A ogni singolo filo d’erba è destinata almeno una goccia di rugiada. Sui prati verdi europei, Yuichi Sugita si è scoperto erbivoro doc all’età di 28 anni dopo una lunga trafila nei tornei minori senza aver mai ottenuto risultati di rilievo. Una piena consapevolezza dei propri mezzi e una maggiore tranquillità interiore, hanno permesso al giapponese di sbocciare inaspettatamente in una delle stagioni più strane e controverse degli ultimi anni. “Ho raggiunto il mio equilibrio ideale – ci racconta il tennista di Sendai – dal punto di vista fisico, mentale e tecnico”. Un’annata ricca di soddisfazioni a partire dal sorprendente torneo di Barcellona, in cui ha ottenuto la prima vittoria nel circuito maggiore sulla terra battuta, sino ad arrivare al titolo ATP ad Antalya.
Una serie di vittorie che hanno consentito a Sugita di raggiungere il suo best ranking (numero 43 lo scorso luglio) e di cogliere la prima affermazione ATP sull’erba turca. “Sono riuscito ad avere una maggiore intensità nell’arco di più settimane. Ho lavorato sodo per 12 anni tra Challenger e Futures e ora sto finalmente cogliendo i frutti. Obiettivi nell’immediato? Punto ad entrare tra i top 30, se dovessi riuscirci conto di restarci per lungo tempo”.
D’altronde, chi desidera vedere l’arcobaleno, deve prima imparare ad amare la pioggia. Il nipponico è sempre più in fiducia e spera di poter difendere in futuro i colori del suo Paese in Coppa Davis dopo circa 4 anni di assenza con la maglia del Giappone. “Il movimento è in costante crescita. Stanno emergendo molti giovani e da questo punto di vista il centro d’allenamenti fondato nel 2007 ha influito e non poco”. Yuichi Sugita, uomo pragmatico e poco loquace, si congeda con un pronostico sul possibile numero uno a fine stagione. “Penso Roger Federer“.
Poche parole e tanti fatti, Sugita preferisce far parlare di sé sul campo. Che sia una breve parentesi o l’inizio di una nuova vita tennistica non è dato a sapersi. Buona fortuna Yuichi.
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