di Sergio Pastena
Roger Federer: gli aggettivi per lui sono finiti, l’aggetivo per il voto è uno solo: obbligato. Voto: 10 e lode
Andy Murray: stavolta niente bastonate. Non ha perso l’occasione di vincere Wimbledon, ha colto quella di arrivare in finale sull’erba londinese e si è battuto bene in finale. Applausi. Voto: 9
Jo-Wilfried Tsonga: sulle due palle break del 4-4 al quarto contro Murray, muore anche la sua possibile finale. Stabilmente dietro i Fab Four, tanto di cappello. Voto: 8
David Ferrer: sulla terra è superiore al Murray, sul veloce lo fa patire. Come a Melbourne 2011, non coglie l’occasione per andare avanti di due set e finisce lì. Da ammirare. Voto: 8
Philipp Kohlschreiber: la risposta a chi si chiede perché l’erba sia così apprezzata da chi ama la tecnica. Voto: 7,5
Florian Mayer: vedi Kohlschreiber, aggiungendo che contro Djokovic poteva molto poco. Voto: 7,5
Mikhail Youzhny: chiudiamo il trittico dei rovesci di pregio (lo è anche quello di Mayer, seppur bimane) col russo pazzo che si schianta contro Federer. Voto: 7,5
Mardy Fish: considerando quello che ha passato, era molto difficile chiedergli di più. Voto: 7,5
Brian Baker: chiude la comitiva dei sette e mezzo e si conferma di livello assoluto. Voto: 7,5
Lukas Rosol: ingeneroso? Forse, ma una giornata di grazia e un terzo turno Slam valgono un sette. Voto: 7
Jerzy Janowicz: uno di quelli attesi, fa vedere di cosa è capace e quasi fa fuori Mayer. Voto: 7
Sam Querrey: si sta ritrovando, e per gli americani è una buona notizia. Voto: 7
Xavier Malisse: un altro del clan dei rimpianti, contro Federer è stato un bel vedere. Voto: 7
Andy Roddick: difende il terzo turno, le forche caudine lo attendono agli Us Open. Voto: 6,5
Ernests Gulbis: stavolta non ha fallito la prova del nove, è che Janowicz era proprio un avversario tosto. Voto: 6,5
Novak Djokovic: sul velluto fino alla semifinale, eccetto che per un paio di set contro Stepanek. Contro Federer, però, la sua prestazione è stata decisamente rivedibile. Voto: 6
Fernando Verdasco: cedere a Malisse sull’erba ci può stare, niente drammi. Voto: 6
Marin Cilic: mezzo voto in meno. Così, perché è Cilic. Voto: 5,5
Juan Martin del Potro: contro Ferrer non vede palla, sempre più dubbi sul fatto che possa tornare quello di prima. Voto: 5,5
Andreas Seppi: ok le frignate di Istomin, ma è lecito dire che ci si attendeva di più. Voto: 5
Janko Tipsarevic: torneo anonimo, ancora meno giustificabile per chi, come lui, la tecnica ce l’ha. Voto: 5
Rafael Nadal: è umano anche lui e come tale può cadere. Ultimamente cade un po’ più spesso. Stagione sull’erba disastrosa. Voto: 4
Tomas Berdych: dimesso, quasi stordito da un avversario che non si attendeva così in palla. Voto: 4
John Isner: Falla, come l’avversario che l’ha eliminato. Falla, come il buco nell’acqua fatto a Wimbledon. Falla, come quello che penso quando lo vedo in campo, aggiungendo la parola “finita”. Voto: 4
Nikolay Davydenko: toc, toc! Chi è? Il funzionario dell’Inps. Voto: 4
Il tetto di Wimbledon: se le flebili lamentele di Nadal sono sembrate pretestuose, bisogna anche dire che un tetto che ci mette più di mezz’ora a chiudersi lascia perplessi e spacca in due le partite. I cinesi, in mezz’ora, un tetto lo costruirebbero. Voto: 1
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