Fabbiano, crescita e continuitá

di Giacomo Bertolini

Come stai vivendo queste settimane di ottimi risultati?

“Sono venti giorni che sto facendo buoni risultati. Non c’è stato niente di nuovo, si sono soltanto messi a posto diversi pezzi del lavoro che sto facendo da novembre a Foligno con Fabio Goretti. A livello tecnico ad esempio cerco di stare più vicino alla linea e di far tornare subito indietro la palla all’avversario, che poi è lo schema che dovrei adottare semore in generale.

Tommy in azione.

Tutto è iniziato con la mia prima vittoria contro i top 100 Ramos e Haider-Maurer, quelle due partite hanno segnato una svolta e anche se non avevo la certezza di continuare a fare risultati dopo la semifinale a San Benedetto le cose sono andate comunque bene.

Per quanto riguarda il torneo di Recanati ho capito che il torneo poteva andare bene sin dall’inizio, quando allenandomi con Quinzi ho notato che non mi dava fastadio il rimbalzo della palla e le palline e i campi erano lenti come piacciono a me.

Pur non avendo mai vinto una partita a Recanati ho portato a casa facilmente il primo turno per poi giocare la miglior partita della settimana al secondo con Soeda. Giunto ai quarti ho conquistato pur giocando male una match di lotta contro Caruso e poi una sorta di partita a scacchi contro l'”enorme” Olivetti. É stata una sfida molto complicata dato che lui ha servito 34 aces, abbiamo scambiato poco ed era sempre pronto ad attaccarmi mettendomi pressione in risposta. Sono stato bravo a rimanere concentrato nei momenti più importanti come quando ho messo a segno un pallonetto vincente (a uno di 2 metri e 10!) sul 5-5 nel tie break del secondo set e quando l’ho breakkato sul 4 pari al terzo.

Concludendo con la finale sono partito bene mentalmente anche se non ho giocato così bene. Lui ha sbagliato più del previsto, forse perchè stanco, anche se credo che molti errori erano provocati dal mio gioco e dal fatto di giocare contro un tennista in forma da diverse settimane.

Come commenti i tuoi notevoli miglioramenti nel ranking?

“Era importante stare nei primi 220 per giocare tutti i tornei in tabellone in estate. Sono contento perchè posso avere la certezza, almeno fino a Wimbledon dell’anno prossimo, di giocare tutte le quali Slam, che poi sono i tornei per cui uno decide di giocare a tennis”.

Cosa è cambiato dalla tua collaborazione con Fabio?

“Abbiamo lavorato molto sul diritto e sulla vicinanza alla riga di fondo, insistendo molto sui fondamentali che sapevo già fare bene, senza sperimentare nulla di buovo.

Anche sotto l’aspetto mentale, specialmente dopo la vittoria con Ramos, mi sento molto migliorato. Adesso curo ogni aspetto e non lascio nulla al caso prima di una partita”.

Cosa pensi invece di Gianluigi Quinzi?

“Ci siamo allenati alle 8 di mattina pur di ricevere un campo solo per noi, anche se poi non sono riuscito a vederlo all’opera nel torneo visto le 2.500 persone che affollavano il campo. Ha un rovescio molto naturale con il quale fa molti vincenti, mentre il diritto è nettamente inferiore, quindi in partita al momento è consigliato martellarlo su quel fondamentale. Mi piace molto la gestione del suo allenatore che sa quali siano i tornei migliori e quelli da evitare, programmando tutto nei minimi dettagli”.

Quale sarà la tua programmazione futura?

“Visto che non riuscirò ad entrare a Cincinnati giocherò sulla terra rossa fino alle qualificazioni agli Us Open disputando il Challenger di Liberec e Cordenons.

Mi spaventa un pò il cambio repentino di superficie, spero il prossimo anno di poter organizzare meglio la trasferta estiva sul cemento”.

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