(Potito Starace – Foto Nizegorodcew)
da Parigi, Alessandro Nizegorodcew
Alle 11.30 c’è il sorteggio, seguito come sempre dal pranzo per i giornalisti (con l’amico e collega Davide Zirone, milanista doc, che vedete nella foto a sinistra). Ma questa giornata è dedicata ad altro. E’ dedicata a tre ragazzi…
E’ la giornata di tre storia diverse, di tre tennisti dal gioco diametralmente opposto ma dalla grande voglia di farsi valere. E’ la storia, quella di oggi, di Potito Starace, Simone Bolelli e Andrea Arnaboldi.
Tre ragazzi che hanno passato le qualificazioni (in attesa di Paolino Lorenzi, in campo a momenti al Roland Garros), tre sorrisi a fine match che lasciano il segno, tre gioia incontrastate.
Il primo a scendere in campo è Andrea Arnaboldi contro l’irlandese James McGee. Arna parte forte e conquista abilmente il primo set. Sul campo accanto, intanto, Kokkinakis e Pavic se le danno di santa ragione. In questo foto il tutto esaurito sui campi 9 e 11, non esattamente i migliori per due match di cartello. Guardate bene, tra i presenti, chi spicca. Avete trovato i «vip» nella foto?
«Arna» va sotto di un break nel secondo set, ma lo recupera immediatamente. Coach Fabrizio Albani lo incita in tribuna, stessa cosa fanno alcuni italiani presenti a bordo campo, che mi chiedono delucidazioni su chi sia, in effetti, questo Andrea Arnaboldi. Racconto la sua storia, il fatto che sia alla chance della vita, alla prima possibile qualificazione Slam dopo averla mancata per un pelo a New York 2013. E il tifo, a bordo campo, si fa ancora più intenso. Il sorriso di Andrea a fine match la dice tutta su quanto sia duro questo sport, ma anche su quanto possa regalare emozioni, a lungo inseguite e sognate e, finalmente, vissute.
Subito dopo Arnaboldi è il momento, sullo stesso campo 11, di Simone Bolelli e Samuel Groth. «Bole» ha qualche difficoltà all’inizio del match, concedendo qualcosa di troppo. Ma pian piano inizia a leggere il potentissimo servizio di Samuel Groth (che in carriera ha servito a 263 km/h, non proprio una prima piazzata…) e porta agevolmente a casa il match. Pugnetto, sorriso, e pensare che un anno fa, a Parigi, si ritirava contro Lu per il problema al polso che l’avrebbe portato all’inevitabile operazione chirurgica.
Sul campo 17 (lo odio questo campo, è il più lontano di tutti dalla sala stampa ed è praticamente inaccessibile. Potito Starace cerca di emulare la propria impresa di 10 anni prima, quando superò le qualificazioni al Roland Garros ma non si fermò lì. Battuto Grosjean e un Safin (purtroppo solo) quasi al tappeto. Questa di Parigi è la sua terra, ancor più di Roma e, forse, anche più di quella napoletana (ma questa affermazione è, lo ammetto, un po’ forte). L’avversario è il canadese Dancevic, non un terraiolo ma certamente uno abituato a passare con disinvoltura le «quali» Slam. Poto va avanti di un set e di un break, ma il canadese rientra e sul 5-5 si procura una pericolosissima palla break. Starace la annulla prontamente, chiudendo poi la pratica nel gioco successivo. Fermo Poto a fine match per fargli i complimenti e lui mi fa capire che questa gioia ripaga in parte la delusione della mancata wild card a Roma («un’ingiustizia» – come la definisce l’azzurro).
Vi ricordo che interviste a Starace, Bolelli, Arnaboldi, Errani, Albani, Pavic, Veneri, Appino potrete ascoltarle quest’oggi su Radio Manà Manà Sport (90.9 in Fm a Roma e www.radiomanasport.it per lo streaming da tutto il mondo) nello Speciale Roland Garros che andrà in onda dalle 19 alle 19.30.
Chiosa finale con foto montate in sequenza per l’esultanza di Laurent Lokoli, giovane francese classe 1994, che ha superato a sorpresa le qualificazioni battendo Grigelis, Donskoy e Krajinovic. Un ragazza dalle indubbie qualità fisiche e tennistiche…
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