di Micol Cavuoto Mei
Si sa che a Natale diventiamo tutti più buoni. Ciascuno di noi si intenerisce un pò quando il calendario comincia a segnalare la prossimità delle festività natalizie. In virtù di questo stato di beatitudine regalato dalle vacanze di fine anno, accogliamo con felicità le iniziative benefiche organizzate negli ultimi giorni nel mondo del tennis. La RFF, Roger Federer Foundation, fondazione costituita dal noto campione svizzero, ha come obbiettivo la creazione di opportunità educative, garantendo l’accesso a un’istruzione superiore a moltissimi bambini africani. Con l’intento di raccogliere più soldi possibili per incrementare le chances di realizzazione degli scopi elencati pocanzi, ogni anno a dicembre la fondazione di Federer organizza un match tra Roger e un altro campione. Il Match for Africa, che quest’anno si è convertito in un derby svizzero contro l’amico Wawrinka dopo la sfida con Nadal dell’anno scorso, ha raccolto cifre da record tra i biglietti del pubblico pagante e i contributi degli sponsor, uno su tutti l’organizzatore Rolex. Sono stati infatti raccolti in una sola sera ben un milione e trecento mila franchi svizzeri.
Da dove deriva quest’interesse di Federer per l’Africa? Certamente l’esperienza diretta di Roger nel continente equatoriale non ha fatto che ampliare il suo interesse già precedente per la causa. La madre del giocatore di Basilea è infatti sudafricana e ha avuto un ruolo fondamentale nella buona riuscita di questo ambizioso progetto. La fondazione di Federer ha raggiunto ben 136 mila bambini e ha come traguardo il coinvolgimento di un milione di bambini in Africa del sud e in Svizzera entro il 2018. In che cosa si esplicano le attività della fondazione? Innanzitutto tocca precisare che riguardano quattro ambiti d’intervento ritenuti fondamentali. Igiene e corretta nutrizione, buona organizzazione scolastica, coinvolgimento attivo dei genitori e infine l’accesso vero e proprio all’educazione per tutti i bambini. Senza la cooperazione di questi quattro aspetti della questione diventerebbe impossibile portare a termine alcunchè. Non si può imparare bene se si è sporchi, malati e malnutriti. Non si può partecipare alle attività formative proposte se non vi è il supporto di mamma e papà, così come una gestione irresponsabile delle risorse scolastiche non concederebbe ai ragazzi di sfruttare al massimo questa occasione.
La Roger Federer Foundation inoltre sostiene le ONG locali, permettendo loro di operare in una partership sinergica, capace di catalizzare le energie per portare a termine di più in tempi più ristretti. Che dire a proposito del match stesso, disputato domenica sera contro Stan Wawrinka? Federer si è detto felice di aver vissuto un’esperienza incredibile, avendo ricevuto un immenso affetto da tutto il pubblico presente. Roger ha aggiunto che “è stato incredibile raggiungere una somma così alta, questo ha reso la serata ancora più memorabile”, ringraziando l’amico Stan per aver deciso di partecipare in un periodo deputato alle vacanze. Il match si è concluso con un punteggio di 7- 6 6-4 per Federer, interprete anche di qualche delizioso siparietto comico per la contentezza di tutta la platea presente. La rilassatezza della circostanza ha fatto sì che Roger potesse mostrare tutta la sua brillantezza di gioco, essendo scevro della pressione agonistica. Uno dei punti più memorabili realizzati dal campione di Basilea nel ‘Match for Africa 2’ è certamente un tweener stellare, colpo che ci ha abituati veder mettere in campo nelle circostanze più impensate. Se nel primo set abbiamo visto un equilibrio tra Federer e Wawrinka, con un tie break vinto col punteggio di 7-4, nel terzo game del secondo set Federer è riuscito a concretizzare una palla break portandosi su un comodissimo 3-1. Nonostante la grinta di Stan, Roger ha chiuso il match in 93 minuti, concedendosi un favoloso overhead smash come punto conclusivo.
Abbiamo assistito a un match molto divertente, intervallato da affascinanti danze africane e piccole interviste ai due giocatori nei cambi campo. Oltre la RFF, quali altre realtà operano nel mondo del tennis a scopo benefico? Certamente occorre citare la ATP ACES For Charity. Iniziativa portata avanti dall’ATP per poter restituire un contributo a tutte le città e le comunità che ospitano i tornei del circuito tennistico professionista. Uno dei tornei più conosciuti tra questi è senza dubbio il Western & Southern Open, disputato ogni anno dal 1974 a favore del Cincinnati Children’s Hospital Medical Center. Come non ricordare anche la Bethel China Foundation che in partnership col torneo China Open finanzia progetti di cure e assistenza per bambini cinesi ciechi e senza genitori.
Quali invece, oltre Federer, tra i giocatori di oggi è più coinvolto in questo genere di iniziative? Milos Raonic indubbiamente. Nel 2012 ha creato la sua fondazione a supporto di bambini provenienti da ambienti svantaggiati, per permettere loro di superare tutte le barriere e gli ostacoli economici e fisici che li separano da una vita piena, sana e felice. E’ notizia del 19 novembre scorso, la partecipazione di Milos alla campagna canadese del “Let’s Make Tennis Matter for Kids” , lanciando una seconda iniziativa di fundraising per la sua fondazione, la Raonic Race for Kids. A quest’ultima hanno partecipato tra gli altri la compatriota Genie Bouchard e la star del doppio Daniel Nestor. Chi tra i campioni di tennis di ieri è il più filantropo? Sicuramente Andre Agassi. Pare proprio che Andre veda la sua nuova veste di investitore in progetti umanitari come il lavoro che ha sempre sognato di fare. In una sua recente intervista rilasciata novembre scorso al programma americano ‘Game Changers’, il campione di Las Vegas ha dichiarato: “sto vivendo un sogno, amo già solo il fatto di lavorare per gli altri, è stupendo perchè ho un motivo per alzarmi dal letto tutti i giorni.”
La ragione a cui si riferisce Agassi è proprio l’accademia che ha fondato nel 2001, la Andre Agassi College Preparatory Academy, situata in una periferia povera di Las Vegas. Scuola pubblica che ingloba gli studenti di tutte le età, dall’asilo fino alla fine del liceo, mira a consentire ai bambini più poveri dell’area di ottenere un’educazione di alto livello. Questo potrà permettere ai ragazzi di ottenere una borsa di studio per l’università all’indomani del diploma. Agassi ha inoltre spiegato come il tennis sia stato per lui un mezzo per ottenere popolarità e una capacità economica adeguata per investire poi in questi progetti. Andre ha specificato che si è divertito a intrattenere il pubblico per qualche ora ma “ora capisco con chiarezza quanto il tennis sia stato il veicolo attraverso il quale ho potuto costruire tutto ciò che ho messo in piedi in questi anni”.
Agassi è coinvolto anche in un progetto di investimento che si propone di acquistare e ristrutturare scuole di tutti gli Stati Uniti, per poi renderle di nuovo utilizzabili dai bambini delle aree coinvolte. Tra le giocatrici donne chi si distingue invece per attività caritatevoli? Steffi Graf è una delle ex giocatrici di tennis più impegnate nel sociale. Oltre a collaborare oggi a diverse iniziative seguite dal marito Andre Agassi, Steffi ha istituito già nel 1998 un’organizzazione no profit chiamata Children of Tommorow, a tutela di bambini coinvolti in guerre, situazioni di pericolo, persecuzione o generalmente di violenza. L’organizzazione di Steffi si è occupata specialmente di Kosovo, Uganda ed Eritrea.
Un’altra campionessa particolarmente coinvolta in attività benefiche è Caroline Wozniacki. Poco meno di un mese fa Caroline ha corso la Maratona di NewYork per sostenere la New York Road RunnersTeam for Kids, che promuove la corsa come strumento di salute e divertimento per tutti i bambini più svantaggiati della Grande Mela. Come dimenticarsi del lavoro portato avanti da Billie Jean King, Serena Williams, Andy Roddick, Novak Djokovic o Rafael Nadal e molti altri. Fortunatamente sono troppi per potersi dilungare su tutti. Merita però una menzione speciale il giocatore pakistano Aisam-Ul-Haq Qureshi.
Oltre ad aver fondato l’associazione Stop War Start Tennis, che fornisce sedie a rotelle ed equipaggiamento adatto a giocare a tennis per tutti i bambini resi invalidi dalla guerra, Qureshi è diventato un vero e proprio ambasciatore di pace nella delicata vicenda del conflitto kashmiro. Nel 2010 ha rivestito il ruolo di ambasciatore di buona volontà alle Nazioni Unite e ha preso parte alla delegazione Indo-Pak Express assieme all’indiano Rohan Bopanna, dimostrando come sia possibile raggiungere un efficace cooperazione tra le due nazioni. Tirando le somme appare chiaro come il mondo del tennis sia attraverso le sue istituzioni, sia tramite i suoi singoli giocatori, collabora sempre più a progetti filantropici. I media di tutto il mondo seguono i top player nelle loro varie fondazione e trasmettono con entusiasmo tutti i match benefici organizzati in giro per il mondo. Molti di questi campioni sono stati in grado di sfruttare al massimo l’attenzione ricevuta e restituire i profitti alla collettività più debole, i bambini. Perchè vi sia un futuro, non solo nel tennis, per chi resta indietro, c’è anche un pò bisogno di tutte queste stelle della racchetta. E noi tutti ci auguriamo, che il 2015 sia un anno se possibile generoso di buon tennis ma anche gravido di donazioni e nuovi risultati ottenuti da queste straordinarie fondazioni.