di Luca Fiorino
Un forte ruggito proveniente da una piccola isola montuosa di origine vulcanica tra il Madagascar e le Mauritius. Quel verso che sino a ieri riecheggiava fra i venti tropicali della zona, non proveniva dalle fauci dell’animale dalla folta criniera della famiglia dei Felidi, ma da Florent Serra che, come un leone tramortito al suolo, ha provato con tutte le forze a rialzarsi un’altra volta ancora.
Si apprestava ormai ad appendere la racchetta al chiodo dopo un anno colmo di delusioni ma forse questa settimana appena passata può avergli fatto cambiare idea. Il tennista di Bordeaux, all’alba dei suoi 33 anni, stupisce un po’ tutti e raggiunge dunque la finale dell’Open De La Réunion, piccolo torneo challenger da 35000 $ di prize money. Nel ben mezzo dell’Oceano Indiano, il francese è andato ad un passo dal successo in finale contro Robin Haase. Tanta soddisfazione dopo gli ultimi mesi trascorsi, un po’ di rammarico per quel match point sprecato che gli avrebbe consentito sul 5-4 nel terzo set di rialzare al cielo un trofeo dopo il trionfo nel 2008 al torneo challenger di Szczecin.
Nato a Bordeaux nel 1981, inizia a prendere confidenza con la racchetta all’età di 7 anni nel circolo locale. Il tennis è da sempre la sua passione ma non è stata sin da subito una priorità. Non ha infatti voluto rinunciare ai suoi studi, tanto da cominciare sul serio a livello agonistico solo dopo aver terminato la scuola all’età di 18 anni. Cresciuto col mito di Thomas Enqvist, ha da sempre preferito i campi in terra battuta, anche se non ha mai disdegnato le superfici più veloci. Il suo gioco è sempre stato regolare, basato principalmente su un ottimo diritto e ben si è adattato negli anni a più superfici differenti, anche sul cemento e sull’erba.
Negli ultimi tempi, complice anche l’età che avanza ed un fisico un po’ logorato, ha cambiato modo di giocare colpendo più forte da fondo campo evitando dunque di muoversi e sfiancarsi troppo con spostamenti sia in verticale che in orizzontale. Da sempre è considerato “l’ammazza grandi” per via di questa sua abilità di trovare forti motivazioni e grandi giornate contro i migliori del circuito. E’ stato capace infatti di battere ben cinque top 10 nell’arco di due anni, dal 2005 al 2007, anche in tornei come quelli di Roma, Montreal e Miami. I malcapitati in quelle cinque circostanze furono Lleyton Hewitt (num 3 nel 2005) in Canada, James Blake in due occasioni (num 7-8 nel 2006 e 2007)a Roma ed a Miami ed infine in tornei “minori” rispetto a quelli sopra citati, Tommy Robredo (num 8 nel 2006) sull’erba di ‘s-Hertogenbosch e Nikolay Davydenko (num 5 nel 2007) sulla terra olandese di Amersfoot. Più recentemente, nel 2009 ad Halle, ha avuto ben 2 match point contro Novak Djokovic, salvo poi perdere il match 7-5 5-7 1-6. Un 2014 poco positivo invece questo in corso, ad essere sinceri totalmente da cestinare considerando che prima di questa finale i migliori risultati erano giunti con la qualificazione al tabellone principale dell’Atp 250 di Metz lo scorso Settembre e con i quarti di finale al challenger di Segovia, in Spagna. Un ranking che lo relegava alla 455esima posizione e che avrebbe fatto presagire, considerati gli scarsi risultati, ad un immediato ritiro. Questo acuto però permette al transalpino di scavalcare ben 114 posizioni e di balzare alla 341esima posizione mondiale cambiando di fatto le carte in tavola in vista della prossima stagione. Seppur i tornei di fine anno vadano sempre presi con le molle, le vittorie ottenute con Pere Riba prima e Ricardas Berankis poi non possono passare inosservate.
La stessa finale lottata sino all’ultimo punto contro un tennista come Robin Haase, attuale numero 85 del mondo, persa 7-5 al terzo set fa ben sperare. La scusante della mancanza di freschezza fisica arrivati a questo punto della stagione è però una discriminante non indifferente, soprattutto per lui che, seppur non abbia saltato nessun torneo per infortunio, è potuto arrivare più fresco all’Open de la Réunion avendo racimolato tante uscite ai primi turni. Di sicuro questo mini exploit pone maggiori dubbi nella testa del francese riguardo le proprie possibilità di continuare a giocare anche il prossimo anno. D’altronde un tennista come lui con un passato da 36 del mondo (26 Giugno 2006) e due titoli Atp in bacheca non può permettersi di sfigurare anche in tornei futures e di accumulare solamente 21,007 $. Sarà l’aria di vacanza che si respira in questa parte di Francia d’oltremare od un piccolo exploit isolato, Florent Serra, seppur in toni non paragonabili a quelli del passato, continua a far parlare di sé. Il transalpino ormai non è più di fronte ad un bivio, la strada che ha intrapreso da qualche tempo è risaputa, quella del cosiddetto viale del tramonto è ormai imboccata da un po’, sta a lui ora decidere se proseguire per questa via o fermarsi.
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