di Piero Emmolo
Primo sigillo in carriera nel circuito challenger per il vincitore del torneo di Mersin, il bosniaco Dzumhur, che inaugura così la propria bacheca. Sulla terra brasiliana di Itajai s’impone l’albiceleste Facundo Arguello.
MERSIN (64000€, RED CLAY) Primo appuntamento annuale nella penisola anatolica, dopo che i challenger di Trabzon e Istanbul, sebbene calendarizzati, non erano stati disputati. Vittoria nella tappa turca di Mersin per il bosniaco Damir Dzumhur, che prevale nell’atto conclusivo sull’iberico Pere Riba con lo score di 7-6 6-3. Prima affermazione per il balcanico nel tour cadetto, ulteriormente impreziosita dal valore dell’avversario finalista, ex numero 65 ATP, e dal percorso al netto di sbavature nello svolgimento della manifestazione, durante la quale non ha ceduto alcun set. Vittoria provvidenziale per Dzumhur che, dopo dodici titoli future e due finali challenger, sembra aver intrapreso il viatico verso il definitivo salto di qualità nel mondo professionistico. La zampata del ventunenne di Sarajevo conferma la qualità tennistica e l’esplosività fisica già intravista all’Australian Open (al quale fece tuttavia seguito una lieve flessione di risultati). Nello slam “downunder”, Dzumhur raggiunse infatti l’invidiabile record d’esser stato il primo bosniaco a raggiungere il main draw di uno major. Non appagato dello straordinario risultato raggiunto, seppe giungere al terzo turno, soccombendo solo al power tennis di Berdych che, nel post match, ne tesse le lodi all’eco di Djokovic. Affermazioni come quelle del bosniaco hanno un’intrinseca attitudine a conciliare ancor più gli appassionati al tennis. Acuiscono e mettono in risalto come lo sport possa aiutare ad emergere anche da contesti politico-sociali molto difficili, consolidando lo spirito campanilistico di una nazione, in passato dilaniata da conflitti etnici e tribali molto cruenti. In uno stato come la Bosnia, fresca di qualificazione a Rio 2014, il ruolo dello sport non va sottovalutato in quest’ottica. Lo scoppio della guerra dei Balcani coincise infatti con la nascita di Damir, che appena infante fu evacuato dall’ospedale dove poche ore prima la madre lo aveva dato alla luce. A causa dell’imminente inizio delle ostilità militari, figlie della disgregazione politica in cui versò la Iugoslavia nel decennio successivo alla morte di Tito, Dzumhur provò insieme alla famiglia il terrore dei continui bombardamenti su Sarajevo, teatro principale del conflitto serbo-bosniaco. Prodighi verso i tennisti locali gli organizzatori, che hanno dispensato le canoniche quattro wild card a giocatori di casa. Solo un derby ha consentito l’approdo al secondo turno di un giocatore turco. Nemmeno il ben quotato Marcel Ilhan, vincitore del challenger di Kazan poche settimane fa e accreditato della settima testa di serie, è riuscito a farsi strada nella kermesse casalinga. Diversi gli azzurri nel tabellone principale. Molti di essi hanno ben figurato, destreggiandosi in match anche piuttosto difficoltosi sulla carta. Matteo Viola è riuscito a giungere le semifinali, prevalendo alla terza partita contro il qualificato russo Philipp Davydenko e il moldavo Radu Albot, nei primi due turni. Ai quarti il veneto s’è giovato del walk over del teutonico Julian Reister, prima di arrendersi con facilità al futuro vincitore del torneo; 6-1 6-2 lo score finale. Buon quarto di finale per Simone Bolelli. Il tennista di Budrio ha prevalso sul ceco Jaroslav Pospisil e sul rumeno Adrian Ungur, prima di venire estromesso dallo slovacco Aljaz Bedene col punteggio di 7-6 6-2. Si ferma al primo turno l’avventura dell’ascolano Simone Vagnozzi, estromesso dal bulgaro Gerasimov in due partite. Nel main draw turco anche Claudio Fortuna. Il palermitano ha superato il tabellone di qualificazione, andando vicino all’approdo al secondo turno. Il cammino del siciliano è stato infatti interrotto dal croato Kristijan Mesaros; 4-6 6-4 6-3 il tabellino finale. Continua il momento positivo di Thomas Fabbiano. Dopo le prestigiose affermazioni di Le Gosier, altro ottimo scalpo per il nativo di Grottaglie. A fare le spese del momento positivo del pugliese è stato l’austriaco Andreas Haider Maurer (110 ATP, ma recentemente top 70) che, nonostante fosse incasellato nella slot della seconda testa di serie, ha alzato bandiera bianca; 6-3 7-6 lo score in favore di Fabbiano. Nonostante l’ulteriore iniezione di fiducia, Thomas non ha saputo arrestare la dirompente avanzata del futuro trionfatore Dzumhur, vittorioso per 6-2 6-4 nei quarti di finale. Con la settimana appena trascorsa Fabbiano eguaglia il proprio best ranking di numero 167 ATP, approcciando nel migliore dei modi alla lunga trafila dei tornei della stagione europea sul rosso.
ITAJAI (40000$, CLAY) Secondo titolo challenger in bacheca per l’argentino Facundo Arguello. Dopo l’affermazione nel challenger di Porto Alegre del settembre scorso, il ventiduenne di Cordoba ha bissato la vittoria sul mattone tritato carioca, imponendosi nell’atto conclusivo sul connazionale Diego Schwartzman col punteggio di 4-6 6-0 6-4. Numerosissimi i giocatori di casa presenti nel main draw; Joao Souza è stato colui che s’è spinto più avanti, soccombendo solo in semifinale al futuro vincitore del torneo. Eliminazione a sorpresa al primo turno per Blaz Rola. Nonostante venisse da un discreto momento di forma, lo sloveno testa di serie numero uno è incappato nella classica giornata negativa, uscendo per mano dell’argentino Martin Alund. Il challenger brasiliano, giunto alla sua seconda edizione nella città dello Stato di Santa Catarina, incide nell’albo d’oro il nome d’un altro sudamericano, dopo che nel 2013 ad imporsi era stato Rogerio Dutra da Silva. Parziale soddisfazione per i supporters verdeoro nel torneo di doppio, dove la coppia locale Sa/Souza è approdata in finale, venendo però sconfitta dal duo albiceleste Schwank/Gonzalez. Vincitore del Bonfiglio nel 2009, Arguello è tra le punte di diamante della generazione 1992 della scuola albiceleste, che in quella classe può vantare anche il promettente Andrea Collarini (che abbiamo ammirato in finale a Salinas, sconfitto solo dall’esperienza di Estrella Burgos) e Federico Coria (fratellino del Mago Guillermo). Per il giovane argentino vittoria che vale un balzo di 19 posizioni e il best ranking personale di numero 104 ATP. Il weekend trascorso conferma l’elevato numero, come da tradizione, di leve argentine pronte al salto di qualità nel tennis che conta. Con Nalbandian ritirato, un Monaco in fase calante e un (pur giovane) Del Potro a mezzo servizio, lo stato sudamericano si auspica che alcuni tra i talenti che fanno la gavetta, tra challenger e futures, possano in breve tempo competere a livelli consoni alla storica tradizione tennistica albiceleste.