatto breakkare nei momenti decisivi, ma non bisogna dimenticare che dall’altra parte del campo c’era il tennista con la maggiore solidità mentale del circuito. Per il resto solite cose, con Djokovic che ancora una volta si ferma prima della finale e un Murray comunque in crescita ma non abbastanza da contrastare Nadal. Sorpresa del torneo il taiwanese Lu, che riesce ad eliminare contro ogni pronostico Roddick, per cui probabilmente Wimbledon resterà un sogno, anzi un incubo.
Capitolo italiani: a Wimbledon, va detto, non è che ci si aspetti molto, specie quando il sorteggio inclemente regala ai nostri rappresentanti quattro teste di serie. Onorevole la sconfitta di Starace contro Kohlschreiber, idem quella di Lorenzi contro Montanes, all’improvviso sono arrivate due vittorie inaspettate: Seppi ha eliminato Almagro in quattro set, dando finalmente prova di carattere nei momenti decisivi del match, mentre Fognini si è concesso addirittura il lusso di eliminare la testa di serie numero 8 Verdasco (obiettivamente in giornata disastrosa). Orizzonti di gloria? Macchè. Ancora una volta Seppi non ha superato il tabù del secondo turno (cosa che farà anche al Challenger di Torino) mentre Fognini, dopo aver vinto in rimonta su Russell al termine di un match certo non esaltante, ha sciupato e non poco contro Benneteau: sotto due set a zero, si prende il terzo e per due volte va in vantaggio di un break nel quarto. Entrambe le volte arriva l’immediato controbreak del transalpino, che alla fine chiude. Peccato, anche se per Fabio questo 2010 è stato fino ad ora indubbiamente positivo, specie negli slam.
Questa settimana, oltre ai quarti di finale di Coppa Davis, ci sarà il torneo di Newport: come sempre gli organizzatori del Campbell’s Hall of Fame han fatto fatica a schierare otto giocatori dei primi 100 e tra i 50 c’è solo Sam Querrey. Però c’è sempre gente divertente come Olivier Rochus, Taylor Dent, Frank Dancevic e Dustin Brown. Mancherà per la prima volta da qualche anno a questa parte Fabrice Santoro, il funambolo francese che qui ha vinto gli ultimi due tornei della carriera. Una buona occasione per rendere omaggio a un atleta che in vent’anni ha dato tanto al tennis.
Leggi anche:
- None Found