(Marco Cecchinato – Foto Adelchi Fioriti)
di Alessandro Nizegorodcew (intervista realizzata insieme al collega Riccardo Bisti di Tennisbest e trascritta da Piero Zucca)
Intervista a Marco Cecchinato, classe 1992. Roma, Internazionali d’Italia Qualificazioni, un giovane di belle speranze si appresta a giocare il suo match contro il giapponese Soeda, il pubblico romano sostiene il giovane di belle speranze. Marco vince e convince, sfiora il main draw perdendo solo al terzo set contro Kavcic, giocatore che lo precede in classifica di ben 400 posizioni. Il talento c’è dicono i migliori coach italiani, ora la sfida è sua. Il futuro è ora!
Allora Marco, raccontaci un po’ questa esperienza al Foro Italico partendo dalle prequalificazioni. Immagino l’emozione di vedere questi campi. Che sensazioni hai provato?
“Si, penso che sia stata l’emozione più importante della mia vita nel mondo del tennis. Non avevo mai provato tutte queste emozioni e non avevo mai giocato due partite di fila a questo livello. La mia Wild Card è stata un premio per il buon periodo che sto passando, ho vinto il torneino delle Prequali dove ho battuto due giocatore di buon livello in due partite molto lottate. Questa esperienza è indimenticabile, grazie ad una grande prova sono riuscito a battere Soeda (59 ATP) infine ho lottato punto a punto contro Kavcic che l anno scorso era intorno alla 70esima posizione del ranking ATP. Penso di aver dimostrato a tutto il pubblico che era presente sugli spalti di aver dato un’ottima prova.”
Senti, a proposito del pubblico, nel match contro Soeda ti sei esaltato ma hai anche esaltato loro perché i match più seguiti sono stati i tuoi, eccetto forse un po’ quando la Burnett recuperava.
“Si si, sono stato felicissimo a fine partita, anche tutti i ragazzi che venivano da me a chiedermi gli autografi, a fare le foto, vuol dire che sono piaciuto dai.”
Che differenze hai riscontrato tra i giocatori che affronti abitualmente nei tornei Futures rispetto a Kavcic e Soeda cioè giocatori importanti e soprattutto molto più forti rispetto a quelli che incontri di solito?
“Non solo Soeda e Kavcic, tutti i giocatori lottano su ogni punto e sono presenti dalla prima all’ultima palla. Nel mondo dei Futures invece ogni tanto ci sono alti e bassi, qui invece si lotta ogni punto ed è una battaglia.”
Per quanto riguarda la parte tecnica stai lavorando con Francesco Aldi. Lui era un giocatore che sapeva variare molto il gioco. Ti sta dando una mano anche da questo punto di vista?
“Si, con lui sto lavorando molto bene. E’ da quasi un anno che collaboriamo assieme, ultimamente sto cominciando a giocarmela alla pari contro giocatori esperti e di classifica superiore alla mia, penso di mantenere questo buon livello, per esempio Piatti e Sartori pensano che lavorando e giocando partite dure potrò presto disputare una stagione regolare e ottima. Adesso è solo compito mio dimostrare che sto crescendo.”
Partendo dal punto di vista tecnico. Il servizio ha un movimento bellissimo, ottimo. Hai migliorato tanto, il diritto è un ottimo colpo. Sul rovescio una cosa che ho notato è che quando sei un po’ stanco non riesci a colpire in avanti ma troppo indietro.
“Verissimo! Quando vado in tensione o sento fatica vado in difficoltà, invece dovrei essere più sciolto anche se mi trovo in una situazione di punteggio sfavorevole.”
Hai avuto la fortuna di allenarti con giocatori importanti come Seppi, Gasquet, Ljubicic. Se dovessi togliere qualcosa a ciascuno di loro, cosa prenderesti?
“Intanto sono tutti e tre dei ragazzi meravigliosi, solari e umili. Sono stato maggiormente al fianco di Seppi e lo ringrazio. Di sicuro prenderei la sua convinzione e determinazione che lo ha portato sino alla posizione 27 ATP oltre che l’umiltà e la sua forza di volontà.”
Il tennis è composto da fisico, tecnica e testa. Se dovessi dividere delle percentuali tra questi tre aspetti come li collocheresti?
“Per me è più importante l’aspetto mentale. Ormai tutti giocano bene, tutti hanno un’ottima tecnica, in secondo luogo è importante l’aspetto fisico.”
Mi dicevi che adesso giocherai tornei di livello abbastanza alto. Che programmazione pensi di avere?
“Adesso giocherò pochissimi Futures per cercare di acquisire del tutto il livello Challenger mentre dall’anno prossimo punterò ai tornei ATP.”
Te l’ho chiesto perché è capitato spesso di vedere dei giocatori fare degli exploit qui al Foro e poi tornare a giocare Challenger in cui le motivazioni non sono proprio al massimo. Mi sembra che tu le motivazioni le trovi sempre invece.
“Ancora devo cercare di raggiungere il ranking che mi compete, insomma non vorrei ritornare a giocare nei Futures per un anno intero, grazie a quest’esperienza ho dimostrato il mio vero valore alla gente e spero di mantenere queste motivazioni in tutti i tornei.”
Per chi ancora non ti conosce, potresti raccontarci il tuo percorso tennistico?
“Come molti sapranno io sono di Palermo e ho iniziato lì con il maestro Gabriele Palpacelli che è anche mio Zio. Fino a 11-12 anni mi allenavo con lui, poi ho cominciato con suo figlio Francesco fino a 16 anni. Quindi in seguito mi sono trasferito a Caldaro, dall’altra parte dell’Italia e dopo due anni ho capito molte cose. Infatti ho imparato soprattutto a gestirmi da solo, senza alcun aiuto esterno. Adesso lavoro con Francesco Aldi che è un grandissimo coach, facciamo base a Palermo ma ho anche avuto la fortuna di lavorare con Piatti e Sartori.”
Nei Futures il montepremi è molto basso. Hai qualche supporto finanziario?
“Voglio alzare il mio livello anche perché nei Futures non si guadagna. Per fortuna mi aiuta molto la Federazione, la partecipazione alla Serie A con il TC Palermo e un piccolo sponsor.”
Un’ultima cosa: a fine anno dove ti troveremo in classifica ATP?
“Non mi pongo obiettivi se non quello di acquisire il livello di questi giocatori e poi la classifica verrà da se.”
Grazie per l’intervista.
“Grazie a voi.”
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