di Piero Emmolo
Che anche i tennisti, come nel calcio, abbiano iniziato a dare avvincenti spunti cronachistici legati agli avvicendamenti dei coaches? Stando alle premesse della vigilia del 2014 tennistico sembrerebbe proprio di sì. Oltre alle già note partnerships Murray-Lendl e Wawrinka-Norman, la nuova stagione ai nastri di partenza sta riservando nuove sorprese. Djokovic vira su Becker; Federer su Edberg (anche se lo Svizzero ha siglato un accordo di collaborazione di dieci settimane con lo svedese, fermo restando Lüthi come main coach). Difficile stabilire quale binomio avrà più successo e quale sarà un flop; quale coach risulterà essere solo un opaco talismano vintage e quale potrà apportare nuova linfa agonistica al proprio assistito. Nei blog di tennis è abbastanza diffuso un certo pessimismo sul fatto che top ten così navigati possano trarre giovamento da questi cambiamenti. Certo, fino a prova contraria, bisogna rammentare che proprio colui che ha inaugurato questa nuova tendenza tra i big, Murray, ha fatto il salto di qualità proprio affidandosi al “terribile”. Parimenti, sarebbe fuorviante non sottolineare il magico 2013 di Wawrinka dopo che nel mese di aprile ha assunto l’ex n.2 ATP Norman come guida tecnica dopo 12 mesi di “solitudine”. D’altro canto, tabloid tedeschi sempre più insistentemente hanno dato notizia di difficoltà economiche per “Boom Boom” Boris, probabilmente desideroso di rimettere in sesto tanto il proprio conto in banca quanto se stesso dopo una breve parentesi da telecronista per la BBC a Wimbledon. Rimane però il dubbio delle motivazioni tecniche che sottendono la scelta di Novak.
Tralasciando considerazioni di carattere puramente tattico sullo stile di gioco di entrambi, resta da chiedersi se sia opportuno puntare al Roland Garros, unico titolo di rilievo mancante nella bacheca del serbo, scommettendo sul tedesco mai nemmeno finalista a Parigi. La stampa tedesca, specie la Bild, non ha accolto con entusiasmo la notizia del nuovo impegno lavorativo del teutonico. L’immagine ed il glorioso passato di Becker sono stati offuscati mediaticamente anche a causa della recente scelta di partecipare, dietro ricco cachet, ad uno show televisivo ai limiti del demenziale, nel quale l’ex tre volte vincitore a Wimbledon si cimentava in giochi a dir poco imbarazzanti. In secondo luogo (e questa considerazione vale anche per Edberg) riusciranno due interpreti del serve and volley, senza esperienza come coach, a portare una ventata di cambiamento in un tennis monoschematico da fondo come quello attuale? Solo il campo darà un responso. Intanto, v’è chi dubita degli intenti “sportivi” del parziale avvicendamento in panchina del campione di Basilea. Arrivare però a pensare a scelte propagandistiche o di marketing commerciale alla base della scelta di Roger sembra esagerato, tenendo in mente che non è un giovanotto ma nemmeno poi così anziano visto il suo talento e la tardiva maturazione dei giocatori nel tennis d’oggi. Roger non ha mai nascosto che Edberg sia stato il suo idolo tennistico da piccolino e ha annunciato la collaborazione con un post sul proprio sito internet. Da valutare anche il delinearsi delle gerarchie nel coaching team dell’elvetico: specie nei rapporto con Lüthi, da sette anni fisso nell’entourage e al quale Roger è molto grato e riconoscente oltre che legato umanamente. Intanto, godiamoci questo revival di hall of famers anni 80/90 sugli spalti del circus ATP e chi vivrà vedrà. Buon 2014 a tutti i lettori di Spazio tennis e auguri per una nuova stagione foriera di emozioni tennistiche.