di Sergio Pastena
Wild card e qualificati, giovani e “anziani”, attese e sorprese. Il piccolo esercito degli esordienti Slam in occasione degli Us Open 2014 propone nomi di rilievo assoluto: andiamoli a vedere.
I minorenni
17 anni – Ranking: 190
La sua zona di tabellone era da manicomio: tre sbarbatelli (lui, Chung e Kozlov) contro l’esperto tennista di Taipei Jimmy Wang. Dopo aver approfittato del ritiro di Thiemo de Bakker nel match di primo turno, il croato si è guadagnato il suo primo main draw superando in rimonta l’ancor più giovane Kozlov e poi mandando a casa proprio Wang, addirittura dominandolo nel secondo set dopo un primo equilibrato. Quel che si dice avere talento, insomma.
17 anni – Ranking: 305
Diciassette anni, il più giovane, ma quanto potenziale! Primo nel ranking USTA, Donaldson a giugno ha centrato una striscia di sedici vittorie di fila che gli è valsa tre titoli Future e la prima vittoria in un main draw Challenger a Binghamton, contro il rumeno Copil. All’Atp 500 di Washington ha passato le qualificazioni e al primo turno ha fatto soffrire un tennista molto più esperto di lui come Rajeev Ram, cedendo soltanto per 7-5 al terzo set. E ora si comincia a fare sul serio…
Gli ammeregani
18 anni – Ranking: 584
La Speranza con la S maiuscola: campione USTA e recente vincitore del titolo juniores di Wimbledon, Noah fino ad ora ha bazzicato quasi solamente Futures e ancora non ha centrato la prima vittoria. La crescita però c’è, come dimostra la bella partita a Winston Salem contro Klahn, persa al tie break del terzo: una wild card preparatoria in vista degli Us Open, dove già nel 2013 Noah tentò la strada delle qualificazioni strappando un set ad Amir Weintraub al primo turno.
21 anni – Ranking: 433
Lui ha qualche anno in più e l’accesso al tabellone Slam se l’è guadagnato vincendo il campionato NCAA. La partenza a scoppio ritardato non gli ha impedito di portare a casa tre titoli Futures nell’ultimo anno e di mettersi in luce a Winston Salem, dove ha passato le qualificazioni mandando a casa Kevin King, Nicolas Meister e Mate Pavic. La sconfitta contro Nedovyesov al primo turno è stata più che dignitosa, questi mesi diranno di più sulle sue prospettive future.
I ritardatari
27 anni – Ranking: 231
Il nonno del gruppo, interrompe una striscia di ben tredici qualificazioni Slam mancate, con un parziale di 9 sconfitte di fila al primo turno. Per riuscire nell’impresa ha mandato a casa al primo turno il francese Vaisse, sconfitto Gastao Elias dopo due tie-break e, infine, infranto il sogno del vecchio Oscar Hernandez, che pure per un set l’ha fatto soffrire un bel po’. Durante le qualificazioni ha vinto tutti e quattro i long set che ha giocato: concretezza massima.
27 anni – Ranking: 195
Poteva essere lui il nonno del gruppo, non lo è perché è nato un giorno dopo Niels Desein. L’irlandese, tuttavia, a differenza del belga ha meno tentativi nelle qualificazioni Slam (questo era il quinto) e già al Roland Garros c’era andato vicino battendo Gombos e Pella ed arrendendosi al nostro Arnaboldi. Arriva al main draw dopo due dure battaglie contro Bhambri e Zheng (ribaltando un bagel iniziale!) seguite al primo turno in scioltezza contro Lama.
24 anni – Ranking: 205
Un altro che in passato aveva provato tantissime volte ad entrare in un tabellone Slam e non era mai andato oltre il secondo turno delle qualificazioni. Tennista di punta della Moldavia, il buon Radu era reduce da sei eliminazioni di fila all’esordio e non era certo annoverato tra i favoriti della vigilia. Ad aiutarlo un tabellone certo non irresistibile, con il francese Burquier all’inizio seguito da Fucsovics e James Ward, battuto 6-2 al terzo dopo un match altalenante.
I giapponesi
21 anni – Ranking: 186
Una qualificazione che tutto sommato non arriva a sorpresa: nazionalità giapponese, nato in America e di stanza in Spagna dove si allena con Josè Altur, Daniel è il cosmopolita per eccellenza. Quest’anno è esploso a Vina del Mar, arrivando ai quarti dalle qualificazioni battendo Bellucci e Delbonis. A seguire qualche Challenger con buoni risultati e poi la cavalcata di New York, con tre vittorie al terzo contro Alex Kuznetsov, Androic e Polansky.
18 anni – Ranking: 246
In queste quali che han fatto degli Us Open una specie di Slam a mandorla, Nishioka non stona per niente: la sua crescita nel corso dell’ultimo anno è stata enorme ed è un nome sul quale si può puntare in prospettiva. A Vicenza è volato fino alle semifinali partendo dalle qualificazioni e mandando a casa Cipolla e Andrej Martin, negli Usa ha sorpreso Zeballos, superato Kokkinakis dopo tre set tiratissimi e addirittura disintegrato Marsel Ilhan.
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