di Marco Marangoni
Le annate possono svoltare grazie a poche partite: Richard Gasquet ha avuto la sua occasione nell’ultimo giorno di competizioni ufficiali, lo scorso 23 novembre, quando Arnaud Clement lo ha chiamato in causa con la Francia sotto 2-1. Con tutto il popolo transalpino a sostenerlo contro Roger Federer, Richard però non è stato in grando di svoltare. Certo, Federer non è mai l’avversario migliore, ma uno scherzo del destino poteva far sì che proprio nell’ultimo giorno disponibile Gasquet potesse riscrivere la storia della sua stagione magari lanciando la Francia verso il trionfo in Coppa Davis. Non ce l’ha fatta, anzi la storia l’hanno scritta “gli altri”, quegli svizzeri capaci di vincere la Davis per la prima volta nella storia proprio davanti a lui, dall’altra parte della rete. E così si è chiuso il 2014 di Richard Gasquet: a testa bassa, a stringere la mano a qualcuno che si è dimostrato più forte di lui. E in tutti i tornei in cui il francese è sceso in campo, ha sempre trovato qualcuno più forte di lui. Dopo i tre successi del 2013 (Doha, Montpellier e Mosca), quest’anno infatti la casella successi si ferma impietosamente sullo zero.
Il 28enne nativo di Beziers non è riuscito a incidere con il servizio e troppo lontano dalla linea di fondo non è mai stato in grado di fare davvero male agli avversari. Sarà interessante vedere come sarà l’approccio al 2015, ma le prospettive non sono certo delle migliori: da top ten a fine 2013, Gasquet ripartirà il 5 gennaio da Doha da numero 26 del mondo. L’ultimo torneo in cui ha vinto tre partite di fila risale a luglio, quando a Washington DC ha superato Sela, Smyczek e Nishikori, prima di perdere da Pospisil in semifinale. Ad un brutto Australian Open (fuori al terzo turno sconfitto da Robredo), Gasquet ha provato a reagire proprio dove difendeva la vittoria 2013, a Montpellier, ma la sconfitta in finale con Monfils è emblematica di quelle che sono diventate le gerarchie in terra transalpina. Il buon Gael, oltre a chiudere in bellezza con il singolare vinto contro Federer in finale di Davis, ha infatti terminato al numero 18 la sua stagione (in progresso, dal numero 31 con cui aveva chiuso il 2013).
Due settimane dopo la finale di Montpellier, l’aria di casa lo porta fino alla semifinale di Marsiglia, dove però viene travolto da Gulbis. Siamo poco oltre la metà di febbraio e solo in due occasioni Gasquet otterrà gli stessi risultati in tutto il resto della stagione: la campagna americana non è certo da ricordare, il ritorno in Europa addirittura da dimenticare con un infortunio che lo toglie di scena da Montecarlo ancor prima di entrare in campo. Al Roland Garros non fa meglio rispetto a Melbourne, cerca la riscossa a Eastbourne dove Feliciano Lopez lo batte 7-5 al terzo in finale.
Dopo una finale sull’erba le prospettive a Wimbledon sembrano essere ottime, ma il filo nero del 2014 trova in Inghilterra uno dei nodi chiave della stagione. Sotto 2-1 nel primo turno contro l’australiano James Duckworth, Gasquet si salva al quinto. Poi crolla sotto i colpi della rivelazione Nick Kyrgios ad un passo da un record negativo: avanti 2 set a 0 il francese fallisce 9 match point prima di cedere 10-8 (il record è di 11). Il grigiore della terra inglese si abbatte su Richard che da quel momento troverà solo la già citata semifinale di Washington DC prima di una serie di risultati non certo attesi. Mettendo a confronto i numeri 2013 e quelli 2014, il paragone è impietoso, non soltanto in termine di tornei vinti (3-0). Nel 2013 Gasquet vinceva 50 partite perdendone 23, nel 2014 ha chiuso con 31 vinte e 19 perse. Vero è che basterebbe davvero poco nel 2015 per fare meglio di questo nerissimo 2014, ma se la mancanza di fiducia dovesse continuare anche al rientro sarà veramente dura per il 28enne dal gran rovescio riuscire a risalire.
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