(Il “nostro” Fabio Possenti assiste al match Fognini-Delbonis dal Centrale de Jockey Club)
da Rio de Janeiro, Fabio Possenti
Venerdì dedicato ai quarti di finale della seconda edizione del Rio Open a Rio de Janeiro. Cielo sereno e temperatura che raggiunge i 40 gradi ad “accogliere” i match del primo pomeriggio. Prima dell’inizio della giornata, avevo sperato che i primi match andassero un po’ per le lunghe in modo da consentirmi di arrivare più comodamente al Jockey Club Brasileiro, almeno in tempo per il match di Fognini, programmato come terzo incontro a partire dalle 15.30. Ecco, io avevo sperato “un po’ per le lunghe” ma si è esagerato!
Ha iniziato alle 13 Sara Errani ad aprire il programma del centrale ed ha impiegato 2h17’ (dovendo annullare anche 3 match point) a disfarsi della 18enne di casa Bia Haddad Maia. Intorno alle 16 è stato il turno di David Ferrer, che in poco più di 2 ore si è disfatto di Juan Monaco.
Io arrivo a casa intorno alle 19, quando è in corso ancora il primo set tra Joao “Feijao” Souza e Andreas Haider-Maurer, del quale attendo la fine del primo set (7-6 per l’austriaco) per avviarmi verso il torneo.
Arrivo, faccio rifornimento di acqua e prendo posto sul centrale, dove il punteggio vede il tennista di casa avanti per 4-1 nel secondo set. “Feijao” si esalta e aizza la folla ad ogni punto, che risponde con cori da stadio, spingendo il beniamino di casa fino al 3-1 nel terzo set. Haider-Maurer, che in quel momento pareva in balia dell’avversario, reagisce e con un parziale di 5-1 conquista la semifinale gettandosi in terra dopo aver conquistato l’ultimo punto.
Ai microfoni a bordocampo il vincitore si dice estremamente soddisfatto e ringrazia il caloroso pubblico per essere stato corretto nonostante, giustamente, facesse il tifo per il suo avversario.
Al termine del match viene reso omaggio a Nick Bollettieri, presente a questa edizione del Rio Open e presentato qui a Rio come “il mago del tennis”.
Sono passate le 21.30 quando scendono in campo Fabio Fognini e Federico Delbonis. Il match è molto equilibrato e il primo set è deciso da un unico break, ottenuto al quinto tentativo nel settimo gioco (6-4).
Il secondo set sembra essere un monologo argentino, ma dall1-5 Fognini rimonta, sciupa una palla break che l’avrebbe portato a servire per il match, annulla un set point e si rifugia nel tie-break, che si rivelerà bellissimo, attimi veramente di grande tennis con vincenti da una parte e dall’altra e grandissime difese di Fognini, che lo portano a procurarsi 3 match point, tutti ben salvati da Delbonis. Sull’11-10 per l’argentino, Fognini non può nulla sull’accelerazione di rovescio: 1 set pari e tutto da rifare.
Il terzo set parte con Fognini che cerca di smaltire le memorie negative del set precedente e Delbonis che sull’inerzia del pericolo scampato sembra lanciato. Fognini si salva nel primo game, ma nel terzo deve cedere la battuta, che, però recupererà immediatamente (2-2). A questo punto il match segue i servizi con i due giocatori che devono salvarsi una volta a testa dallo 0-30, senza però dover mai fronteggiare palle break.
Il pubblico apprezza lo spettacolo, anche se è preoccupato per il protrarsi del match che sta posticipando l’inizio di quello ben più atteso (da loro) di Nadal.
Il tifo, a parte qualche argentino sparso qua e là che urla “vamos Federico”, è tutto dalla parte di Fabio, che combatte su ogni punto in una partita che ormai è diventata una lotta di nervi. “Fogna” ha bisogno in totale di ben altri 6 match point (oltre ai 3 del secondo set) per poter alzare le braccia al cielo vittorioso dopo 3h12’ di vera battaglia.
Esco dal centrale proprio mentre esce anche Fognini, che, nonostante la fatica, non si risparmia davanti ad una folla che lo acclama dedicandosi alla firma degli autografi.
Davanti agli spogliatoi ad aspettarlo ci sono Josè Perlas, il preparatore atletico e Corrado Barazzutti, sempre presente nel box dei giocatori italiani. Arriva Fognini, che si lascia andare ad un abbraccio col suo coach, visibilmente contento.
Arriva il momento della consueta intervista, si vede come Fabio sia provato dal match, ma non perde comunque occasione per dimostrarsi simpatico davanti ai microfoni dichiarando, su mia specifica domanda, di aver avvertito nel finale dolore al “famoso quadricipite”, quello che si infortunò con Montanes in un’altra partita epica negli ottavi di finale al Roland Garros del 2011.
Intanto è l’una di notte passata quando scendono in campo Rafael Nadal e Pablo Cuevas, nel match più atteso dal pubblico neutrale. Gli spalti sono ancora abbastanza gremiti nonostante l’orario a dir poco inconsueto per iniziare un match di tennis.
Mi viene in mente come questa estate a New York sia stato testimone del match tra Raonic e Nishikori agli US Open, terminato alle 2.26 di mattina. Se quello era un record, qui lo superiamo!
La partita mostra un Nadal stranamente falloso e un Cuevas in fiducia e molto solido. L’uruguaiano si aggiudica il primo set per 6-4, mentre il secondo segue i servizi senza palle break offerte fino al 6-5 Nadal. Qui lo spagnolo fa sentire il suo carisma e Cuevas è costretto sulla difensiva, annulla 3 set point, ma al quarto deve capitolare. In pratica è anche la fine del match, Cuevas è ormai svuotato di energie e non riesce a reagire al pensiero di essere stato così vicino alla vittoria. Nadal si invola sul 5-0, mentre io decido di andarmene per evitare di dover attendere un’ora per prendere il taxi.
Da un monitor di servizio vedo il match point col quale Nadal chiude il match, sono le 3.20 di mattina!
Alle 4 sono a casa e tra poco si ricomincia!