da Parigi, Alessandro Nizegorodcew
Non sarà una giornata facile, lo capisco dalla tosse, dal raffreddore e dal risveglio romano (ore 4.45) in attesa del Taxi per Fiumicino. Per la prima volta rischio di addormentarmi prima del decollo… E per uno che non ama volare posso assicurarvi che è il colmo! Atterro alle 10 spaccata a Parigi e piuttosto velocemente, anche se privo di forze, prendo il treno per la città per posare la valigia in appartamento. Nel frattempo il fido Nicola Corrente mi aggiorna sui match di Simone Bolelli e, soprattutto, Flavio Cipolla. La batteria del telefono è al 10% e temo «muoia» da un momento all’altro: 4-3 e servizio «Cipo», 5-4 40-40 con vari set point, le notizie arrivano frammentate sino al terrificante 6-7(5) Groth. Non è un momento felice per Cipolla, ma la speranza che vada al terzo esiste e di corsa prendo la metro (mangiando una baguette con prosciutto cotto) a Luxembourg in direzione Roland Garros. Sulla via che mi porta all’ingresso incontro un amico francese di Flavio e lì capisco che il match è finito male. «Poco aggressivo» – mi dice.
Arrivare durante le qualificazioni del Roland Garros non è il massimo a livello di organizzazione interna. Per fare l’accredito mi mandano in 5 posti diversi, una più assurdo dell’altro. Quando protesto perché «sono certo che il mio badge non debba essere fatto dove si trovano le televisioni», mi viene risposto, rigorosamente in francese, di andare proprio lì. Proprio lì, alle televisioni, dove mi dicono che quello che mi ha mandato da loro è pazzo. Dopo qualche minuto finalmente riesco ad entrare. Arrivo in sala stampa: wifi non funziona ancora e le prese elettriche nemmeno. Il povero Iphone rimarrà senza batteria a breve, nessuno potrà mai salvarlo.
Vorrei andare a vedere Bolelli, ma Bogomolov si è ritirato, quindi tiro dritto verso il campo 14 dove è impegnato Cecchinato contro Burquier. Incontro l’amico e collega Cristian Sonzogni, con al collo un badge guest di Ignatik, e insieme a lui comincio a seguire il match del siciliano. Tanti game lottati nel 6-3 6-2 definitivo per il nostro, ma soprattutto una grandissima gestione del match e dei momenti importanti. Nonostante ciò che si è spesso detto su «Ceck» (non ho mai capito se va scritto così oppure Cech), il comportamento in campo è esemplare. E lo sottolineo perché 2-3 chiamate molto dubbie, in situazioni di punteggio pericolose, sono giunte.
Mentre Cristian va giustamente a mangiare, io mi reco a visionare Giustino contro Ito. Prima del match avevo detto a Sonzogni che secondo me Lorenzo aveva un discreto tabellone considerando che non era testa di serie. Il match è più complicato di quanto credessi: Ito non sarà un tennista da terra (anche se il «rosso» di Parigi è come sempre piuttosto veloce), ma è stato pur sempre Top-70 e non ci si arriva per caso fin lassù. Ito tira colpi piatti e spesso trova vincenti clamorosi, Giustino corre, lotta e, appena può, lascia partire il suo turbo-diritto. Lorenzo vince 6-3 il primo grazie a due break consecutivi, ma va sotto 4-1 nel secondo. Ito, nonostante non sia un tennista di primissimo livello, vanta un tifo (rigorosamente giapponese) notevole e un fotografo personale.
Decido quindi di spostarmi sul campo 17 dove il mitico Matteo Viola sta lottando come un forsennato con Johnatan Eysseric. Il francese ha vinto il primo 7-5 recuperando da 3-5, ma Teo ha portato a casa il secondo 6-4. Nel terzo, dopo il 2-0 Eysseric e il controbreak di Viola, si seguono i servizi. Seguo il match accanto a coach Mantegazza: Matteo gioca con grandissimo coraggio ed è sempre lui a cercare il punto. Eysseric si limita a contenere, giocando ogni tanto qualche numero con passanti in corsa da 4 metri fuori dal campo. È sempre Teo ad inseguire, ma sul 5-5 30-30 servizio Francia, Viola risponde d’incontro a una prima di Eysseric, il francese rimanda la palla forte ma perdendo campo, Teo sceglie la smorzata (che gli aveva portato vari punti nel terzo set), la palla tocca il nastro e ricade nel lato dell’azzurro. A fine match racchetta disintegrata, non è un momento facile, poteva essere una vittora per svoltare la stagione. Ma la voglia di tennis di Matto Viola è tale che sicuramente di riprenderà a breve.
Torno a seguire Giustino, che trovo avanti 3-1 con break al terzo set. Il campano-spagnolo si fa riprendere sul 4-4 ma gioca due game praticamente perfetti chiudendo 6-4 grazie a un lob al volo in allungo vincente di difficoltù 10/10. Gli ultimi punti si giocano sotto un vero e proprio diluvio universale. La pioggia interrompe i match su tutti i campi, mentre Paolino Lorenzo è avanti 3-1 con Safwat. Incontro andando via Potito Starace, che spera ancora di poter scendere in campo ma l’impressione è che sia impossibile. Scarico le foto, controlla la posta e mi inalbero perché Gioia Barbieri è rimasta fuori di 2 dal tabellone di qualificazioni femminili. Mi incammino sotto la pioggia battente verso la metro, quindi supermercato e spesa, prima di poter, finalmente, varcare la porta di casa.
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