Federico Ottolini si è imposto con facilità nella finale del torneo per le prequalificazioni di Roma, che si è tenuto a Parma. Abbiamo raggiunto Federico nei giorni scorsi, per farci spiegare qualcosa di più sul suo percorso e la situazione, che lo vede a metà tra il tennis giocato e la sua posizione di maestro.
Buongiorno Federico! Iniziamo dalle tue sensazioni sul torneo in Emilia, che ti ha garantito l’accesso al Foro.
Ho iniziato il torneo con trentotto e mezzo di febbre! L’esordio è stato con un 2.5, quindi ho pensato fosse alla mia portata e sono riuscito a passare il turno. Mi sono aiutato con dei medicinali, e via via ho trovato la mia migliore condizione; in finale penso di aver giocato un ottimo tennis, sono molto soddisfatto.
Spaziotennis sta intervistando praticamente tutti i protagonisti di queste PreQuali: tu sei tra quelli su cui si sa di meno, anche su Internet non c’è molto materiale che racconti di te e della tua storia. Come mai? Raccontaci un po’ della tua carriera, adesso sei 2.2, se non sbaglio.
Ho iniziato a lavorare d presto, quindi i tornei e il tennis giocato sono passati un po’ in secondo piano. Negli ultimi anni sono riuscito a fare un buon salto nelle categorie, e adesso sono 2.2, anche se faccio comunque fatica a mantenere i ritmi, perché essere istruttore mi toglie parecchio tempo e impegno. Ho ottenuto 2 punti ATP due anni fa, e ho cercato di portare avanti sia il discorso professionistico che quello lavorativo; nell’ultima stagione però o lasciato stare i tornei internazionali, giocandone davvero pochi, prediligendo gli Open e i tornei nazionali. E’ difficile.
Cosa ti aspetti dall’esperienza al Foro Italico?
Di certo è un sogno che diventa realtà: quell’atmosfera e quei campi sono già da soli un ottimo risultato. So di poter fare bene, mi sento a posto fisicamente e come gioco, mi sto allenando. Spero di passare un paio di turni, poi tutto di guadagnato: se arrivasse la wildcard alle qualificazioni sarebbe ovviamente tutto più bello, ma non mi aspetto nulla.
Questo risultato non ti sprona a concentrarti di nuovo per una prospettiva di tennis giocato full time?
Un po’ sì. Quest’anno sono arrivate buone soddisfazioni, il passaggio a 2.2, il Foro, tutte cose che stanno risvegliando la mia voglia di tornare sui campi a livello competitivo. Rimango però sempre con i piedi per terra, so quanto sia difficile e quanto sforzo, soprattutto economico, ci voglia. Sono comunque convinto di poter ottenere altri risultati di prestigio, Roma sarà solo uno dei tanti bei ricordi che avrò e potrò ottenere ancora.
Dicci qualcosa sui tuoi allenamenti.
Mi alleno con Christian Fava. Al mattino mi concentro su atletica e palestra, più un’oretta di tennis. Pomeriggio e sera li passo a lavorare sui campi, quindi è anche difficile staccarmi proprio fisicamente dal Circolo per andare a fare tornei!
Hai già dei programmi futuri dopo Roma?
Inizia la serie B, quindi mi concentrerò su quello. Poi magari qualche torneo nazionale nei dintorni: quando inizierà il periodo estivo avrò qualche libertà in più dal lavoro, sono riuscito a mettere via anche qualche soldo quindi spero di potermi iscrivere a qualche torneo un po’’ più importante.
Il tennis c’è, è evidente. Come mai hai scelto la strada del maestro e non quella del giocatore professionista?
E’ la mia passione. E soprattutto, non sono supportato da nessuno economicamente: i miei genitori mi hanno aiutato finché hanno potuto, poi non ho contato più su nessuno, e da qualche parte dovevo pur guadagnare qualcosa. La Federazione non mi ha mai aiutato, da giovane vincevo poco, quindi ero poco visto. E si sa che la Federazione da una mano solo a chi ottiene risultati da subito.
Grazie Federico, e in bocca al lupo!