Edoardo Eremin: “Con la concentrazione arrivano anche i risultati”

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di Giulia Rossi

Guido Andreozzi ha vinto domenica il challenger di Vicenza, in una finale rapidissima contro Pere Riba (6-0 e ritiro del tennista spagnolo dopo nemmeno mezz’ora di gioco) ma il vero protagonista del torneo è stato indubbiamente Edoardo Eremin, n. 379 del ranking, entrato in tabellone grazie a una wild card ed arrivato con onore fino alle semifinali. Il percorso del ventiduenne piemontese è stato una vera cavalcata: al primo turno si è trovato subito di fronte la testa di serie numero 3, Thiago Monteiro, che non ha avuto difficoltà nel portarsi avanti di un set e un break anche nel secondo. Poi è arrivata la pioggia a salvare le sorti dell’italiano: durante la lunga sospensione Eremin ha ritrovato energie e concentrazione, grazie anche a Umberto Rianna, che ha saputo caricarlo al meglio per ribaltare il match con due tie break vittoriosi.

Al secondo turno altro match da sfavorito contro lo svizzero Henri Laaksonen, n.190 del ranking: grande prestazione fisica di Edoardo nel primo set e maggiormente mentale nel parziale decisivo, dopo che lo svizzero di origini finlandesi era riuscito a strappargli il secondo set al tie break.

I quarti di finale lo vedono in scena contro una delle più giovani promesse del tennis mondiale: Stefan Kozlov, ex n. 2 juniores, 18 anni appena compiuti, la furbizia propria di una vecchia volpe del circuito. Il primo set scivola via veloce per Eremin che domina nettamente 6-1 il giovane americano, forse debilitato dal caldo quasi balneare. Nel secondo set, dopo l’intervento del medico, l’americano si è decisamente ripreso, e con lui anche le sue irriverenze: urla, contesta chiamate, scaglia palline fuoricampo, si becca due warning e quindi un penalty point sul 3-2, 40 pari. Eremin sciupa la palla break e perde il set per 6-3. Kozlov strappa subito il servizio in apertura di terzo, ma dopo un medical time out Eremin pare essersi ritrovato e da lì in poi non commette più errori, imponendosi con autorità per 6-3. Dal campo rieccheggia ancora la voce di Kozlov che ripete fra sé e sé: “Unbelievable, it’s unreal”.

Dopo il match Eremin si dimostra ben disposto a scambiare due parole per la stampa, al contrario di Kozlov che desidera solo mettere la bionda testa sotto la doccia.

Ricevuta la sacrosanta benedizione di Rianna, Edoardo si rilassa finalmente all’ombra dell’ombrellone del bar e può riflettere serenamente sulla partita che gli ha regalato la prima semifinale challenger in carriera: “Come al solito io ho questa tendenza a perdere la concentrazione, lui però non è stato molto corretto perché faceva finta di stare male, questo giochino mi ha mentalmente distratto, sono calato di energie nel secondo, ero arrivato anche ad avere una palla break addirittura su un suo penalty point. Da lì ho cominciato a innervosirmi, poi nel terzo set ho preso il break nel primo game e mi sono detto: “No, aspetta un attimo, ricominciamo tutto da capo”. Non volevo perdere, mi dava soprattutto fastidio perdere in quel modo, allora mi sono preso una pausa, avevo un po’ male alla gamba perché comunque faceva caldo, io sudo tanto e perdo tanti liquidi, quindi ho chiesto l’MTO. Mi sono ripreso e ho detto: “Ok, ricominciamo a giocare”. Praticamente da lì non ho più sbagliato, ho giocato davvero benissimo e ho usato quel medical time out per riprendermi di testa e di fisico. Ne ero certo, mi sono detto: “Bene, ora posso anche perdere ma almeno è un altro tennis.”

Quello che ha impressionato durante la settimana è la freddezza che Edoardo ha mantenuto nei momenti chiave dei match contro Monteiro e Laaksonen, entrambi teste di serie, entrambi con maggiore esperienza: “Sì ho imparato la lezione della scorsa settimana a Mestre in cui ho perso 7-6 al terzo con due match point. Mi ricordo che sul 5-4 e servizio mi ero innervosito, parlavo da solo, ho sbagliato due dritti facili. Da lì con Umberto Rianna ho parlato di questa cosa, di dover essere più freddo e saldo di testa nei momenti importanti, ho provato a farlo in partita e ci sono riuscito in questo torneo. A Genova ho anche una persona che segue la preparazione mentale, si chiama Carola De Favero.”

Il punto di forza di Eremin è indubbiamente il servizio, non di rado sopra i 200km/h. Ma nonostante una solidità fisica notevole, il tennista piemontese non si sente ancora soddisfatto per quanto riguarda il resto dei fondamentali: “Io penso che ci sia sempre da migliorare, la perfezione non esiste, in particolare devo lavorare sia sul dritto che sul rovescio, sugli spostamenti, sull’uscita del servizio… per fortuna ci sono tante cose su cui migliorare! Se fossi già formato sarebbe un problema”.

Ripensando ai giovani più in forma in questo momento mi viene in mente che il Piemonte sembra una regione di tennisti nati. Donati, Sonego, Napolitano, Vavassori… “Sì ci pensavo proprio l’altro giorno, noi siamo tutti amicissimi, soprattutto con Sonego perché quest’anno abbiamo girato sempre insieme con il gruppo over 18 che segue Umberto Rianna, siamo anche andati con Galimberti in Cina, facciamo gli stessi tornei perché abbiamo la stessa programmazione. Ci troviamo benissimo insieme perché siamo due ragazzi tranquilli fuori dal campo, mentre dentro al campo siamo un po’ pazzerelli. Condividiamo le stesse cose, la pensiamo più o meno nella stessa maniera…sono contentissimo per come sono andati gli Internazionali per lui, sono solo che contento quando sono i miei amici a vincere. E soprattutto se lo merita tantissimo perché è un ragazzo che quando gioca dà l’anima, veramente Lorenzo vive per il tennis. Sono molto amico anche di Matteo Donati, solo che lui avendo una classifica molto più alta, almeno fino a poco fa, faceva tornei diversi. Adesso penso che gireremo molto più assieme, vediamo…”

Quest’anno Edoardo ha collezionato due scalpi importanti contro Thomas Fabbiano nel challenger di Torino e Igor Sijsling a Barletta, due che la scorsa settimana erano nel main draw del Roland Garros. Non male come inizio anno. “Sì sono molto contento di come ho affrontato quelle partite perché li ho battuti giocando veramente un buon tennis; quando ti confronti con tennisti di quel livello o giochi bene o non li batti, non ti regalano certo niente. Sono soprattutto soddisfatto della tenuta mentale nei momenti importanti, la partita con Fabbiano l’ho vinta 7-5 al terzo e con Sijsling 6-4 al terzo, sono partite che ho vinto solo che di testa perché sono state durissime fisicamente, come del resto anche queste che ho giocato a Vicenza.” Una curiosità: dall’inizio della stagione Eremin ha giocato ben 15 set al tie break, in match che si sono decisi per un numero risicatissimo di punti. “Sono l’esatto contrario del re del tie break! Non so quanti ne ho giocati nelle ultime settimane, una cosa come 15 e ne ho vinti solo 4. Tra l’altro nelle ultime tre partite ho perso sempre 7-6 al terzo con match point… nel tie break è così, i punti girano, non è che dici ho fatto la cavolata, perché ho giocato sempre bene…in questi giorni ho proprio provato a concentrarmi su questo, infatti è cambiato tutto quando ho vinto il primo tie break con Monteiro.”

Prossimi impegni e obiettivi stagionali? “Dipende da come prosegue il torneo, se perdo raggiungo Sonego a Furth, in Germania; se vinco invece vado a Prostejov, in Repubblica Ceca, con Galimberti. Obiettivi…mi piacerebbe tanto giocare gli Slam. Penso che se continuo a giocare con questa tenuta mentale le soddisfazioni arriveranno. Me non voglio pensare al ranking, ai numeri… così facendo mi creerei un’autopressione che non ha senso, possono succedere così tante cose durante l’anno che non si può prevedere nulla.  Io penso solo a dare il meglio, solo a fine stagione si tirano le somme. Poi il resto si vedrà.”

Per la cronaca Edoardo ha disputato una vera maratona in semifinale contro Pere Riba, tre combattutissimi set per quasi tre ore di gioco, che hanno impedito allo spagnolo proveniente dalle qualificazioni di giocare la finale al meglio e a Edoardo di prendere parte ad altri tornei.

In bocca al lupo quindi ad Edoardo per il proseguimento della stagione.

 

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