da Roma, Alessandro Mastroluca
21, 34, 76, terno secco di Djokovic sulla ruota di Roma. 21 come le vittorie consecutive del serbo, che non perde dalla finale di Dubai contro Federer. E’ la quarta volta che Nole realizza una striscia di 20 o più vittorie, come Ivan Lendl (Federer ne ha realizzate sette, Nadal sei), lontana comunque dalla striscia vincente più lunga dell’Era Open,i 46 successi di fila di Vilas nel 1977 (Nole si fermò a 43 nel 2011). 34, come le finali nei Masters 1000 (23-10) del numero 1 del mondo, 76 come le finali consecutive (52-23).
Più del 64 64 a David Ferrer, ottenuto annullando tutte le tre palle break concesse, restano le dichiarazioni del numero 1 del mondo in conferenza stampa. “Nei primi tre match, tutti al terzo, ci sono stati alti e bassi nel mio gioco. Oggi invece sono stato solido” ha esordito il serbo, che ha comunque indicato Nadal come favorito per il Roland Garros. Djokovic si è molto lamentato per la condizione del campo. “Spero per il bene del torneo che nel 2016 venga preparato meglio, con più tempo. Non mi piace parlare dei campi, ma bisogna capire che a questo livello ogni dettaglio è importante. E’ chiaro che il campo non è nelle condizioni in cui si suppone dovrebbe essere, l’anno scorso era meglio. Da quello che ho sentito, hanno iniziato a prepararli solo tre settimane fa e non è abbastanza. Purtroppo ci sono un paio di punti in cui le buche sono abbastanza grosse e rischi di farti male, non solo al servizio ma anche al secondo colpo dopo il servizio. Dobbiamo accettare queste condizioni, che sono uguali per tutti, ma spero che l’anno prossimo questo torneo, che amo, cominci a preparare i campi prima”. Anche Cicak, poi, giudice di sedia della semifinale femminile Gavrilova-Sharapova, è dovuta scendere per cercare di tamponare una buca nel corso del secondo set.
“E’ stata una partita difficile” ha commentato Ferrer, che rimanda l’appuntamento con la vittoria numero 300 sulla terra battuta, “ho avuto delle chance di break sul 5-4 nel primo set e a metà del secondo e non sono riuscito a sfruttarle. Così è molto difficile vincere contro il numero 1 del mondo”. Il valenciano ha però negato le voci che lo indicano come fumatore. “Se lo fossi, non potrei correre”.
Il match ha un andamento abbastanza lineare, Ferrer le prova tutte, corre e tira con generosità ma lo schema palla corta-pallonetto di Djokovic funziona. La varietà batte la costanza, così un doppio fallo e un gratuito di dritto certificano il break che decide il primo set. Sfumata l’occasione di controbreakare con un altro dritto dal centro, Ferrer cade sotto i due ace e i due servizi vincenti che chiudono il primo parziale.
Nel secondo, Djokovic alza il livello sul 4-4, firma il break e tiene a 15 nell’ultimo game dell’incontro. Vince così per la nona volta consecutiva contro l’iberico, che non batte il numero 1 del mondo dal Masters di Londra del 2011 nell’ultimo incontro di round robin giocato con il serbo già sicuro della semifinale.
In vista di domani, Djokovic potrebbe affrontare Wawrinka, che ha sconfitto 17 volte su 20, ma ha perso ai quarti agli Australian Open 2014 in uno dei match più memorabili degli ultimi anni, o ritrovare Federer per la 39ma volta (20-18 i precedenti per lo svizzero), la terza stagionale dopo la sconfitta a Dubai e la rivincita di Indian Wells.
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