di Alessandro Nizegorodcew
Non è certamente un articolo che fa piacere scrivere, ma la partita persa oggi da Fabio Fognini grida vendetta non una, ma cento volte. Il ligure ha buttato via un match in maniera assurda. Prima di analizzarlo insieme, va detto che il punteggio è stato 61 64 67 64. Quella maturità di cui si è parlato a tratti lo scorso anno è sembrata totalmente assente quest’oggi.
Fabio nel primo set parte malissimo, concedendo subito il break in apertura. Le occasioni per rientrare ci sarebbero, ma Fognini spreca 5 palle break, perdendo invece 3 volte il servizio. Nel secondo la musica cambia e da fondo campo Fognini è quasi sempre padrone del campo; scappa sul 3-1 e ottiene una palla del 4-2. Qualche errore di troppo e Nishikori rientra, portandosi in vantaggio 5-4. Nulla di grave, se non fosse che nel gioco successivo Fognini entra in campo e perde in 25 secondi il turno di battuta, con 4 errori gratuiti ed un atteggiamento indifendibile.
Nel terzo Fabio va ancora avanti di un break (2-0), dimostrando di entrare e di uscire dalla partita ogni 5 minuti. Nishikori recupera ancora una volta. Il set sembra scivolare nelle mani del giapponese, che nel tie-break è avanti 4-1, ma Fogna ha un bellissimo moto d’orgoglio e vince 6 punti di seguito.
Quarto set: Fabio parte benissimo e va 2-1 senza break. Nel gioco successivo arrivano due palle break consecutive, ma Fognini sbaglia tutto. Nishikori appare stanchissimo e la sua palla, sia col servizio che da fondo, viaggia la metà di inizio match. Fognini comanda ogni scambio e ha ancora tre buone occasioni sul servizio del giapponese. In una è bravissimo l’asiatico, ma sulle altre due è l’azzurro a commettere due errori imperdonabili. Nishikori non si fa pregare e chiude grazie ad un buon decimo game.
Fabio ha regalato un match che avrebbe dovuto vincere abbastanza tranquillamente in 4 set. Un’altra occasione mancata e un salto di qualità mentale che stenta ad arrivare. La rabbia deriva dal fatto che se Nishikori vale già i primi 50 Atp, Fabio con il suo tennis varrebbe già i primi 30.
La fiducia nel ligure rimane comunque intatta, poiché con quel talento indiscutibile e con quella testa ogni risultato è possibile, in positivo e (purtroppo troppo spesso) in negativo..
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