Fabrizio Ornago, ragazzo 22enne di Gorgonzola, con il successo al “Trofeo Livio Pallaoro”, Open disputatosi nel periodo pasquale presso i campi del Circolo Tennis Trento, si è assicurato il pass per il torneo di prequalificazione degli Internazionali BNL d’Italia 2015. Un trionfo arrivato piuttosto agevolmente e che gli permetterà di prender dunque parte al torneo di prequali di Roma per la terza volta in carriera. Una storia diversa da quella di altri suoi colleghi e meritevole di essere raccontata perché Fabrizio è tennista e studente allo stesso tempo. Laureando in fisioterapia, non ha mai avuto dubbi su quali fossero le sue priorità nella vita seppur, per sua stessa ammissione, senza tennis non sa proprio stare. Lo abbiamo intervistato dopo il recente successo a Trento per conoscerlo meglio e capire quali sono i suoi obiettivi presenti e futuri.
Ci racconti come inizia la tua avventura col tennis? Qual è stato il tuo percorso?
Ho iniziato a giocare a tennis quando avevo circa 7 anni a Gorgonzola, dove attualmente abito, con il maestro Luca Prandi e Paolo De Vitali che mi hanno seguito fino agli anni dell’adolescenza. Dopodiché una volta diventato più grande non c’erano più ragazzi con cui allenarmi e la struttura, disponendo di un solo campo, non era più adatta. All’età di 14 anni dunque ho cominciato ad allenarmi al Tennis Club Marconi con Borroni, Vico e Livraghi e, fino a due anni fa, sono stato seguito un po’ da Marcelo Charpentier (tennista argentino ex numero 114 al mondo nel ’97). Intraprendendo però il percorso di studi universitari mi allenavo poco e mi limitavo a prenotare il campo con i miei amici. Attualmente sono senza allenatore perché la mattina ho l’università per cui ho ripreso ad allenarmi a Gorgonzola giocando saltuariamente qualche match con qualche amico o conoscente. Oggi non ho un maestro vero e proprio ma a Roma sarò accompagnato da Davide Recchia, maestro nazionale dallo scorso anno.
Come riesci a conciliare lo studio con il tennis? Hai mai pensato di andare a studiare in un college negli Stati Uniti?
Studio fisioterapia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, sto già lavorando per la tesi poiché per novembre dovrei laurearmi. Conciliare studio e tennis non è semplice perché sono all’università almeno fino alle 16:00 ed ho l’obbligo di frequenza. Superata quella fascia oraria posso allenarmi sul campo o andare in palestra. Riguardo l’idea di andare a studiare negli Stati Uniti non l’ho mai presa in considerazione. Mi era stato proposto finiti gli studi al liceo ma a dire il vero pensavo già a fare i test d’ammissione per fisioterapia. Al momento il mio obiettivo principale è quello di laurearmi e cercare di mantenere il più alto possibile il mio livello di gioco. Una volta che otterrò “il pezzo di carta” deciderò con calma cosa fare della mia vita.
Come è nata l’idea di andare a giocare a Trento? Alla luce dei risultati quanto ti ritieni soddisfatto?
Non dovevo andare a giocare a Trento ad essere sincero. Era il periodo delle vacanze pasquali ed avevo a disposizione quattro giorni liberi. Nella mia testa balenava l’idea di andare a giocare un torneo futures ma in quel momento mi stavo allenando al coperto, le opzioni invece erano tutte all’aperto e, una volta visti i costi dell’aereo, ho subito rinunciato. Guardando il calendario dei tornei ho visto che c’era Trento e mi sono subito iscritto. Giocare a Roma per un tennista italiano è il massimo che si possa desiderare. Match dopo match ho incominciato a crederci un po’ di più anche perché i primi due avversari che ho battuto non li conoscevo granché ma solo per aver letto il loro nome. Fortunatamente ho vinto tutti gli incontri in due set per poi arrivare in finale contro Giovanni Zennaro, ragazzo che conosco da quando siamo piccolini, e vincere 6-2 6-0.
Cosa ti aspetti dal torneo di prequali degli Inernazionali BNL d’Italia 2015? A quante partecipazioni arrivi dopo quest’anno e con quale spirito l’affronterai?
Questa è la mia terza apparizione, già due anni fa giocai contro Gianluca Naso con cui persi 6-4 7-5 e tre anni fa contro Enrico Burzi. Rispetto agli anni passati credo di aver alzato il mio livello medio di gioco e ritengo di essere maggiormente consapevole dei miei mezzi. Vado lì sperando di potermela giocare contro chiunque e credo che già lottare e misurarmi con chi lo fa per professione sia una bella soddisfazione. E’ un modo anche per dimostrare a me stesso che nonostante non mi alleni come dovrei posso comunque essere competitivo. Sarà un bel banco di prova che spero potrà chiarirmi in parte le idee sul futuro.
In cosa pensi che devi migliorare? Stai lavorando su qualche colpo o aspetto tattico in particolare?
Sto cercando di avanzare la mia posizione giocando sempre più vicino alla riga. Il lavoro con Charpentier inoltre credo mi sia servito molto per migliorare ulteriormente il dritto, il mio colpo più incisivo, e soprattutto gli appoggi e la velocità in generale per evitare di perdere campo. In questo il mio ex allenatore è stato bravissimo. Sto lavorando tantissimo in questo periodo sul rovescio ed infatti la differenza che c’era tra i due fondamentali ora sta diminuendo notevolmente. Il mio difetto principale è che spesso mi addormento un po’ dietro mentre potrei essere molto più aggressivo sfruttando il mio schema di gioco preferito: servizio e dritto.
Ho visto che spesso vai a giocare futures anche al di fuori dei confini nazionali. Cosa ti spinge a giocare tornei di questo tipo e non Open? A dicembre si parlava di aumentare i montepremi nei futures e di rendere l’ospitalità obbligatoria. Sarebbe già qualcosa o proporresti dell’altro?
Sono stato a Maiorca un paio di settimane ed in Germania sfruttando la pausa degli esami anche se comunque studiavo in camera (ride, ndr) perché alla fine dei conti senza tennis non so stare. Piuttosto che giocare Open preferisco disputare tornei futures per cercare di accumulare punti Atp. Il costo dei voli, degli alloggi, delle racchette da incordare tutti assieme sono elevati, per cui si dovrebbe fare in modo che si rientri quanto meno nelle spese. Io parto anche svantaggiato perché non riesco a programmarmi con tanto tempo d’anticipo per via dell’università. Non viaggio molto ma già avere l’ospitalità nei tornei sarebbe un grandissimo aiuto che spero possa attuarsi in futuro. La mia opinione è che chi gioca tanti tornei futures lo fa solo perché spera un domani di giocare challenger o magari tornei Atp. Immagino che tanti giocatori siano sotto con le spese ed è per questo che bisogna essere necessariamente benestanti per fare la vita di un giocatore, purtroppo.
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