Anche i grandi amori finiscono, anche le coppie più solide presentano problemi, ma la separazione Errani-Vinci è qualcosa che va oltre la nostra comprensione. Restano aperte mille domande e mille dubbi. Innanzitutto, perché? Come mai una squadra così affiatata, le Chichis, decide di sciogliersi? Scelta votata alla carriera da singolarista o intolleranza reciproca? E, ancora, quando si è rotto l’idillio?
A Genova, durante l’incontro di Fed Cup, si era notata una scarsa interazione tra le due giocatrici, nemmeno paragonabile a quella che le ha portate ad essere la coppia n.1 del mondo e ad avere ben poche avversarie all’altezza della situazione. Molto diverse le due ragazze, tecnicamente e caratterialmente, hanno sempre rappresentato una compensazione reciproca e, per questo, estremamente funzionante, in campo e fuori.
Possiamo solo ipotizzare cosa sia successo, perché c’è stato solo silenzio, un assordante silenzio, rotto solo da un freddo comunicato affidato ai social network. Noi italiani siamo sanguigni, tutti, e forse avremmo preferito un po’ più di carattere mediterraneo in questa separazione, un po’ più di rumore, qualcosa che potesse consentirci di capire meglio. Ma, come in tutte le relazioni che si interrompono, bisogna guardare avanti e cercare le soluzioni al problema.
Lo scenario che si apre non è solo incognita per la Fed Cup, ma anche per le imminenti Olimpiadi di Rio. è del tutto nuovo, perché eravamo abituati alla contesa dei singolari, ma nel doppio non vi era alcuna incertezza. Sapevamo che avrebbero giocato Errani e Vinci, chi altri sennò? Chi giocherà il doppio per una nazionale abituata a portare a casa quel punto in maniera sistematica? Quali sono le vere alternative alle Chichis? Le risposte, sulla carta, sono date dalle possibili combinazioni tra Errani, Pennetta, Giorgi, Vinci e Knapp, ad esclusione, ovviamente, delle due separate in casa.
Probabilmente la maggiore indiziata è Flavia Pennetta, che da poco ha ripreso a giocare il doppio insieme a Martina Hingis, mostrando un certo affiatamento e una mano adeguata al doppio, anzi ottima. Senza contare la sua longevità agonistica. Tecnicamente può giocare sia con la Errani, che con la Vinci, ma è con quest’ultima che potrebbe dare il meglio, vista la propensione della tarantina alla copertura di rete e la variazione che può garantire al servizio e l’ottima copertura di Flavia sul lato del rovescio.
Molto sottovalutata, ad oggi, è Karin Knapp, che il doppio lo gioca costantemente in Serie A, mostrando sempre solidità e buona copertura di rete. Le sue compagne ideali sarebbero, senza dubbio, Errani e Pennetta, per creare un doppio di “sfondamento”, dal gioco rapido e di pressione. Anche con Roberta Vinci potrebbe esserci intesa tecnica, con Karin sempre sul lato sinistro del campo e Roberta a difendere il dritto con la possibilità del back inside-out, colpo sconosciuto all’universo femminile.
Camila Giorgi resta una incognita, non si hanno notizie sulla resa in doppio, ma di caratteristiche buone ne avrebbe da vendere. Con il suo gioco prepotente, potrebbe essere ottima appiglio pel le volèe di Vinci o per la sagacia tattica di Flavia Pennetta. Probabilmente, in coppia con Errani, sarebbe un doppio a trazione posteriore e non potrebbe rendere al meglio contro le coppie di specialiste.
Se nel campo femminile soffriamo, nel maschile sorridiamo gioiamo grazie alla premiata ditta Fognini-Bolelli. La coppia di talenti italiani, oltre ad un affiatamento extra-tennistico, ha una sinergia notevolissima e, oggi, se la gioca con i migliori della categoria. La qualificazione al Master di Londra è ormai quasi certa e siamo solo a Marzo, con una stagione intera davanti. È un traguardo storico per i due e per l’italia, che va a smorzare molte delle critiche mosse all’inconsistenza di Fabio Fognini e alle categorizzazione di Bolelli come semplice bombardiere dal fondo. I due hanno mano di velluto, tanta varietà e potenza da vendere, specialmente Simone. Fabio, in più, aggiunge una reattività di gambe degna di un centometrista.
La coppia azzurra può essere senza dubbio ribattezzata “pungo di ferro e guanto di velluto”, ricordando le catenate di Bolelli e le Magie di Fognini. Prodezze che rivedremo in Davis, sicuramente, e, a meno di colpi di scena eclatanti, anche alle Olimpiadi di Rio 2016. Questa sarà la vera sfida per Fabio e Simone, perché le coppie che si formano in tempo di Giochi sono spesso costituite da fortissimi singolaristi. Basti ricordare l’oro di Federer e Wawrinka, rimasti poi all’asciutto di vittorie fino alla Finale di Davis contro la Francia. C’è da dire che non hanno mai brillato per sinergia, ma, piuttosto, hanno sempre vinto di superiorità tennistica rispetto agli avversari. E qui si riaccende l’antica questione “ E se tutti i più forti singolaristi del mondo giocassero sempre il doppio?”
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