di Marco Mazzoni
Con il “classico” tweet ieri sera gli organizzatori del Master 1000 di Monte Carlo hanno annunciato (trionfanti) che Roger Federer ha accettato una wild card e tornerà a giocare nel Principato. Mancava dal 2011, quando perse una brutta partita di quarti contro Melzer. Ero a bordo campo quel giorno, ricordo molto bene la partita. Un Federer abulico, lento e poco incisivo, soffrì le variazioni ed angoli del talento austriaco, uscendo mestamente. Scurissimo in sala stampa, fece intuire che le condizioni piuttosto lente e le poche ore passate ad allenarsi sul rosso avevano prodotto questo risultato, molto negativo sul piano della prestazione. Ricordo perfettamente anche uno sguardo incrociato tra Roger ed il direttore del torneo Zeljko Franulovic, che assisteva impietrito in fondo alla angusta saletta delle interviste… Una frase sibillina che annunciava tempesta. Infatti Federer scelse da lì in poi di disertare il primo grande appuntamento su terra in Europa, sfruttando la pausa di inizio aprile per lavorare sul piano fisico in vista del tour de force che da Parigi porta agli US Open, vero clou della sua stagione ogni anno. Già in precedenza Federer aveva cancellato dal suo schedule Monte Carlo, oppure c’era tornato last minute; come l’anno delle sue nozze, celebrate giusto in aprile, …facendo in pratica il viaggio di nozze tra le bellezze delle Costa Azzurra.
Lasciando perdere le scelte del passato, ed in attesa di una dichiarazione ufficiale di Roger (che non credo arrivi a questo punto prima del suo sbarco a Country Club monegasco), la decisione di tornare quest’anno a Monte Carlo e soprattutto di affollare il suo calendario con più terra battuta è inaspettata, e si presta a più chiavi di lettura.
Federer è partito molto bene in questo 2014, tutt’altro giocatore rispetto al decadente campione visto nel corso del 2013. Un Roger pimpante, scattante, reattivo come non lo si vedeva dal 2012, o forse ancor più addietro. La velocità dei piedi è tornata quella “buona”, che gli permette di scattare sulla palla volando nel primo passo, a trovare appoggi sicuri ed anticipare i colpi. Senza una notevole efficienza fisica nemmeno il suo braccio divino riesce a produrre in sicurezza un tennis così veloce e difficile. La ritrovata salute atletica gli ha permesso di tornare a giocare il “suo tennis”. L’ha dichiarato più volte da inizio stagione: senza l’incubo di alzarsi dal letto la mattina col terrore di avvertire dolori di ogni tipo alla schiena ha ritrovato fiducia nel suo fisico, la voglia di allenarsi intensamente. Ha ritrovato il piacere di giocare ed il piacere della sfida. A Dubai ha pure sconfitto un Djokovic tutt’altro che mediocre, impegnandolo di brutto nella finale di Indian Wells.
Ritrovata la salute e la motivazione, a quasi 33 anni il suo problema non è la punta di prestazione ma la durata del picco di prestazione. Proprio ad Indian Wells in finale, dopo il calo al servizio è seguito quello dell’intensità, ed un Djokovic salito in cattedra è riuscito a superarlo.
Ci si chiede: che Federer vedremo sul rosso, dove serve più forza e resistenza per vincere? Dove i match si possono allungare e diventare battaglie fisiche? Ci si poteva forse aspettare un Federer che snobbasse la terra, proiettato al dolce prato di Wimbledon, dove forse il suo miglior tennis potrebbe ancor regalargli il sogno di un ennesimo Slam.
Invece Roger ci prova, tornerà a Monte Carlo, e per ora sono confermate anche le presenze a Madrid e Roma (dove difende tra l’altro la finale 2013).
E’ una scelta azzardata quella di giocare di più su terra? Chissà… Forse no. Intanto un solo torneo non può fare enorme differenza, basta programmare bene il lavoro. Oltretutto tra Monte Carlo e Madrid ci sono alcune settimane di stacco, quindi c’è tempo per riposare e tarare la preparazione. Semmai è faticosa la doppietta Madrid-Roma, a solo una settimana da Parigi.
La mia curiosità deriva soprattutto dal vedere come Federer approccerà quest’anno la terra. Incrementerà l’uso delle novità tattiche introdotte dal lavoro con Edberg? Potrebbe essere una strada affascinante. Nelle condizioni di gioco attuali, è diventato quasi più facile “attaccare” e variare su terra battuta che sul duro. Sapendo sfruttare la frazione di secondo in più per giocare la palla ed i rimbalzi più vari e paradossalmente più bassi rispetto al lento cemento attuale, la terra concede oggi più spazio per creare tennis, a patto di aver talento e timing notevoli. Come Roper appunto. Possedendo la sua mano fatata ed il numero sterminato di varianti tecniche che può imprimere la sua racchetta alla palla, Roger potrebbe divertirsi molto sul rosso, mischiando ancor più le carte in tavola. Ancor più del passato, dove ha vinto variando, ma non troppo. Potrebbe giocare un tennis altamente offensivo, mischiando attacchi e smorzate, provando a dominare il campo esplorandone ogni centimetro; il tutto non dando mai ritmo al rivale di turno, non accettandone gli scambi. Forse è solo un sogno, ma vedere un Federer votato all’attacco ed alla continua variazione sul rosso sarebbe libidine tennistica pura, e potrebbe anche dargli diverse soddisfazioni, seguendo appunto il nuovo canovaccio edberghiano.
Tutto sta nel vedere se avrà la forza fisica e soprattutto mentale per reggere questo piano tattico molto spregiudicato… visto che più volte, anche recentemente (vedi la sconfitta con Nishikori a Miami) soffre ancora la tendenza a tornare conservativo. Appena il servizio inizia a calare tutto suo il suo gioco ne risente, e torna ad aggrapparsi alle antiche certezze dello scambio da fondo, dove però non è più in grado di reggere ore di schermaglie in top contro rivali più tosti fisicamente e continui di lui; rivali che sul rosso andrebbero inesorabilmente a solleticarne il rovescio con palle arrotatissime.
Chi pensava (sottoscritto incluso) che quest’anno la terra sarebbe stata un mero accessorio della sua stagione pare non averci preso. Il campo parlerà, a brevissimo.
C’è pure chi ha letto questa scelta solo come una necessità “pratica”. Tutti sanno che la moglie Mirka è in attesa del terzo figlio (o terzo + quarto? C’è la voce che siano di nuovo gemelli!!!). La notizia arrivò intorno al natale 2013; se la Federer family avesse più che aspettato la conclusione del terzo mese per l’annuncio ufficiale, il rischio che il parto avvenga a metà maggio è concreto. Che Roger abbia deciso di giocare adesso per poi prendersi una pausa a metà maggio?
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