Di Giulio Gasparin
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Vincere il titolo all’ATP Challenger di Cordenons non è stato solo un cospicuo introito di punti per una classifica dove si è visto uscire dai primi 100 del mondo, per Filip Krajinovic vincere un Challenger era l’obiettivo dell’estate, così da riprendere sicurezza e fiducia prima dell’ultimo slam dell’anno. Il ventiquattrenne serbo ha dovuto emergere da diverse battaglie, l’ultima delle quali in finale, dove si è trovato sotto di un set e un break contro Adrian Ungur, ma la stanchezza con cui ha finito la settimana si è trattata di un giusto prezzo per un titolo importante per la stagione e per il morale.
Direi che quella di oggi è stata una battaglia durissima, ma in qualche modo sei riuscito a girarla a tuo favore. Qual è stata la chiave del successo?
È stata proprio dura, anche perché a dire il vero ieri ho giocato un match faticoso contro Lorenzi, match durato tanto e finito tardi, per cui ho faticato a recuperare e oggi avevo poche energie già nel primo set. Anche ne secondo non ho giocato al meglio, ma sono rimasto lì e ho combattuto per ogni punto e alla fine quello mi ha dato la sicurezza per innalzare il livello e girare il match.
Hai deciso di rimanere sulla terra questa settimana, nonostante gli US Open siano dietro l’angolo.
Sì, l’ho deciso con il mio team, perché dopo Wimbledon siamo tornati sul rosso con l’obiettivo di vincere un torneo e ora che ce l’ho fatta posso andare agli US Open sicuro dei miei mezzi e con la sicurezza di poter fare bene.
E quali sono i tuoi obiettivi da qui a fine anno?
Di sicuro c’è quello di tornare tra i primi 100 al più presto, ma l’obiettivo è di finire l’anno tra i primi 80. Lo scorso anno ero vicino ai 90 e lo sono ancora: se continuo a giocare bene come ora so che ce la farò.
Che cosa significa per te avere il numero uno del mondo, Novak Djokovic, all’interno della squadra di Coppa Davis?
Per me è importantissimo, perché lui è un ragazzo sempre pronto ad aiutarmi. A volte giochiamo il doppio assieme e quando ne ho bisogno lui c’è sempre per due parole, dovessi aver bisogno di consigli o anche per la tattica. Se lo chiamo lui risponde sempre, il che è fantastico, è un piacere per tutti noi l’averlo in squadra.
Cosa pensi che tu debba migliorare tatticamente per continuare a migliorare?
Di sicuro devo essere al meglio fisicamente e questo si palesa specialmente al servizio, perché ogni tanto ho giornate proprio no. Poi ci sono tante piccole cose che ovviamente vanno migliorate se si vuole migliorare.
Nel 2011 hai subito un brutto infortunio alla spalla, hai mai temuto potesse mettere termine alla tua carriera?
È stato senza dubbio un momento molto difficile, perché ero uno dei migliori junior del mondo e fermarsi per recuperare non è stato facile, ma sapevo di poter tornare, perché attorno a me c’erano persone che ci credevano. Io sapevo di avere un gioco che poteva portarmi in alto e questo mi ha dato la motivazione per continuare.
Posso darti solo una cattiva notizia in questa serata di successi? Nole ha perso da Federer…
Qual è stato il punteggio?
7-6 6-3…
(S0rridendo) Me**a!
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