di Sergio Pastena
E meno male che doveva accusare il colpo! Roger Federer si aggiudica il secondo Atp 500 di fila a Dubai, completando un back-to-back con Rotterdam mica da ridere, specie perché seguito alla sconfitta contro Isner per molti carica di nefasti presagi. Negli Emirati lo svizzero è stato oltremodo solido al servizio, persino più di Rotterdam: in Olanda aveva ceduto tre volte la battuta in quattro match, lasciando per strada un set, mentre a Dubai l’ha persa una sola volta, in finale contro Murray, e non si è lasciato scappare nemmeno un parziale.
Già, Murray, finalista a sorpresa ma non troppo, considerato che certi exploit per lui sono abituali (almeno al meglio dei tre set). Il britannico, partito stentando contro Berrer, ha eliminato in semifinale Novak Djokovic dopo un match dominato per larga parte, ma che ha rischiato di farsi sfuggire di mano nel finale del secondo set. Dall’altra parte del tabellone, invece, si è visto un Del Potro che, ormai, come gioco è ritornato subito dietro i Fab Four ma deve ancora crescere un po’ per raggiungerli. In un torneo sostanzialmente privo di sorprese (7 teste di serie su 8 ai quarti e l’ottavo era Youzhny) fa piacere segnalare la bella vittoria su Ljubicic di Flavio Cipolla, che poi è riuscito anche a strappare un set a Tipsarevic.
Anche ad Acapulco c’erano 500 punti in palio, anche se la concorrenza era molto minore per David Ferrer, testa di serie numero uno. Figurarsi se lo spagnolo, che nel suo dizionario non ha la parola “calo di rendimento”, poteva lasciarsi sfuggire un’occasione del genere! Percorso netto, con qualche patema solo in semifinale contro il sorprendente colombiano Giraldo, giustiziere di Granollers: il granitico David in media ha lasciato per strada meno di tre games a set e in finale ha travolto Verdasco con un eloquente 6-1 6-2. Buon torneo, comunque, per Fernando, che ha raccolto gli scalpi di Wawrinka, Almagro e anche del nostro Volandri. Fuori al secondo turno Potito Starace, che dopo aver eliminato nel derby Alessandro Giannessi ha dovuto cedere a un Berlocq nel miglior momento della carriera.
A chiudere l’Atp 250 di Delray Beach, che ha riservato una delusione inaspettata ai tifosi americani: pochi avrebbero pensato a una finale senza statunitensi, visto che la parte alta era presidiata da Isner e Roddick. Invece A-Rod, seppur in leggera ripresa rispetto alle ultime uscite, dopo aver buttato fuori Petzschner e Istomin ha dovuto arrendersi in tre set a Kevin Anderson. Il sudafricano, non contento, ha eliminato anche Isner col punteggio di 7-5 7-6 in un match dominato dai servizi che ha visto Long John cadere vittima di quella che di solito è la sua arma vincente: nel tie conclusivo è bastato un minibreak iniziale di Anderson, che lo ha gestito a botta di aces e prime ingiocabili. La sorpresona è arrivata dalla parte bassa del draw, dove è spuntato fuori il qualificato Matosevic, capace di mettere in fila Karlovic, Bogomolov, Gulbis e Sela. In finale contro Anderson, tuttavia, l’australiano ha dovuto cedere in due set, seppur equilibrati, lasciando così al tennista sudafricano il secondo titolo della carriera.
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