Di Giulio Gasparin (@giuliogasparin)
Filippo Volandri è un nome che nessun appassionato di tennis in Italia non conosce: specialista del rosso ha vissuto forse la pagina più bella della sua carriera nel 2007 a Roma, quando batté Roger Federer e raggiunse le semifinali, prima di raggiungere la 25a posizione del ranking ATP, suo record. A qualche settimana dal suo 34° compleanno, Volandri è ancora motivato a giocare e ad impegnarsi nei sacrifici che questo sport richiede, ma in parallelo ha portato avanti nuovi progetti, come quello di commentatore per Sky Italia. Quella che segue è una breve intervista svoltasi al termine del vittorioso primo match all’ATP Challenger di Cordenons.
Il primo match è sempre una nuova esperienza in un torneo, per cui è un buon segnale l’aver portato a casa il match d’apertura agilmente.
Sì, penso di aver giocato una buona partita. Sono arrivato un po’ tardi qui, perché sono arrivato domenica sera, per cui non è stato facile ambientarmi alle condizioni, dopo che è piovuto tanto ieri e le condizioni del campo sono molto lente. Però credo di aver giocato una buona partita, per cui bene così ed è positivo l’aver finito oggi perché so che comunque le previsioni non sono buonissime per i prossimi giorni, quindi, intanto, mi godo il primo turno.
Ho sentito che parlavi delle condizioni del campo, un po’ morbido dopo la pioggia, ma a parte in alcune occasioni, non sembra aver dato grandi problemi, no?
No, infatti. Un pochino nel secondo set, perché il campo si era un po’ segnato e si era formata qualche buca in più rispetto al primo set, però no, perché per quanto è piovuto ieri, i campi erano in ottime condizioni, il circolo ha fatto un ottimo lavoro. Sappiamo che i campi qui sono campi umidi e quando piove difficilmente drenano, ma con tutta l’acqua che ha fatto, il campo era in ottime condizioni.
Come ti trovi qui in Friuli e nello specifico a Cordenons, non è la prima volta che vieni a giocare qui.
No, no affatto! Ormai non le conto più le volte in cui sono venuto qui. Sono tanti anni che vengo e sono molto legato a questo circolo, sono molto legato ad Eddie che purtroppo non c’è più, quindi è sempre bello venire qui, anche in sua memoria.
Dopo quasi 20 anni di carriera tra i professionisti, cosa ti spinge ancora ad andare avanti?
La passione comunque che ho per questo sport e il fatto che ancora mi diverto a fare dei sacrifici, quindi finché c’è quella continuo a giocare, poi il giorno che mi passerà la voglia di fare sacrifici smetterò, anche se la data non è molto lontana.
Hai fatto un’esperienza quest’anno, anzi più di una, come commentatore, quindi dall’altra parte, com’è stata?
Mah, è stata una bella esperienza, l’ho fatto e lo faccio perché mi diverte e rimango nell’ambiente del tennis, quindi lo faccio molto volentieri. Ovviamente è una cosa che mi piace e mi appassiona, credo e spero che mi venga anche abbastanza bene, quindi lo vedo come un punto di partenza per il mio futuro, anche perché inizio ad avere quasi 34 anni, quindi è bene che inizi a pensare anche a quando diventerò grande.
Grazie ed in bocca al lupo.
Crepi
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— Giulio Gasparin (@GiulioGasparin) 18 Agosto 2015
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