di Giorgio Giosuè Perri (Foto Ray Giubilo)
La linea tra l’ordinario e lo straordinario divide i campioni dai fenomeni. Nell’olimpo dei più grandi non ci si entra per caso, perché solo superando tutti gli ostacoli è possibile raggiungere la vetta. Fabio Fognini e Simone Bolelli, dopo una stagione al limite della perfezione, hanno raggiunto un traguardo che mai nessuno avrebbe pronosticato dodici mesi fa: la qualificazione per le ATP Finals di Londra.
Vincendo a Melbourne contro ogni aspettativa, collezionando finali memorabili a Indian Wells, Montecarlo e Shanghai, ma anche mantenendo una continuità di risultati invidiabili durante l’arco di tutto l’anno. I due sono riusciti ad eguagliare un risultato che solo Adriano Panatta e Corrado Barazzutti avevano raggiunto, un risultato che mancava al tennis italiano dal 1978. In un anno trionfale per le donne, anche gli uomini sono riusciti a far splendere il tricolore, a testimonianza del fatto che il presente ha ancora tanto da offrire. In maniera genuina e sincera, con la forza della determinazione e della volontà, Fabio e Simone sono stati in grado di sostenersi a vicenda nei loro momenti più bui. La tragica stagione di Fabio sul cemento Nord-Americano e le pessime performance di Bolelli nell’ultimo spicchio di stagione hanno coinciso con risultati brillanti in doppio: la finale a Indian Wells nel primo caso e quella a Shanghai nel secondo. Non una casualità.
Non solo la prima edizione della storia con una coppia azzurra, ma anche la prima edizione con una speciale denominazione dei gironi. Non più gruppo “A” e “B” bensì “Ashe/Smith” e “Fleming/McEnroe” in onore rispettivamente dei primi vincitori in assoluto e dei più titolati (con 7 sigilli consecutivi). Fabio e Simone, sorteggiati nel primo gruppo, se la vedranno con i fratelli Bryan, Bopanna/Mergea e Murray/Peers. Malgrado gli azzurri abbiano un bilancio negativo con due delle tre coppie presenti nel girone, non può di certo considerarsi come il peggior sorteggio possibile. Con 26 vittorie, la quinta testa di serie e la maggiore attitudine a questo genere di competizioni, Fabio e Simone non partono sconfitti contro nessuno. C’è da sfatare il tabù delle 0 vittorie azzurre al Master di fine anno, ma c’è anche una ghiotta occasione per rendere una stagione straordinaria ancora più magica.
Gli azzurri, a contrario di tutti gli altri, sono prima due singolaristi. Come tali hanno sempre messo gli impegni di doppio in secondo piano, riuscendo comunque a macinare vittorie su vittorie fino a guadagnare una credibilità ed una compattezza incredibile anche come team. Fognini, che è uno dei cinque giocatori ad avere almeno 20 vittorie in entrambe le discipline, è anche quello con il miglior Ranking in singolare dei sedici presenti al Master: “Io e Simone siamo al settimo cielo” – ha ammesso il ligure in un’intervista rilasciata ai microfoni inglesi qualche ora fa – “Il premio per una stagione dispendiosa e lunga. Gli impegni sono davvero tanti, quindi non so se nel 2016 continueremo a far coppia fissa. Posso solo dire che il doppio mi ha aiutato tanto e che continuerà a farlo”
Fabio e Simone, che inaugureranno il programma della “O2 Arena” nella giornata di domenica, avranno tantissimi motivi di orgoglio a prescindere dai risultati. Hanno scritto una pagina indelebile della storia, e questo non potrà mai levarglielo nessuno.